L’economia dopo la catastrofe

La economía después de la catástrofedi Atilio Boron

La Grande Depressione degli anni Trenta trascinò a fondo, nella sua caduta, l’ortodossia liberale, i cui pilastri erano la divisione internazionale del lavoro tra i Paesi avanzati e la periferia capitalistica produttrice di materie prime; il gold standard e la dottrina del laissez-faire che sanciva il primato assoluto dei mercati e, di conseguenza, lo “Stato Minimo” che si limitava a garantire che quest’ultimi portassero sotto la sua orbita le più diverse componenti della vita sociale, instaurando, di fatto, una vera e propria “dittatura del libero mercato”. Ma sul finire del 1929 scoppia la Grande Depressione e il mondo che emerge dalle ceneri della crisi è molto diverso: la divisione internazionale del lavoro comincia a vacillare perché alcuni Paesi della periferia iniziano un vigoroso processo di espansione industriale. Il gold standard fu sostituito, dopo un turbolento interregno che si sarebbe concluso solo con la fine della seconda guerra mondiale, dal dollaro, che fu introdotto come moneta di scambio universale perché a quel tempo non c’era altra moneta che potesse competere con essa per le distruzioni causate dalla guerra. E soprattutto la cosa più importante: i mercati furono sottoposti ad una crescente regolamentazione da parte dei governi, il che portò a rovesciare un’asimmetria che se prima era stata molto favorevole ai mercati, per poi cominciare a spostarsi a favore degli Stati. Di conseguenza la spesa pubblica richiesta dalle nuove esigenze di una cittadinanza mobilitata e rafforzata dalle lotte contro la depressione e dalla ricostruzione post bellica fece crescere notevolmente la dimensione dello Stato in rapporto al PIL, come mostra la tabella seguente.


Debito totale dei governi, 1900, 1929, 1975
(% del Pil)


1900         1929         1975
__________________

Germania                     19.4          14.6          51.7

Regno Unito                 11.9          26.5          53.1

Stati Uniti                       2.9            3.7          36.6

Giappone                        1.1            2.5          29.6

Fonte: IMF Data, Fiscal Affairs Departmental Data, Public Finances in Modern History

 

Le cifre parlano da sole e ci risparmiano di dover ricorrere a complicate argomentazioni per dimostrare l’enorme portata del cambio di paradigma della governance macroeconomica del capitalismo dopo la Grande Depressione e la Seconda Guerra Mondiale. La Germania ha più che triplicato la spesa pubblica tra il 1929 e il 1975; il Regno Unito l’ha aumentata di poco più del doppio e gli Stati Uniti e il Giappone rispettivamente quasi di dieci e dodici volte! Più Stato che mercato per sostenere il processo di democratizzazione e di cittadinanza del dopoguerra. La salute, la sicurezza sociale, l’istruzione, l’abitare e tutti i beni pubblici che lo Stato deve garantire sono stati i motori della crescente centralità dello Stato nella vita economica e sociale.

Ma questo non è tutto: un altro aspetto da sottolineare è che una volta esaurito il ciclo keynesiano nel 1974/75 e realizzato il nefasto ritorno del liberalismo (ora addolcito con il prefisso “neo”, per indurre l’ingenuo a credere che si tratti di una formula innovativa) in nessuno di quei Paesi lo Stato si è ridotto al livello che aveva alla vigilia della Grande Depressione, stravolgendo il ruolo di centro gravitazionale ormai assunto nelle economie. Il ritmo di crescita conobbe un rallentamento e la spesa pubblica si ridusse, soprattutto in Gran Bretagna (sotto il Thatcherismo) e in Germania (con la truffa della “terza via”) e meno negli Stati Uniti e in Giappone. Ma anche così, nel 2010, questi quattro paesi erano ancora, in termini di peso dello Stato, ben al di sopra dei livelli esibiti durante il periodo di massimo splendore del liberalismo dei primi tre decenni del ventesimo secolo. Anche tenendo conto dei tagli avvenuti negli ultimi dieci anni, lo Stato ha un peso ancora superiore rispetto al 1929.

Quale sarebbe la conclusione da trarre da quest’analisi? Che la pandemia che oggi colpisce il pianeta, avrà un impatto pari o superiore a quello della Grande Depressione e della Seconda Guerra Mondiale. Il capitalismo europeo e americano, che aveva già dato chiari segnali di avvicinarsi a un’imminente recessione, sarà spazzato via dalle conseguenze economiche dell’attuale catastrofe sanitaria. E la via d’uscita da quella crisi avrà come uno dei suoi segni distintivi il fallimento ideologico del neoliberismo, con la sua stupida fede nella “magia dei mercati”, nelle privatizzazioni e nelle deregolamentazioni, e nella presunta capacità delle forze di mercato di allocare razionalmente le risorse. Questo costringerà ad una profonda revisione del paradigma delle politiche pubbliche a partire dall’assistenza sanitaria e, subito dopo, dalla previdenza sociale, come preludio a quella che sarà la battaglia decisiva: mettere sotto controllo il capitale finanziario e la sua rete globale che sta soffocando l’economia mondiale, causando recessioni, aumentando la disoccupazione e portando la disuguaglianza economica a livelli estremamente elevati. Un capitale finanziario ultra parassitario che finanzia e protegge le mafie dei “colletti bianchi” e che, con la compiacenza o la complicità dei governi dei capitalismi centrali e delle istituzioni economiche internazionali, crea “paradisi fiscali” che facilitano l’occultamento dei loro crimini e l’evasione fiscale che impoverisce gli Stati privandoli delle risorse necessarie per garantire una vita dignitosa ai propri popoli.

