
di James Petras
12.dic2015.- Che cosa spinge Erdogan a candidarsi? La nascita di un Pasha Moderno
Erdogan ha iniziato la sua ascesa al potere come un riformatore sociale in opposizione all’élite al potere: era un sobillatore a favore dell’Islam popolare e del benessere sociale. Una volta arrivato al potere politico, ha arricchito la sua famiglia e l’élite economica ed eliminato avversari e rivali.
Con il potere politico e le connessioni economiche, egli accumula ricchezza personale attraverso operazioni di business illecite.
Con il potere politico e la ricchezza personale, cerca prestigio e status tra le élites occidentali, servendo gli interessi imperiali: abbatte un jet militare russo sul territorio siriano e, quindi, minaccia centinaia di aziende turche, perdendo una grande fonte di arricchimento personale. Quando i russi minacciano di tagliare le esportazioni di energia verso la Turchia, gli oppositori di Erdogan suggeriscono di riscaldare il suo palazzo e le sue ville con sterco di vacca questo inverno.
Le due facce di Erdogan
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha una lunga e ignobile storia di tradimento dei collaboratori politici, dei partners commerciali e degli alleati militari; di offrire amicizia, per poi bombardare i suoi ‘amici’ e uccidere i cittadini; di negoziare ‘in buona fede’ e poi uccidere i rivali; di giocare a fare il democratico e poi comportarsi come un comune dittatore demagogico.
Erdogan fa appello ai valori plebei e austeri della piccola borghesia anatolica provinciale, mentre si costruisce il più grande palazzo presidenziale di lusso in tutto il mondo – adatto a un Pasha del 21° secolo. Egli ripetutamente ribadisce la sua fedeltà alla ‘Nazione Turca’, mentre deruba il tesoro turco, ripetutamente accettando tangenti e bustarelle da imprese edili che poi raddoppiano i costi per i progetti finanziati pubblicamente.
Più di recente, Erdogan sostiene di contrastare il terrorismo e lottare contro l’ISIS, mentre i maggiori quotidiani nazionali e regionali, i giornalisti e la maggior parte degli osservatori interni documentano l’enorme flusso di armi illegali attraverso il confine turco-siriano a faviore dei terroristi dell’ISIS.
La ‘relazione carnale’ di Erdogan con l’ISIS
Erdogan sostiene l’ISIS bombardando i combattenti curdi siriani che resistono ai mercenari jihadisti; abbattendo un jet militare russo che difende il governo di Damasco contro i terroristi; col contrabbando e la vendita di petrolio che l’ISIS ruba all’Iraq e alla Siria; fornendo assistenza medica ai combattenti dell’ISIS feriti; e attraverso la formazione e l’armamento dei terroristi dell’ISIS nelle basi turche.
C’è un rapporto di reciprocità: Erdogan utilizza gli operativi dell’ISIS per terrorizzare la sua opposizione interna, compreso l’attacco bomba terroristico a un raduno curdo della ‘gioventù socialista’ nella città di Suruç il 20 luglio 2015, che ha ucciso 33 persone e il massiccio attacco bomba ad Ankara il 10 ottobre a una marcia per ‘la pace e la giustizia’, che ha ucciso più di 100 persone, tra cui sindacalisti, leaders delle associazioni professionali, attivisti di comunità e membri di un partito elettorale curdo democratico e ferito molte centinaia.
Durante le elezioni legislative del 2015, terroristi dell’ISIS e teppisti del Partito ‘Giustizia e Sviluppo’ di Erdogan (Akp) hanno attaccato gli uffici, i raduni e i candidati dei partiti di opposizione, in particolare del curdo Partito Popolare Democratico (HDP), al fine di garantire che a Erdogan sia assicurata una super- maggioranza.
In altre parole, Erdogan usa l’ISIS in tre maniere, per servire i suoi interessi interni ed esterni:
(1) attaccare e distruggere le forze curde secolari, che resistono l’ISIS in Siria e in Iraq, impedendo così la formazione di uno stato curdo indipendente al confine turco.
