Fabio Fazio intervista Gustavo Dudamel che a soli 31 anni è, da 14 stagioni, il direttore musicale dell’Orchestra Sinfonica Simon Bolivar del Venezuela, dal 2008 della Los Angeles Philarmonic Orchestra oltre che della Sinfonica di Gothenburg, in Svezia; dal 6 al 17 novembre, inaugura la stagione del Teatro alla Scala di Milano dirigendo Il Rigoletto di Giuseppe Verdi; sullo stesso podio, il 25 ottobre scorso, ha diretto la Filarmonica scaligera su musiche di Brahms, Carter e Bartòk per festeggiare i 70 anni del Direttore Musicale, Daniel Barenboim; come lui stesso dice, sono un prodotto del sistema di Abreu, el Sistema è qualcosa di unico e di eccezionale: lo straordinario sistema pedagogico-musicale venezuelano, ideato ed organizzato da Antonio Abreu trent’anni fa, che promuove la musica come progetto sociale e metodo di riscatto per i ragazzi – oggi, oltre 250mila – dei barrios più miseri e degradati.
IL MIRACOLO MUSICALE DEL VENEZUELA
“Suonare e lottare… soltanto chi sogna raggiunge l’impossibile”.
Per migliaia di ragazzi di strada venezuelani è cambiata la musica: dalla baraccopoli all’orchestra…
L’orchestra Simone Bolivar… fin qui niente di strano, senonché l’eccezionalità sta nei suoi componenti. Duecento giovanissimi musicisti guidati dal venticinquenne Gustavo Dudamel: un “miracolo musicale”, come viene definita da molti, con all’attivo trionfali esibizioni in tutto il mondo. L’orchestra è formata dai migliori prodotti di un programma di educazione musicale portato avanti dal governo venezuelano che, grazie all’intervento dell’Unicef e Unesco, è riuscito a creare nel paese un sistema di cui fanno parte quindicimila insegnanti e trecento orchestre e cori giovanili. I ragazzi e bambini coinvolti sono oltre duecentoquarantamila, il novanta per cento dei quali di estrazione poverissima, raccolti dalla strada dove all’ordine del giorno vivono situazioni di droga e delinquenza e che hanno trovato nella musica una possibilità di riscatto.