Questo è il mondo che verrà una volta che la pandemia sarà un triste ricordo del passato. Naturalmente, a quel punto le forze popolari dovranno essere molto ben organizzate e coscienti (e coordinate a livello internazionale) perché questi cambiamenti non saranno un regalo di una borghesia imperialista pentita dei suoi crimini e disposta ad abbandonare i suoi privilegi, ma dovranno essere conquistati attraverso grandi mobilitazioni e lotte sociali per imporre un nuovo ordine economico e sociale post-capitalista. Ci vorrà coraggio per combattere per la costruzione di quel nuovo mondo, ma anche intelligenza per stimolare la coscienza critica delle grandi masse popolari ed evitare che cadano, ancora una volta, nelle trappole che gli stregoni del neoliberismo stanno già preparando. Hanno un obiettivo molto chiaro: dopo la pandemia, che tutto rimanga uguale. Dobbiamo essere pronti ad affrontarli e ad assumerci la responsabilità di realizzare esattamente il contrario: che nulla rimanga uguale, illuminando con le nostre lotte e con la nostra coscienza i contorni della nuova società che sta lottando per nascere. Una società, insomma, dove la salute, la medicina, l’istruzione, la sicurezza sociale, l’abitare, i trasporti, la cultura, la comunicazione, la svago, lo sport e tutte le cose che fanno la vita dignitosa non siano più merci, ma acquisiscano il loro irrinunciabile status di diritti universali. E questa sarà una grande opportunità per cercare di farlo.

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Alessio Decoro]

La povertà in Inghilterra e in Venezuela

Risultati immagini per marcha chavistadi Pino Arlacchi

Roma, 15 luglio 2019.- Mi sto occupando in questi giorni del problema della povertà in Venezuela, cresciuta a causa soprattutto delle feroci sanzioni americane che sono costate al paese 230 miliardi di dollari su un PIL di 150.

Ma è piombato oggi sulla mia scrivania un rapporto sulla povertà in Gran Bretagna, quinta potenza del mondo e patria del capitalismo finanziario più aggressivo d’ Europa. E’ un lavoro ben documentato, prodotto dall’Human Rights Council dell’ ONU, secondo cui 14 milioni di persone, il 21% della popolazione inglese, vivono in condizioni di povertà. Di queste, 4 milioni si trovano sotto il 50% della soglia di povertà. Ciò significa che, tra i disagi vari, hanno il problema di mangiare regolarmente

Inoltre, quasi un terzo dei bambini inglesi sono in condizioni di povertà, e nel giro dei prossimi due anni, se le politiche sociali resteranno invariate, il Regno Unito si troverà ad avere una quota dickensiana di bambini poveri: il 41%.

Già oggi, le autorità scolastiche inglesi segnalano un aumento dei bambini che arrivano a scuola affamati, e gli insegnanti organizzano raccolte di cibo da inviare alle famiglie di provenienza in modo da non farli arrivare a scuola a stomaco vuoto.

Leggevo tutto questo mentre mi informavo sulla distribuzione, ogni due settimane, di un consistente pacco alimentare al 75% della popolazione venezuelana da parte del governo, ed alle politiche sociali che forniscono quasi gratuitamente a tutta la popolazione povera tutti i servizi pubblici essenziali (sanità, istruzione, alloggio, trasporti energia, carburanti, pensioni, assistenza disabili ed altro).

Certo, la qualità di questi servizi è quella che è. Ma il Venezuela sta in America Latina e non in Scandinavia. La deprivazione della sua popolazione povera va confrontata con quella, molto superiore, dei suoi vicini colombiani e brasiliani, come risulta dai dati ONU sullo sviluppo umano. E tutto ciò nonostante quasi 5 anni di barbare sanzioni, che hanno dimezzato il PIL del paese.

Leggevo tutto questo e mi è venuta la curiosità di andare a cercare gli ultimi dati sui senza casa nel Regno Unito. Le cifre che riguardano le famiglie senza alloggio ed i barboni che dormono di qua e di là (The Guardian, 22 nov.2018. At least 320.000 homeless people in Britain).

I senzatetto inglesi sono 320mila (Italia 51mila, con popolazione quasi uguale). Sono raddoppiati negli ultimi decenni, nonostante la disoccupazione si sia ridotta ai minimi. Di questi, quasi la metà, 170mila, si aggira per Londra (Roma 14mila), capitale mondiale della finanza neoliberale.

Non mi è successo, a Caracas, di imbattermi in così tanti poveracci abbandonati per strada. Forse perché la feroce dittatura li fa scomparire, mentre il Regno di Sua Maestà li esibisce a riprova della superiorità della democrazia liberale.