(2) attaccare e distruggere il governo baathista indipendente della Siria di Bashar Al-Assad, smantellare l’apparato dello Stato laico multiculturale e installare un cliente islamico sunnita di Damasco, subordinato all’ AKP di Erdogan.
(3) attaccare e terrorizzare l’opposizione interna turca, tra cui l’ampia base curda dell’HDP, e la confederazione sindacale di sinistra sindacale (DISK).
Erdogan ha un’alleanza strategica decennale con i terroristi wahabiti militanti, che ora compongono l’ISIS. Egli intende ‘rifare’ la mappa del Medio Oriente, per servire le proprie ambizioni espansionistiche. In parte, ciò spiega perché Erdogan ha fornito armi di grandi dimensioni e materiale ai terroristi, ha formato migliaia di mercenari e ha fornito assistenza medica ai combattenti dell’ISIS feriti. Ciò spiega anche perché Erdogan ha fatto il passo senza precedenti ed estremamente provocatorio di abbattere un jet militare russo sul territorio siriano, che aveva bombardato gli alleati dell’ISIS di Erdogan. I successi dell’esercito russo e siriano contro l’ISIS hanno minacciato le sue ambizioni.
La trasformazione di Erdogan da ‘musulmano democratico’ a sanguinario sovrano islamico autoritario, con pretese di diventare il Pasha dominante in Medio Oriente deve essere considerata alla luce della sua ascesa al potere nel corso degli ultimi 40 anni.
Cosa spinge Erdogan a candidarsi?
Erdogan, nella fase iniziale, ha mostrato la sua simpatia per una politica islamista estremista. Nel 1970 è stato a capo della sezione giovanile del Partito della Salvezza Islamico (MSP), un partito anti-comunista, anti-secolare, virulentemente impegnato a trasformare la Turchia, un grande Stato laico multi-etnico, in un regime teocratico (sulla falsariga dell’ISIS contemporaneo).
Dopo il colpo di stato militare del 1980, il MSP è stato sciolto ed è riapparso come il Partito del Welfare. Erdogan è diventato un leader del nuovo (ribattezzato) partito islamista.
Erdogan e il Partito del Benessere hanno sfruttato il malcontento di massa turco verso i corrotti e autoritari militari. Il Partito del Welfare ha sviluppato un programma di assistenza sociale populista con sfumature religiose islamiche, al fine di costruire una formidabile organizzazione di base nei quartieri popolari di Istanbul. Erdogan è stato eletto sindaco della più grande città della Turchia nel 1994.
Come sindaco, Erdogan ha abusato del suo potere, predicando l’Islamismo militante ed è stato condannato nel 1998 per sedizione contro lo stato laico. È stato 4 mesi in carcere su di una condanna a 10 mesi.
Da allora in poi ha cambiato tattica: il suo fanatismo islamista si è travestito. Ha cambiato il nome del partito del Welfare nell’apparentemente moderno Partito della Giustizia e dello Sviluppo (AKP). Erdogan ha poi lanciato una serie di manovre politiche, in cui ha abilmente manipolato gli avversari per guadagnare potere e poi … ha pugnalato ognuno di loro alle spalle.
Erdogan: abbraccio e pugnalata alle spalle
Nonostante la sua precedente condanna per sedizione contro la laicità dello Stato, il ‘riformato’ Erdogan si è alleato con il kemalista, laico e repubblicano Partito del Popolo (CHP), per superare il divieto dei militari alla sua partecipazione in politica nel 2002. È stato eletto primo ministro nel 2003. Dopo, l’AKP ha vinto le elezioni generali ha tagliato i suoi legami con il CHP. Erdogan è stato rieletto primo ministro nel 2007 e nel 2011.
Erdogan si è alleato con il leader islamista pro-U.S.A. Fethullah Gülen Hizmet del movimento Cemaat, che era influente all’interno del sistema giudiziario, della polizia e dell’esercito. Insieme hanno lanciato una purga contro funzionari militari e giudiziari laici, giornalisti e critici dei media.
L’apparato di stato Erdogan – Gülenista ha arrestato e incarcerato 300 funzionari militari laici, magistrati e giornalisti e li ha sostituiti con lealisti di Erdogan e Gülen – tutti islamisti.
