di Asa Cristina Laurell
22.10.2021
Il rapporto preparato dalla Commissione Economica per l’America Latina (CEPAL),in occasione dell’incontro della Comunità degli Stati dell’America Latina e dei Caraibi (CELAC) in Messico, è per molti versi esemplare. Segue la tradizione di questo organismo, presentando un’analisi della situazione e proposte di azione. In questo caso, si tratta di vaccini e farmaci, argomento che è ritornato all’ordine del giorno a causa della pandemia di Covid-19.
A questo proposito, lo studio analizza la composizione dell’industria farmaceutica regionale e le sue diverse componenti. Sottolinea che Cuba è l’unico Paese che è riuscito a costruire un’industria avanzata con una forte componente biotecnologica. Lo dimostra il fatto che l’isola ha prodotto tre vaccini contro la SARS-CoV2: Abdala, dal nome del grande poema di Martí,Soberana 02 e Soberana Plus. Nessun altro paese della regione ha ottenuto un tale successo.
La debolezza tecnologica dei vaccini in America Latina si estende al resto dell’industria farmaceutica, in ritardo con la globalizzazione e le successive fusioni delle grandi società transnazionali del settore. Il documento CEPAL contiene un’analisi dettagliata dell’impatto degli accordi di libero scambio su questo ramo produttivo. Gli ostacoli al suo sviluppo, in particolare quelli biotecnologici, sono articolati dalle norme sulla proprietà intellettuale dell’Organizzazione mondiale del commercio (WCO). Vi sono clausole di eccezione per la salute pubblica, che sono state concordate alla riunione del WCO a Doha. Tuttavia, nel tempo è stato dimostrato che l’attuazione di queste regole è difficile e richiede tempo.
Ad eccezione dei tentativi dei governi progressisti di Brasile e Argentina, il resto delle amministrazioni latino-americane non si è interessato a sviluppare e/o proteggere la propria industria farmaceutica. Anche in Messico, la dipendenza dall’estero di questo settore è aumentata fino al 2018. Così, fino all’avvento del Covid, è andata aumentando la consapevolezza che la produzione di vaccini e di medicinali fa parte della sovranità nazionale. D’altro canto, appare interessante osservare che i paesi del Sudamerica sono orientati verso il complesso farmaceutico europeo, mentre il Messico, i Caraibi e il Centroamerica verso gli Stati Uniti. Al contrario, fino ad oggi, non esiste praticamente alcuna cooperazione tra i paesi della regione.
La seconda parte del documento CEPAL è dedicata alle proposte per rafforzare la cooperazione latino-americana e l’industria farmaceutica regionale. Le proposte si articolano in sette linee di azione. Il loro scopo è proprio quello di andare verso l’autosufficienza produttiva, per ragioni di sicurezza nazionale. Il primo passo immediato consisterebbe nell’acquisto internazionale congiunto di farmaci biologici ed essenziali, meccanismi che sono stati sviluppati con successo dall’Organizzazione Panamericana della Sanità (PAHO). In questa direzione, ci si propone di utilizzare gli acquisti pubblici per lo sviluppo dei mercati regionali.
Allo stesso modo, dovrebbero essere creati consorzi pubblici per lo sviluppo e la produzione di vaccini. La CEPAL propone di rafforzare simultaneamente la convergenza normativa ei meccanismi di riconoscimento tra i paesi. Ciò ridurrebbe i tempi di ingresso dei prodotti sul mercato in ciascuna nazione. In questo contesto, dovrebbe essere istituita una piattaforma regionale per le sperimentazioni cliniche. Queste sono attualmente in corso nei nostri paesi, ma sotto il controllo dell’industria farmaceutica globale o di società create appositamente per questo scopo.
Un’altra linea di azione consisterebbe nello sfruttare la flessibilità normativa, per accedere alla proprietà intellettuale. In altre parole, si dovrebbe fare un uso speciale delle eccezioni che sono state concordate negli accordi di Doha 20 anni fa.
Le proposte della CEPAL sono inscritte nel concetto di complesso sanitario, inteso come l’insieme dei diritti relativi alla salute e alla formazione della politica del ramo. In questo approccio, è fondamentale la formazione e l’orientamento del sistema sanitario. La proposta della CEPAL è, quindi, quella di rafforzare i sistemi primari nella regione, in modo che vi sia un accesso universale a vaccini e medicinali e che la loro distribuzione sia equa.
Intrecciare un tema particolare, come l’industria farmaceutica, con valori e pratiche concrete, è una caratteristica del lavoro di quest’organizzazione internazionale.
* Ricercatrice, dottoressa e politica di origine svedese e naturalizzata messicana. È stata direttrice della rivistaCoyunturae coordinatrice dell’area delle politiche sociali dell’Istituto per lo studio della rivoluzione democratica. È stato a capo del Segretariato Federale della Sanità durante l’amministrazione di Andrés Manuel López Obrador (2000-2006). Attualmente, è Sottosegretario all’Integrazione e allo Sviluppo del Settore Sanitario presso il Ministero della Salute.
[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Marco Nieli]