 

Solidaridad Internacional con Julian Assange

L'immagine può contenere: 1 persona, testopor Solidaridad Internacional con Julian Assange

11apr2019.- Las organizaciones y personalidades firmantes expresamos nuestra solidaridad internacional con Julian Assange quien ha revelado información importante y necesaria para la humanidad toda acerca de las atrocidades y brutalidades cometidas por el Imperio en todo el mundo.

Así mismo repudiamos la actitud cipaya y traicionera del nefasto presidente de Ecuador Lenin Moreno. Esta no es más que una absurda maniobra de arrodillarse ante la Corona Británica y al presidente de EEUU Donald Trump.

La lucha contra el imperio, la justicia y la igualdad mundial nos hermana
Exigimos la inmediata libertad y el respeto de los derechos humanos. Y que no sea extraditado a los EEUU.

Firman Personalidades del Mundo:

1. Adolfo Pérez Esquivel, premio Nobel de la paz
2. Martin Almada (Paraguay) Premio Nobel Alternativo 2002, Miembro del Comité Ejecutivo de La Asociación Americana de Juristas Miembro de La REDH
3. Mel Zelaya, ex presidente de Honduras
4. Fernando Lugo; ex Presidente de Paraguay, actual Senador del Frente Guasu, Paraguay
5. Mariela Castro Espin, Diputada Nacional del Poder popular. Cuba
6. Piedad Córdoba, ex candidata a presidenta de Colombia
7. Yeidckol Polenvnky. Ex senadora. Presidenta de MORENA. Mexico
8. Manolo Pichardo, presidente de la Copppal, conferencia Permanente de partidos políticos de América latina y el caribe
9. Mónica Valente. Secretaria Ejecutiva del Foro de São Paulo
10. Ricardo Patiño, Canciller de Ecuador 2010-2016
11. Bélgica Guaña, Concejal Laborista distrito de Newham de Londres
12. Sixto Pereira, Senador Nacional del Frente Guasu. Paraguay 
13. Esperanza Martínez, Senadora Nacional del Frente Guasu. Paraguay
14. Carlos Filizzola, Presidente del Frente Guasu y Senador Nacional
15. Hugo Richer, Senador Nacional del Frente Guasu, Paraguay 
16. Jorge Querey, Senador Nacional del Frente Guasu, Paraguay
17. Adolfo Mendoza Leigue, Senador del Estado Plurinacional de Bolivia
18. Alejandro Navarro Brain, Senador de la República de Chile – Presidente de la Comisión de Derechos Humanos del Senado
19. Hugo Gutiérrez Diputado de Chile
20. Vladimir Cerrón, Presidente del Partido Perú Libre y Gobernador de la Región Junín
21. Mario Secco, Presidente Partido Frente Grande, Intendente del Municipio de Ensenada, Provincia de Buenos Aires, Argentina
22. Raúl Torres, diputado Asamblea Nacional, Cantautor, Cuba.
23. Ignacio Copani Canta-autor Argentino
24. Manuel Dammert Egoaguirre, congresista de Nuevo Perú, de Perú
25. Richard Arce Cáceres, congresista igualmente de Nuevo Perú
26. Jorge Rivas, ex diputado nacional. Titular de Socialismo para la Victoria. Argentina.
27. Rafael Méndez, diputado del PLD, República Dominicana. Copresidente de la Internacional Guevarista
28. Roy Daza, escritor y periodista venezolano, Integrante de la Comisión de Asuntos Internacionales del PSUV
29. Mónica Valente, Secretária Ejecutiva del Foro de São Paulo
30. Alicia Muñoz, ex ministra de gobierno de Bolivia
31. Nila Heredia Miranda, ex Ministra de Salud del gobierno del MAS – Bolivia
32. Hugo Moldiz, ministro de gobierno 2015 Bolivia
33. Carlos Fonseca Terán, Secretario Adjunto de Relaciones Internacionales del FSLN Nicaragua
34. Miguel Mejia, Ministro de Integración Regional y Secretario General del MIU Movimiento Izquierda Unida de República Dominicana
35. Juan Gómez, Fuerza de la Revolución, Rep. Dominicana
36. Nora Cortińas, Madres de Plaza de Mayo
37. Graciela Palacio de Lois, Fundadora de Familiares de Desaparecidos y Detenidos por Razones Políticas, Argentina
38. Atilo Boron, analista internacional
39. Stella Calloni, periodista y Analista Internacional
40. Ricardo Forster (filósofo, UBA, Argentina)
41. Oscar Laborde, diputado del Parlasur. Argentina
42. Fabio Basteiro, Presidente Unidad Popular. Caba. Argentina.
43. Álvaro Campana Ocampo, Secretario General del Movimiento Nuevo Perú.
44. Walter Aduviri líder aymara y gobernador de Puno y del partido mi región de ouno
45. Max Puig, presidente de la APD de República Dominicana, ex senador y ex ministro de medioambiente y recursos naturales y ex ministro de trabajo
46. Fidel Santana, diputado de República Dominicana. Presidente del Frente Amplio. Integrante de la internacional Guevarista
47. Alba Estela Maldonado, ex diputada al Congreso de Guatemala.
48. Carlos Aznarez (Coordinador del Periódico Resumen Latinoamericano)
49. Víctor Kot Secretario, General Del Partido Comunista De La Argentina
50. Alejandro Rusconi (Secretario de Relaciones internacionales Movimiento Evita)
51. Narciso Isa Conde (Presidente Ejecutivo de la Internacional Guevarista)
52. Jorge Kreines, Relaciones Internacionales del Partido Comunista De La Argentina
53. Lois Pérez Leira (coordinador General de la Internacional Guevarista)
54. Ezequiel Lopardo (Mesa Promotora de la Corriente NuestraPatria)
55. Jorge Drkos – Secretario de relaciones internacionales del Frente Transversal
56. Silvia Solorzano, Medica guatemalteca Miembro del Consejo Político del Partido URNG-MAIZ
57. Carolina Aedo, Vicepresidenta de Relaciones Internacionales. Partido Progresista de Chile.
58. Nestor Kohan, Universidad de Buenos Aires (UBA)
59. Juan Contreras, Coordinadora Simón Bolívar, la Radio Al Son Del 23 y el camarada Ex Diputado por el PSUV
60. Francisco Cafiero Vicepresidente Copppal
61. Osvaldo Chato Peredo. Copresidente Internacional Guevarista. Bolivia.
62. Graciela Rosenblum, Presidenta Liga Argentina por los Derechos humanos
63. Dra Fernanda Pereyra, Fundación de Investigación y Defensa Legal Argentina