Soprannominata “Operazione Sledgehammer”, l’intera epurazione era basata su accuse fabbricate di tradimento e cospirazione. Eppure è stata descritta dai media occidentali in termini che esaltavano le credenziali democratiche di Erdogan, definendolo un ‘tentativo di consolidare la democrazia’ contro i militari.
Non aveva niente a che fare con la democrazia: l’epurazione ha consolidato il potere personale di Erdogan e gli ha permesso di perseguire politiche che erano più apertamente neo-liberiste e islamiste. L’epurazione della magistratura ha ulteriormente permesso a Erdogan di arricchire i suoi compari capitalisti e i suoi parenti.
Erdogan: la nascita di un Pasha neo-liberista
Erdogan poi ha abbracciato un programma di ‘recupero e stabilizzazione’ ideato dall’FMI, che ha ridotto i salari, gli stipendi e le pensioni, mentre privatizzava le imprese e le attività del settore pubblico. Questo ha attirato un gran flusso di capitale, dal momento che gli investitori stranieri e i compari hanno arraffato i bocconi migliori a prezzi stracciati. Tipicamente emblematico di questo approccio all’economia ‘tutto è permesso agli amici’ è stato il disastro della miniera di Soma del maggio 2014, quando più di 300 minatori sono morti in una miniera in precedenza di proprietà statale, che aveva subito una regressione delle condizioni di sicurezza dei lavoratori, dopo che era stata privatizzata a favore di un cliente di Erdogan. Nonostante l’indignazione locale e internazionale, Recep ha ignorato lo scandalo e ha scatenato la polizia contro i minatori che dimostravano. La combinazione erdoganiana dell’Islam con un brutale neo-liberismo ha attirato il sostegno di Bruxelles, di Wall Street e della City di Londra. Grandi afflussi di capitali speculativi dall’estero hanno gonfiato temporaneamente il PIL della Turchia e la ricchezza e l’ego di Erdogan!
All’inizio del suo governo, le concessioni di Erdogan, gli incentivi fiscali, i contratti governativi per il grande capitale sono stati ampiamente distribuiti alla maggior parte dei settori, ma soprattutto ai suoi compari capitalisti nei settori della costruzione e immobiliare.
Siccome il boom capitalista continua e il suo potere è aumentato, Erdogan è diventato più ossessionato dal suo ruolo di salvatore della Turchia. Verso il 2010, serie divergenze sono emerse tra Erdogan e il suo partner Gülen per la spartizione del potere. Erdogan si è mosso rapidamente e brutalmente. Ha lanciato un’altra epurazione massiccia di presunti ‘funzionari gülenisti’. Ha arrestato, licenziato, incarcerato e trasferito simpatizzanti di Gülen tra i giudici, la polizia e i funzionari pubblici, nonostante il fatto che si trattava di funzionari che lo avevano servito bene durante la precedente epurazione dei militari laici.
Erdogan non è disposto a condividere il potere con qualsiasi altra parte, movimento o gruppo. Il Pasha Recep voleva monopolizzare il potere. Ha attaccato i quotidiani critici, le aziende e le compagnie, sostenendo che erano ‘controllate da Gülen’. Erdogan ha assicurato che solo i capitalisti completamente a lui fedeli riceveranno il patrocinio del regime. In altre parole, ha rafforzato la dimensione, la forza e l’importanza dei compari capitalisti: soprattutto nel settore immobiliare e delle costruzioni.
L’attacco di Pasha Erdogan sulla società civile
La Turchia, sotto il potere assoluto di Erdogan, ha visto un aumento geometrico della corruzione e di ‘progetti di sviluppo’ senza senso, che portano alla degradazione e usurpazione degli spazi pubblici. Le sue politiche arbitrarie e distruttive hanno provocato prolungate proteste della società civile, in particolare nel centro di Istanbul – durante le manifestazioni del Parco Gezi, che sono iniziate nel maggio del 2013.
In risposta alle manifestazioni della società civile, Erdogan ha abbandonato ogni finzione, togliendosi la sua maschera ‘moderna democratica’ e reprimendo brutalmente i manifestanti pacifici, nel cuore di Istanbul – causando 22 morti, centinaia di feriti e più arrestati, poi condannati a lunghi periodi di detenzione. Erdogan si è successivamente rivolto ai critici liberali e ai dirigenti d’azienda che avevano criticato il suo uso brutale della forza.
