di Percy Francisco Alvarado Godoy
Tratto da Descubriendo Verdades
Sebbene il gruppo terrorista Wilayat Sina, filiale egiziana dello Stato Islamico (ISIS), ha inviato un comunicato nel quale si dichiara responsabile del sinistro del volo 7K9268 della compagnia russa Kokavia o MetroJet, che copriva la rotta Sharm el-Sheik – San Pietroburgo, le autorità russe hanno smentito fino a questo momento la veridicità di tali informazioni.
L’aereo, un Airbus A321 – in volo da circa 18 anni – è precipitato al sud della località di El Arish, nel nord della penisola del Sinai (Egitto), provocando, così, la morte delle 224 persone che trasportava; tra questi vi erano 200 adulti, 17 bimbi e 7 funzionari addetti al volo.
Non pochi sono i dubbi sulla attendibilità del comunicato diffuso nelle reti sociali da parte del Willayat Sina. Infatti, nello stesso si afferma che “i soldati del califfato sono riusciti a abbattere un aereo russo che sorvolava lo Stato del Sinai con oltre 220 di obiettivi russi a bordo” (…) “Adesso i Russi e i loro alleati lo sanno, che non c’è sicurezza per coloro che violano lo spazio aereo della terra dei musulmani”.
Ciò nonostante, gli esperti militari considerano che i terroristi del Wilayat Sina, che operano nel nord del Sinai, non dispongono di missili capaci di raggiungere un aereo in volo a oltre 9.000 metri di altezza s.l.m. Ciò detto, tale analisi non esclude la possibile alternativa che, potrebbe essere stata collocata una bomba nell’aereo o – semmai – che ha perso il controllo ed è precipitato a causa di un problema tecnico.
D’altro canto, il ministro russo per i Trasporti, Maxim Sokolov, ha commentato quanto segue:
“Siamo in stretto contatto con i nostri colleghi egiziani e le autorità aeree di quel paese. In questo momento, non dispongo di nessun tipo di informazione che possa confermare siffatte insinuazioni”. Inoltre, è stato categorico nell’affermare che: “Questa affermazione non può essere data per certa”.
In un profilo Twitter è apparso un Tweet che riprende tale comunicato.
Suddetto comunicato è stato pubblicato anche nel sito Aamaq, una specie di “agenzia” di informazione dello Stato Islamico.
Fino a questo momento le indagini si muovono su un problema tecnico come causa del sinistro, tesi rafforzata in seguito al fatto che il sistema di regolazione nazionale dei Trasporti russo, il Rostransnador, ha dato inizio – su mandato del presidente Vladimir Putin – a un inchiesta sulla sede della Kogalymavia nell’aereoporto di Domodedovo, cosi come degli uffici dei Brisco, ubicati a San Pietroburgo. Le autorità russe stanno trattando come precedente il fatto che quell’impresa russa, lo scorso marzo del 2014, aveva riscontrato talune deficienze in certuni aerei della compagnia. Nel contempo, le indagini hanno rilevato alcuni campioni del combustibile presente all’interno dell’aereo nella località russa di Samara.
Questa ipotesi si rafforza dopo che è stato reso pubblico che gli assistenti di volo, prima di partire, avevano espresso le loro inquietudini sulle condizioni dell’aereo. Inoltre, anche il pilota del volo ha dichiarato qualche minuto prima del sinistro di aver riscontrato dei problemi tecnici nell’aereo, sollecitando un’atterraggio di sicurezza in un aeroporto. Questo – a quanto pare – è avvenuto pochi minuti prima di perdere del tutto i contatti tra il pilota dell’aereo e la torre di controllo egiziana; quindi, prima che l’aereo precipitasse.
Anche Vladimir Markin, portavoce del Comitato per le indagini preliminari, ha dichiarato che si è dato inizio a un’indagine sulla base dell’articolo 246 del C.P. della Federazione Russa, là dove si evince la volontà di perseguire legalmente le “Violazioni nelle norme di sicurezza del trasporto via terra, mare e aria”. Parimenti, si è reso noto che il ministro russo per le Emergenze, Vladimir Puchkov, è stato incaricato delle operazioni di ricerca e riscatto in Egitto.
Fonte: Rusia Today, Sputnik e agenzie varie.
[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Alessandro Pagani]