64. Iris de Avellaneda, Copresidenta de la liga argentina por los derechos humanos
65. María Helena Nadeo, coprepresidenta Asamblea Permanente por los Derechos Humanos.
66. Tito Olivo, Alianza Democrática Republica Dominicana
67. Luisa Martin, presidenta de la Federación Republicana. Espańa.
68. Ricardo Gadea Acosta, presidente de la Coordinadora Peruana Ernesto Che Guevara Vicepresidente de la Internacional Guevarista Peru
69. Leonel Falcón Guerra, Secretario Nacional de Relaciones Internacionales del Partido Humanista Peruano y de Juntos por el Perú
70. Carlos Romainville Vasquez (Perú)
71. William Chavez (Perú)
72. Roberto Sánchez Palomino Presidente del Partido Humanista Peruano – Frente Político Junto por el Perú.
73. Balbina Mena Coordinadora Política Organización política Rojos Honduras
74. Alberto Gálvez Olaechea preso 27 años como dirigente del MIR y del MRTA Perú Vicepresidente de la Internacional GuevaristaVanessa Arce, Coordinara General, Internacional Guevarista Venezuela
75. Ricardo Canese. Secretario de Relaciones Internacionales del Frente Guasu y Parlamentario del Mercosur
76. Guillermo Verón De Astrada. Sub Secretario de Relaciones Internacionales del Frente Guasu.
77. Florencia Lagos Neumann. Corresponsal de Prensa de Crónica Digital y Analista Internacional
78. Belén Calcagno Valdés, Vice Presidenta Regional de Género, Partido Progresista de Chile, Región del Biobío
79. Camilo Lagos, Presidente Partido Progresista de Chile
80. Renzo Galgani, Vicepresidente Partido Progresista de Chile
81. Marcelo Cardenas, Vicepresidente Partido Progresista de Chile
82. Rodrigo Pinto, Presidente de la Juventud Progresista de Chile
83. Luis Jara Correa, Vicepresidente Nacional de Organizaciones Sociales, Partido Progresista de Chile
84. Pedro Abarca Castro, Vicepresidente partido Progresista de Chile, Encargado territorial
85. Carolina Ceballos, Presidenta Regional Bio Bio, Partido Progresista de Chile
86. Guillermo Pérez, Secretario General Juventud Progresista de Chile
87. Juan Bravo – Dirigente Secundario Juventud Progresista de Chile
88. Alan Fancelli – Vicepresidente de Organizaciones Juventud Progresista de Chile
89. Iván Escobar – Coordinador Estudiantil Juventud Progresista de Chile
90. Héctor Paz – Vicepresidente de la Juventud del Partido Progresista de Chile
91. Andrea Condemarin, tesorera Partido Progresista de Chile
92. Veronica Cifuentes, Vicepresidenta de comunicaciones Partido Progresista de Chile
93. Ricardo Godoy, Vicepresidente de Programas y Formación Partido Progresista de Chile
94. Esteban Silva Cuadra, Presidente Movimiento del Socialismo Allendista-MDP, Chile
95. Patricio Guzmán, Secretario General Movimiento del Socialismo Allendista-MDP, Chile
96. Guillermo Teillier del Valle, Presidente del Partido Comunista de Chile
97. Patricio Mery Bell, periodista chileno
98. Ciro Brescia, ALBAinformazione, Italia
99. Jandir Santin – Brasil
100. Paulo Gomes Neto – Brasl
101. Geraldo Jorge Sardinha –Brasil
102. Ricardo Zuniga Garcia – Niacarágua
103. Sandra Cabral Da Conceição – Brasil
104. Natal Aparecido Calixto Barbosa – Brasil
105. Leandro Nascimento Bertoldi – Brasil
106. Gina Carla Bastos – Brasil
107. Alberto Quintanilla congresista de Nuevo Perú
108. Richard Gonzáles secretario general de Poder Democrático Regional (PDR) Partido regional DEL Perú
109. Ana Muñoz, Rueda de la Secretaría de RRII del Partido Socialista del Perú
110. Julio Fuentes, Presidente Clate
111. Edgardo Depetri, Secretario General del Frente Transversal Argentina
112. Boris Ríos, Movimiento Guevarista – Cochabamba
113. Julio Gambina, Fundación de Investigaciones Sociales y Políticas, Argentina.
114. Rosa María Cabrera Lotfe, Ex Diputada Federal por el Partido de la Revolución Democrática. Internacionalista y defensora de derechos humanos. Feminista
115. Paula Klachko, Redh capítulo argentino
116. Mabel Franzone, (Investigadora-docente)
117. Lorenzo Canizares, de Venezuela
118. Guillermo Sequera, Director AXIAL, Naturaleza y Cultura Paraguay
119. Fernando Sánchez T, Instituto de Amistad Colombo-Coreano
120. Freddy Araque, Poeta venezolano.
121. Roland Denis, Movimiento 13 de abril Venezuela
122. Mauricio Macossay Vallado, activista social y profesor de la Universidad Chapingo, en Mérida, Yucatán, México.
123. Cesar Montes, ex comandante. Guatemala
124. Oswaldo Canica, presidente de Tupamaros Venezuela
125. Luis Semprún, Coordinador de La Red Informativa del Zulia (REDIZ)
126. Yhonny García Calles, Biólogo Venezuela
127. Prof. Arturo Menéndez Cabezas, Universidad de Ciencias Médicas de Camagüey, Cuba
128. Montserrat Ponsa, Periodista y Delegada en Catalunya de Fundación Cultura de Paz
129. Agustín Velloso Santisteban, Madrid España
130. Franklin Ledezma Candanedo, Fundador y Directivo de organizaciones Bolivarianas y culturales, de la Comisión Anti Bélica de Panamá y del Comité Panameño Mar para Bolivia
131. Guillermo Orrego Wauqi, prensa popular-Perú
132. Fabiola González Vivas, Diputada de la AN en desacato. Venezuela. Partido Redes.
133. José Eulícer, Mosquera Rentería Colombia.
134. Nelly Méndez, Plenario De La Militancia De Almirante Brown Argentina
135. Freddy J. Melo, venezolano, escritor.
136. Aldo Casas, antropólogo, Redacción de la Revista Herramienta
137. Fernando Medina, Docente en la Universidad Bolivariana de Venezuela
138. Claudia Viviana Norma Fernández, Ex-Comite por la Libertad de los Cinco. Movimiento de Solidaridad con Cuba.
139. Jesús Paredes (Profesor UCV, Venezuela)
140. Bernadette Paredes Vargas, Empleada Pública
141. Eugenio Alambario, VTV Canal 8, Venezuela
142. Lluís Alòs, Professor Universitat de Barcelona, Catalunya