Il 2013, l’anno del Movimento del Parco Gezi, è stato un punto di svolta – Erdogan e altri membri della sua famiglia sono stati implicati in uno scandalo per corruzione di cento milioni di dollari, mentre i critici liberali del regime sono stati eliminati.
Di fronte all’opposizione dei settori dell’élite e delle classi popolari, Erdogan è diventato più rabbiosamente ‘islamista’, sciovinista e megalomane – ‘Neo-ottomano’.
In breve tempo, ha rilanciato il suo attacco contro i Curdi turchi e ha aumentato il suo sostegno ai terroristi islamisti in Siria, tra cui il gruppo di quello che sarebbe diventato l’ISIS. Queste politiche sono state progettate per portare a termine la sua guerra in corso contro i curdi laici in Iraq e Siria.
Erdogan: pugnalando alle spalle la Siria laica e la ‘Best Friend’ Russia
Fin dall’inizio del suo governo, Erdogan ha coltivato la ‘migliore delle relazioni’ con la Siria di Bashar Al-Assad e col presidente russo Vladimir Putin. Ha firmato decine di accordi commerciali con Damasco e Mosca. Putin è stato accolto ad Ankara ed Erdogan a Mosca, dove hanno firmato accordi energetici da miliardi di dollari e accordi reciproci di cooperazione.
Fino a 3 milioni di turisti russi hanno visitato le località turche ogni anno, una miniera d’oro per una delle principali industrie della Turchia.
Il regime di Erdogan era esuberante, espansivo, abbracciava Mosca e Damasco, mentre metodicamente preparava il terreno per più pugnalate alle spalle!
Per il 2011, Erdogan era stato profondamente interessato dalla preparazione del terreno per quella che sarebbe diventata la sanguinaria rivolta islamista in Siria. All’inizio, centinaia di terroristi armati stranieri hanno attraversato il confine con la Turchia in Siria. La loro presenza ha sopraffatto i dissidenti siriani locali. Gli Islamisti armati hanno sequestrato villaggi e città, eliminando brutalmente i Cristiani, i Curdi, gli Alawiti e i Siriani laici. Hanno preso il controllo dei campi petroliferi. Da un giorno all’altro, Erdogan si è trasformato da amico affettuoso a mortale nemico della vicina Siria, esigente un ‘cambiamento di regime’ attraverso la violenza terroristica settaria.
Erdogan ha abbracciato i più estremi e settari gruppi islamisti wahabiti, perché erano impegnati a minare le aspirazioni nazionaliste dei Curdi siriani, come anche a rovesciare il governo laico di Al-Assad. L’alleanza segreta di Erdogan con l’ISIS e altri gruppi terroristici islamisti è stata motivata da diverse considerazioni strategiche, che sono illustrate qui di seguito:
1) L’alleanza serve a impedire la creazione di un’enclave curda autonoma al confine siriano-turco in caso di una sconfitta di Damasco, il che, Erdogan teme, porterebbe poi a collegare i Curdi siriani in armi con la vasta popolazione curda scontenta nel sud est della Turchia e portare alla formazione di uno stato curdo autonomo e laico.
2) L’alleanza di Erdogan con gli jihadisti in Siria serve l’ambizione di Ankara di imporre un regime fantoccio sunnita-islamista a Damasco.
