293 Università USA si uniranno al boicottaggio di Israele

da hispantv

La campagna statunitense per boicottare il regime israeliano ha esortato gli studenti universitari del paese nordamericano ad aderire al movimento.

Gli attivisti del movimento per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) contro il regime israeliano hanno riferito il loro piano per lanciare una campagna più ampia per boicottare tale regime nel prossimo anno, con il sostegno di 293 consigli degli studenti universitari degli Stati Uniti, al fine di sostenere il popolo palestinese. Lo ha riferito il canale di notizie iraniano in lingua inglese Press TV.

La campagna si augura anche che la Chiesa Metodista Unita (UMC), che ha circa otto milioni di membri nel paese nordamericano aderisca al loro movimento, mettendo in evidenza l’aumento di atti di protesta contro il regime di Tel Aviv negli USA.

Un membro del BDS ha dichiarato che questa Chiesa terrà una conferenza il prossimo maggio, nello stato dell’Oregon (Nordovest degli Stati Uniti) per affrontare la questione e prendere provvedimenti.

Il 30 giugno scorso anche la Chiesa Unita di Cristo (UCC), congregazione protestante americana, ha fatto un appello per boicottare le aziende che sfruttano gli insediamenti illegali israeliani in Cisgiordania.

Il BDS un movimento pro-palestinese lanciato nel 2005 per chiedere la fine dell’occupazione della Palestina, l’uguaglianza per i cittadini arabi israeliani e il diritto al ritorno dei profughi palestinesi.

La campagna ha il sostegno di leader cristiani e di diversi Stati degli USA, ha raggiunto un certo seguito, soprattutto in ambito accademico e artistico, al punto da essere descritto come minaccia “strategica” da parte dell’ex direttore della Central Intelligence Agency, David Petraeus.

L’8 giugno scorso, l’ex presidente israeliano, Shimon Peres, ha dichiarato che il crescente boicottaggio internazionale contro il regime israeliano è una guerra unilaterale, che minaccia l’esistenza del regime.

Grazie al progresso di questo movimento filo-palestinese, i gruppi delle lobby sioniste hanno avviato a loro volta una campagna per vietare le attività del BDS.

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Francesco Guadagni]

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3 commenti

  1. Ma scusate… ma di quale apartheid si parla? Io me la ricordo quella sud africana: non c’era diritto di voto, c’erano luoghi per neri e luoghi per bianchi. In Israele gli arabi votano, sono nel governo, ci sono medici arabi negli ospedali israeliani, Ahmed Eid, chirurgo musulmano israeliano lavora nell’Hadassah hospital di Gerusalemme. Beduini, drusi e circassi sono nell’IDF alcune ragazze palestiesi isrealiane pure… di che apartheid parlate?

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    • Francesco Guadagni

       /  agosto 28, 2015

      Parliamo dell’apartheid dei muri nei territori occupati, di chi deve attraversare i check point, fare una fila che dura ore per ore per andare a lavorare. Alcuni punti di passaggio sono interdetti ai palestinesi. Poi ci sono le occupazioni delle moschee quando non le bruciano. Poi c’è l’apartheid di quelli che sono circondati dagli insediamenti sionisti e devono mettere le reti per impedire che gli venga lanciata la spazzatura nelle loro case. Peccato che queste reti non impediscano il lancio di urina e feci. Oppure di quella che impedisce ai calciatori palestinesi di praticare la pericolosa attività terroristica di giocare una partita di calcio. Sono gli stessi sud africani che giudicano l’apartheid di israele peggiore di quella che c’era prima nel loro paese.

      Parole di un israeliano: https://www.youtube.com/watch?v=7XSlWd39XqY

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