143. Manuel Cabieses Donoso, periodista, Chile
144. Federico Tártara, Periodista
145. Alejandro Dausá, Teólogo – BOLIVIA
146. Nancy Espasandin, Maestra y Politologa (Uruguay)
147. Alberto Rabilotta, Periodista Argentino-Canadiense.
148. Prof. Elsa Bruzzone CEMIDA (Centro de Militares para la Democracia Argentina)
149. Gilberto Ríos Munguía, Secretario General OPLN Honduras
150. Mario Hernández, Periodista y escritor
151. Héctor Espínola, Animador Radio Canut, Lyon-Francia
152. Dr. Hassan Dalband, Ciudad de México
153. Susana Fernández Periodista. Locutora Nacional. Argentina
154. Alexéi Moraga, Chileno residente en Suiza, Lausanne
155. Dominique Salomon, Barcelona
156. Federico Lopardo, Docente de la Catedra Libre de Soberanía Alimentaria de la UNLP Argentina
157. Lucinda Hernández, Venezuela
158. Amable Fernández, Escritor venezolano.
159. Juana León Sánchez, Jubilada Diplomada en Psicología Madrid – España
160. Rubén Darío Guzzetti, IADEG (Instituto Argentino de Estudios Geopolíticos) – IDEAL (Instituto de Estudios de América Latina) – CTA.
161. Pedro Tostado Sánchez Sociólogo, Madrid (España)
162. Rubén Tamborindeguy, Docente Argentino
163. Ing. Carlos Yuli (Delegado Internacional del Movimiento al Socialismo).
164. Mariam Jesus Garcia Martin, Ciberactivista por los DDHH y la Justicia
165. Dolores Gandulfo, Directora Observatorio Electoral de la Conferencia Permanente de Partidos Políticos de América Latina y el Caribe (COPPPAL)
166. Ricardo Luis Plaul, (Escritor) Frente Popular Antiimperialista (Argentina)
167. Maglio Vargas, Coordinador Nacional Cenprofordh Venezuela
168. Manuel Pardo de Donlebún, miembro del Frente Antiimperialista Internacionalista, España
169. Antonio Maira, Politólogo, Analista en medios alternativos.
170. Gustavo Esmoris, escritor, Uruguay
171. Fernando Martínez-Pereda Girón
172. Ricardo Acuña, pensionado, socialista
173. Roberto Baschetti, Argentino. Sociólogo e Historiador
174. Nora Patrich, Argentina, Artista Plástica.
175. Javier Madrazo, Ex Consejero Gobierno Vasco
176. Gerardo Pisarello, teniente alcalde de Barcelona
177. Guillermo Fernández, Cantante Y Compositor. Argentina.
178. Alicia Muńos, ex Ministra de Gobierno de Evo Morales. Bolivia.
179. Duarte Correa, Analista Internacional De Galicia
180. Modaira Rubio, Poeta Y Periodista, Venezuela
181. Sergio Ortiz, Periodista Argentino, Secretario General Partido de La Liberación PL.
182. Carlos Raimundi, Solidaridad e Igualdad,
183. Aníbal Ibarra, ex Jefe de gobierno Ciudad de BsAs.
184. Pedro Wasiejko, CTA,
185. Silvia Vilta, Corriente Isauro Arancibia,
186. Juan Hubieres, Presidente del Movimiento Rebelde, Rep. Dominicana (firma)
187. Pedro Franco, Sec. de RRII del Frente Amplio, República Dominicana
188. Gallego Fernández, Peronismo Militante
189. José Manuel Rivero Pérez, Abogado. Presidente de la Asociación de Amistad Canario Cubana Antonio Pérez Monzón
190. Alberto López Girondo, Periodista, Argentina
191. Elsa Osorio, Escritora, Argentina
192. Luis Ubertalli O., periodista, poeta, escritor y músico, buenos aires, argentina
193. Annalisa Melandri, activista derechos humanos, República Dominicana.
194. Alejandro Álvarez, del Amo Responsable de Compromiso Socialista. España
195. Sonia Brito, Diputada MAS, Estado Plurinacional de Bolivia, Presidenta de la Comisión de Derechos Humanos de la Cámara de Diputados
196. Antonio Criado, responsable Estatal de ISA, Andalucía.
197. Acacio Puig, Editor de Afinidades Anticapitalistas. (España)
198. Juliana Marino, exembajadora en Cuba Dip. Nac. (mc)
199. Ramón Pedregal Casanova, Escritor, Antiimperialismo e internacionalismo.
200. Luis D. Zorraquino, Filhos e Netos por Memoria, Verdade e Justiça. Rio de Janeiro. Brasil
201. Luis Andrés Paniagua Rodríguez Lingüista, Corrector y Escritor Universidad de los Andes Mérida Venezuela
202. Elsa Laborde, IDEAL CTA
203. María Leonor Moyano (Nora), Docente Jubilada UNCUYO. Mendoza. Argentina.
204. Bill Hackwell, Resumen Latinoamericano Edicion EEUU
205. Alicia Jrapko, Resumen Latinoamericano Edicion EEUU y co-presidiente de la Red Nacional de Solidaridad con Cuba en EEUU
206. Ilda Marques, editora. (Argentina)
207. Nicolas Doljanin, periodista y escritor, Premio Casa de Las Américas 2013. (Argentina)
208. Lic. Amabe Amalia Molinari (licenciada en Gestión Cultural- ARGENTINA)
209. Lic. Silvia Graciela Fois, Bibliotecaria Facultad de Filosofia y
Humanidades de la Universidad Nacional de Córdoba. Argentina
210. María Eugenia Claros Bravo, Directora Periódico Visión Z, Bolivia
211. Ilda Teresa Lucchini, Carta Abierta, Argentina
212. Guillermo Wierzba, economista, Argentina
213. Gerardo Lugo Segarra, Presidente del Partido Nacionalista de Puerto Rico
214. María Cristina Meneses Albizu-Campos, Vice Presidenta del Partido Nacionalista de Puerto Rico
215. Carol Bendaña, Periodista, Nicaragua
216. Fernando Arellano Ortiz, director Observatorio Latinoamericano http://www.cronicon.net
217. Fernando Tapia Rivera, ex director de la Facultad de Psicología. México
218. Armando Acevedo Maestro, México
219. María Elena Luna Ortega, México
220. Erol Polat, periodista ,de Kurdistan
221. Eduardo “Negro” Soares, Convocatoria Segunda Independencia
222. Adriana Fernandez, psicoanalista, miembro del consejo de Carta Abierta
223. Pilar Estébanez, España
224. Pepe Mejía, periodista y activista social, miembro de la Asociación Puentes No Muros. Madrid-Spain
225. Ricardo Canese, Parlamentario del Mercosur Frente Guasu, Paraguay
226. Wiliam Gudiño, Vocero de la Red Nacional de Comuneras y Comuneros de Venezuela
227. Antonio Cipolletta, Rete Italiana Solidarietà Rivoluzione Bolivariana