3) Il regime dell’ISIS che controlla i giacimenti di petrolio siriano e iracheno fornisce alla Turchia una fonte di combustibile a buon mercato e lucrosi profitti per il regime. Il figlio di Recep, Necmettin Bilal Erdogan, possiede e gestisce il Gruppo BMZ, che acquista il petrolio siriano e iracheno di contrabbando in Turchia e lo vende all’estero (soprattutto in Israele), guadagnando quasi un miliardo di dollari l’anno per ‘la famiglia’. Non è una sorpresa che la famiglia Erdogan abbia direttamente finanziato l’ISIS, che utilizza il denaro del petrolio di contrabbando, delle antichità saccheggiate e delle tasse definite ‘tributo’, per l’acquisto di armi pesanti e leggere, di veicoli militari e di trasporto e dell’attrezzatura di comunicazione in Turchia e altrove, per sostenere le sue campagne di terrore in Siria e in Iraq. Osservatori turchi ben informati ritengono che i funzionari dei servizi segreti di Erdogan sono direttamente coinvolti nel reclutamento dei terroristi dell’ISIS per operare all’interno della Turchia e attaccare l’opposizione interna di Erdogan, in particolare il partito elettorale curdo HDP e i movimenti di massa di sinistra e sindacali turchi. Gli osservatori sostengono che le operazioni dell’intelligence turca hanno avuto un ruolo diretto negli attentati bomba dell’’ISIS’ a Suruç e a Ankara di quest’anno, che ha ucciso e mutilato centinaia di oppositori di Erdogan e attivisti della società civile.
Erdogan e l’ISIS hanno sviluppato una relazione co-dipendente, di manipolazione reciproca. Ognuno ha pubblicamente dichiarato la propria inimicizia tattica all’altro, mentre vanno attivamente perseguendo obiettivi strategici comuni.
Ankara utilizza il pretesto di combattere l’ISIS per bombardare i Curdi in Siria, che resistono agli jihadisti. L’ISIS usa il pretesto di opporsi al membro NATO Turchia, al fine di coprire i suoi consistenti accordi petroliferi e il commercio di armi con la famiglia di Erdogan e le imprese di affari associate a Erdogan.
Il Pasha pugnala l’Orso e l’Orso lo morde in risposta – Un colpo di troppo
L’altamente efficace campagna di bombardamenti aerei della Russia contro le reti terroristiche jihadiste e l’ISIS in Siria è partita in risposta a una richiesta formale di intervento militare da parte del governo legittimo del presidente Bashar Al-Assad. La Russia ha legami di lunga data con il regime baathista di Damasco. L’intervento ha minacciato di minare le ambizioni di potenza regionale di Erdogan e le operazioni del business illegale in Siria. In primo luogo, ha messo fine al piano di Erdogan di annettersi una grande fascia di Siria settentrionale e chiamarla ‘no fly zone’. La ‘no fly zone’ controllata dai Turchi in Siria diffonderebbe le basi di addestramento militari turche per l’ISIS e altri terroristi jihadisti e metterebbe in sicurezza le vie di trasporto per le spedizioni di petrolio dell’ISIS contrabbandato fuori dall’Iraq e dalla Siria.
A differenza degli Stati Uniti, che raramente avevano bombardato le operazioni strategiche congiunte Erdogan-ISIS di contrabbando del petrolio, i Russi hanno distrutto oltre un migliaio di camion di petrolio e numerosi depositi di petrolio e centri logistici dell’ISIS nel primo mese della loro campagna aerea. Riducendo il flusso di petrolio di contrabbando, la Russia ha tagliato fuori la principale fonte di enormi profitti per la Società BMZ di Bilal Erdogan, nonché per i trafficanti di armi turche.
Come i gangsters, Erdogan, la sua famiglia e i loro compari sono stati coinvolti in importanti attività di corruzione, in patria e all’estero; non può più operare nel contesto dei grandi interessi della classe capitalista turca, con le sue relazioni commerciali con la Russia e gli investimenti annuali di 400 miliardi di dollari. La decisione di Erdogan di abbattere un aereo russo in territorio siriano, il 24 novembre 2015, è stata in gran parte motivata dalla sua rabbia per l’interruzione riuscita da parte della Russia dei convogli di petrolio dell’ISIS. Proteggendo i propri interessi di famiglia, Erdogan ha pugnalato più alleati alle spalle: i Russi, così come gran parte della classe capitalista turca!
Fino all’atto di guerra di Erdogan contro la Russia, egli aveva pubblicamente abbracciato Putin come un alleato, amico e socio. I due leaders hanno avuto rapporti cordiali per oltre un decennio. L’esercito turco è stato pienamente informato sulle operazioni militari russe in Siria, compresi i suoi percorsi di volo. Poi, all’improvviso, nel novembre 2015 egli ha rischiato una rottura totale delle relazioni e ha provocato rappresaglie contro la Turchia da parte della Russia, abbattendo un jet russo.
