da allainjules.com
Nonostante il suo assassinio macabro orchestrato dagli Stati Uniti e dalla Francia, il fratello Guise Muammar Gheddafi è e rimarrà il leader indiscusso della Libia. Mentre la Libia è assediata da faide tra milizie per il controllo dei profitti del petrolio e del gas, oltre al fatto che il governo di criminali è in fuga, il popolo libico lo ha riabilitato. Terrorizzato dagli attacchi machiavellici della NATO, è stato in silenzio per anni.
Il 1 ° settembre, anniversario del 45° anno dell’ascesa al potere del colonnello Gheddafi, senza spargimento di sangue, i libici hanno approfittato del caos per festeggiare come si deve, la festa della Vittoria. Nonostante la presenza di milizie islamiste sostenute dall’Occidente, queste persone orgogliose, in tutta la Libia, hanno celebrato la loro guida, consapevoli di essere state truffate e ingannate.
Queste circostanze hanno portato a Sebha, Bani Walid, Sirte, Zliten, Al Zaziya, e in altre città libiche, ad organizzare festeggiamenti, con l’aggiunta o meno di fuochi d’artificio per festeggiare la Grande Jamahiriya Araba Libica. Naturalmente, la stampa mainstream, nido di spie, non poteva diffondere tali informazioni.
Novità di questo 45° anniversario, le celebrazioni per Gheddafi hanno varcato i confini libici. Così i libici in esilio in Tunisia hanno celebrato in maniera massiccia in tutto il paese questa festa, a Ben Gardan, Sousse, Tunisi e anche a Medina. La bandiera verde, la vera bandiera della Libia, è stata sventolata così come sono stati mostrati i ritratti del fratello del leader Muammar Gheddafi.
È accaduta la stessa cosa in Egitto, soprattutto al Cairo e Alessandria, dove il generale Abdel Fatah al-Sissi ha autorizzato l’evento.
Sono quasi 3 milioni e mezzo i libici esiliati che hanno espresso il loro sostegno a Muammar Gheddafi e pochi sono quelli rimasti in Libia. Un affronto agli occidentali, che hanno rovesciato non solo un uomo, ma un sistema sociale che è stato accettato dalla maggioranza del popolo libico.
Ecco perché non vedrete questa informazioni trasmesse dai media occidentali, strumento di propaganda e veri nemici del popolo libico.
[Traduzione dal francese per ALBAinformazione di Francesco Guadagni]
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