228. Eduardo Gonzales Viaña, novelista y escritor
229. Aida Garcia Naranjo, ex ministra de la Mujer y ex embajadora en Uruguay
230. Héctor Bejar Rivera, ex comandante del ELN y Sociólogo, Vicepresidente dela IG
231. José Pacheco Ampuero, maestro, Secretario General del Partido Pueblo Unido
232. Luis D Elia, preso politico, Presidente de Miles
233. Joel Linares Moreno, Poeta, Coordinador del Encuentro Poético del Sur, Venezuela/ Coordinador de Cultura de la Internacional Guevarista
234. Beatriz Talegon, periodista y abogada. Espańa
235. Carlos Pronzatto Cineasta y escritor. Brasil
236. Henrys Mogollón dirigente político PSUV, Venezuela
237. Julián Lacacta, Político Perú
238. Abelard Rodríguez i Llàcer (España)
239. Juan Carlos Tanus Tuiran, director asociación Colombianos en Venezuela y director nacional del Movimiento Colombianos por la paz . Venezuela
240. Félix de Alcazar, presidente Asociación de Colombianos en Venezuela.
241. Yolith campo Asociación Colombianos en Venezuela
242. Karelys Reyes, Coordinadora Nacional Chavez CONCHAVEZ, Dirigente político del Movimiento Electoral del Pueblo MEP, Directora del Círculo de Mujeres Loto Rojo
243. Jorge Diez, actor, director, escritor, docente. Director del grupo Planta Baja Teatro
244. Victoria Tedesco, Argentina
245. María Adela Antokoletz, Colaboradora de Madres de Plaza de Mayo Línea Fundadora Argentina
246. Nelson Magalhães da Costa Filho, Periodista Sao Paulo Brasil
247. Gustavo Guzman Castillo, España
248. José Luis Blanco, Argentina
249. Beatriz López Traductora Bs. As. Argentina
250. Cristian Mercado, Director Instituto Prisma, Argentina,
251. Xosé L. Rivera Jácome, Relacións Internacionais Confederación Intersindical Galega (CIG).
252. Rubén Sacchi, Poeta, Director de Revista Lilith
253. María Lucrecia Rovaletti, Prof. Emérita de la UBA, Argentina
254. Héctor Marrese, docente jubilado, Argentina
255. Félix Villarreal, Polo Ciudadano
256. Olmedo Beluche, Polo Ciudadano Panamá
257. Briseida Barrantes, Polo Ciudadano Panamá
258. Abdiel Rodríguez, Polo Ciudadano Panamá
259. Johana Garay, Polo Ciudadano Panamá
260. Aris Ridríguez, Polo Ciudadano Panamá
261. Mario De León, Polo Ciudadano Panamá
262. Alberto Espino, Polo Ciudadano Panamá
263. Tomás Correa, Polo Ciudadano Panamá
264. Jorge Rodríguez, Polo Ciudadano Panamá
265. Florencio Díaz, Polo Ciudadano Panamá
266. Virgínia Fontes – Historiadora – Rio de Janeiro – Brasil
267. Luciano Andrés, Valencia Escritor e historiador Argentina
268. Cintia Ini, Miembro de Carta Abierta y de Participación Popular\
269. Javiera Olivares M., ex presidenta del Colegio de Periodistas de Chile.
270. María Esther Burgos, Profesora Titular de la Universidad de Los Ades, Mérida, Venezuela
271. … 