La Russia ha risposto immediatamente, aggiornando i propri sistemi d’arma più avanzati per difendere le sue operazioni e basi nel nord della Siria e ha intensificato i suoi bombardamenti delle operazioni petrolifere congiunte ISIS – Turchia.
Russia ha reagito imponendo restrizioni sui visti e sanzioni economiche sulla Turchia, danneggiando il business turistico di molti miliardi di dollari. Accordi energetici strategici sono stati rescissi. Sono stati chiusi contratti di costruzione coi Turchi su vasta scala. Le esportazioni agricole turche verso i mercati russi sono praticamente terminate.
Il Pasha si morde la coda
Le azioni unilaterali di Erdogan si sono chiaramente rivolte contro i grandi interessi del vasto settore turco delle esportazioni. Da Gezi a Gülen, da una purga all’altra, Erdogan, l’ex-‘ragazzo poster’ del capitale turco neo-liberista, è diventato un despota egocentrico, che agisce per conto di un cerchio ristretto di corrotti parenti e amiconi capitalisti. Erdogan si è imposto come un moderno pasha più ricalcante l’immagine dell’auto-indulgente Ibrahim I (il Pazzo) che del lungimirante Suleyman I (il Saggio).
Una volta che Erdogan si è reso conto del danno che il suo accesso d’ira egocentrico contro i Russi aveva provocato all’estero e del suo crescente isolamento all’interno della Turchia, si è precipitato alla NATO in ginocchio, per mendicare il suo sostegno. Fedele alla sua personalità autoritaria, Recep Erdogan striscia in ginocchio davanti ai suoi ‘superiori’ (NATO-USA), mentre afferra la gola dei suoi ‘inferiori’ (il popolo turco)!
Conclusione
La strada di Erdogan al potere assolutista è disseminata di purghe indiscriminate, di terrore e inganno; di violenza contro i manifestanti ambientalisti e liberali del Parco Gezi e degli islamisti moderati di Gülen; di condanne al carcere e licenziamento di giornalisti ed editori, funzionari militari e giudici; di repressione dei lavoratori e dei capitalisti; di bombardamenti terroristici contro gli attivisti e i democratici; di guerra contro i Curdi e i Siriani.
La visione paranoica e mossa dall’avidità che della politica ha Erdogan esclude qualsiasi fiducia e relazioni stabili. Lui pensa di essere molto abile con la sua combinazione di fascino e promesse non mantenute, ma non inganna nessuno. Riaccende la guerra contro i Curdi in Turchia e in Siria ma essi si reagiscono!
Attacca la Russia e provoca una rappresaglia molto costosa, finora limitata all’economia turca.
Aumenta il suo potere personale, ma mina gli interessi della nazione turca e del suo popolo. Erdogan crede di essere la potenza regionale in crescita, indispensabile per l’Occidente. Ricatta l’U.E. per miliardi di euro, per il controllo del flusso di rifugiati in fuga dalla violenza in Siria e in Iraq con le sue promesse di rinchiudere i profughi disperati nei campi di concentramento turchi. Ma gli Europei devono sapere che il loro denaro non potrà mai comprare la fiducia e la lealtà del Pasha.
I suoi accordi petroliferi con l’ISIS sono in brandelli. Le bombe russe fanno sì che Erdogan dovrà trovare altre fonti di profitto illecito. Peggio di tutto, le azioni furiose di Erdogan hanno provocato la perdita di mercati, alleati e sostegno interno. Affronta nemici da tutte le parti – i professori liberali, gli studenti, i proprietari di grandi imprese e i lavoratori organizzati di Istanbul; gli uomini d’affari di piccole dimensioni nel settore turistico; le società di costruzione e petrolifere ad Ankara; gli agricoltori in Anatolia, e, soprattutto, i minatori di carbone a Soma Manis.
Chi sa in quali circostanze sarà sostituito Pasha Recep (il ‘Megalomane’)?
[Trad. dall’inglese per ALBAinformazione a cura di Marco Nieli]
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