Firman Organizaciones Políticas y Sociales:

Internacional Guevarista
Los Otros Judíos
Comité Internacional Paz, Justicia y Dignidad a los Pueblos

Alemania
CRC – HKB (comité Revolución Ciudadana en Hamburgo- Kiel – Berlin)

Argentina
CTA de Los Trabajadores
CTA Autónoma
Coordinadora Resistir y Luchar
Corriente NuestraPatria en Unidad Ciudadana
Movimiento Evita
Partido Comunista de la Argentina.
Resumen Latinoamericano
Liga Argentina por los Derechos Humanos
MPR Quebracho
Convocatoria Segunda Independencia
Frente Grande
Frente Transversal
REDH Capítulo Argentina
CTD “Aníbal Verón”
Tendencia Guevarista y el Movimiento Teresa Rodríguez
Movimiento De Los Pueblos – Por Un Socialismo Feminista Desde Abajo (Corriente Popular Juana Azurduy // Frente Popular Darío Santillán // Frente Popular Darío Santillán-Corriente Nacional // Izquierda Latinoamericana Socialista//Movimiento por la Unidad Latinoamericana y el Cambio Social)
CEMIDA (Centro de Militares para la Democracia Argentina)
Movimiento Estudiantil Liberación
Plenario De La Militancia De Alte Brown
FIDELA (Fundación de Investigación y Defensa Legal Argentina)
Solidaridad e Igualdad
RPL (Resistencia para la Liberación)
Centro Político, Social y Cultural El Plumerillo.
Red en Defensa de La Humanidad – Capítulo Argentina
Instituto Prisma

Asturias (Península Ibérica)
SOLdePaz.Pachakuti
Plataforma asturiana de Solidaridad con Chiapas.
Comité de Solidaridad con América latina.
Asamblea por la Paz de Siero.

Brasil
Coletivo Feminista Classista “Ana Montenegro”
Filhos e Netos por Memoria, Verdade e Justiça.
Partido Comunista Brasileiro – PCB,
União da Juventude Comunista – UJC,
Unidade Classista e o Coletivo Feminista Classista Ana Montenegro
Liga Latino Americana Dos Irredentos

Chile:
Partido Progresista
Movimiento del Socialismo Allendista-MDP,
Movimiento Democrático Popular- Frente Amplio.

Galicia (Península Ibérica)
Confederación Intersindical Galega (CIG).

Guatemala
Juventud del Movimiento Político Winaq

Honduras
Organización Política Rojo
Organización Política Los Necios (OPLN)

Líbano
Asociación de Solidaridad Árabe Latinoamericana ¨Jose Marti¨

México
Partido Comunista Mexicano
Juventud del Partido Comunista Mexicano
Partido del trabajo (PT)
Unidad de las izquierdas.
Sindicato Mexicano de Electricistas SME.
Movimiento de bases magisteriales de Tlaxcala.
Coordinadora Nacional de Trabajadores sin Salario Patronal.
Fundación desarrollo social y cultural Tlaneci a.c. México
Motor de Sueños.
Grupo Plural de San Luis Potosí.
Grupo Plural de Querétaro.
Movimiento Nacional Para la Construcción de Una Nueva Sociedad.
Unión de Ejidos de Lázaro Cárdenas, Michoacán.
Frente Amplio de Lucha Popular de Michoacán.
Frente Amplio de Lucha Popular de Querétaro.
Red de Municipios y Pueblos Costeros del Mar, Campo y Ciudad, Pueblos Indígenas y Actividades Múltiples.
Unión de Trabajadore Democráticos en Defensa del Petróleo.
Colectivo Sembrando Dignidad.
Frente Emiliano Zapata.
Colectivo Rosa Roja de Ecatepec.
Frente Nacional Para el Desarrollo Emiliano Zapata.
Coordinadora Socialista.
Movimiento Revolucionario del Magisterio.
Comité Ciudadano de Santa Inés, Azcapotzalco
Comuna en Ofensiva.
Colonos en Defensa de la Democracia de San Juanico.

Nicaragua
Frente Sandinista de Liberación Nacional.

Palestina
Frente Democrático para la Liberación de Palestina (FDLP)

Panamá
Polo Ciudadano
Coordinadora Victoriano Lorenzo “CVL”

Paraguay
Frente Guazu

Perú
Partido Humanista Peruano
Movimiento Comunitario Alfa y Omega
Partido Pueblo Unido
Asociación de Periodistas y Comunicadores de Prensa Nacional (ASPREN-PERÚ)
Partido Perú Libre
Movimiento Nuevo Perú

Puerto Rico
Partido Nacionalista de Puerto Rico
Movimiento Libertador
Juventud Nacionalista, Partido Nacionalista de Puerto Rico, Junta de Nueva York.
República Dominicana
Alianza por la Democracia
Fuerza de la Revolución
Frente Amplio
Movimiento Rebelde

Suecia
La Asociación Latinoamericana de Derechos Humanos de Gotemburgo

Uruguay
MLN Tupamaros
MPP

Venezula
Red Informativa del Zulia
PPT
PSUV
Tupamaros
Movimiento Nacional de Amistad y Solidaridad mutua Venezuela Cuba
Centro de promoción y Formación en Derechos Humanos (Cenprofordh)
Movimiento 13 de Abril
Asociación de Colombianos en Venezuela
Coordinadora Simón Bolivar

Mandar las Firmas en Adhesiones al Correo Elehctrónico: solidaridad.assange@gmail.com

(VIDEO) Julian Assange: el enemigo N°1

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Londra 17giu2017: le menzogne della BBC sul Venezuela Bolivariano!

Il Brexit e l’implosione dell’Unione Europea

mongolfiera ukdi Samir Amin

Traduzione dal francese di Lorenzo Battisti per Marx21.it

Pubblichiamo la traduzione italiana di questo testo che Samir Amin ci ha inviato qualche giorno fa. Esso ci sembra di particolare importanza per il modo in cui affronta, con le “lenti di Marx” e l’analisi degli interessi di classe, la questione della sovranità nazionale, prendendo nettamente le distanze dalle concezioni del “sovranismo” borghese: 

“La Gran Bretagna non intende certamente mettere in opera la propria sovranità per impegnarsi in una via che si allontani dall’ordoliberismo. Al contrario, Londra spera di aprirsi ancora di più soprattutto verso gli Stati Uniti (la Gran Bretagna non ha le reticenze di certi europei verso il trattato transatlantico di libero scambio TTIP), verso i paesi del Commonwealth e i paesi emergenti del Sud, che si sostituirebbero alla priorità europea. Nient’altro; e certamente non un migliore programma sociale. D’altra parte per i britannici l’egemonia tedesca è meno accettabile di quello che sembra per gli altri, in Francia e in Italia”. 

“I fascisti europei proclamano la propria ostilità all’Europa e all’Euro. Ma si deve sapere che il loro concetto di sovranità è quello della borghesia capitalista; il loro progetto è quello della ricerca della competitività nazionale all’interno del sistema dell’ordoliberismo, associato a campagne nauseabonde contro gli immigrati. I fascisti non sono mai i difensori della democrazia, neanche quella elettorale (salvo per opportunismo), e ancora meno lo sono di una democrazia più avanzata. A fronte della sfida, la classe dominante non ha esitazioni: meglio l’uscita fascista dalla crisi. Ne ha dato prova in Ucraina”.
Il nostro autore ribadisce quanto scrive da tempo: “Non c’è niente da attendersi dal progetto europeo, che non può essere trasformato dall’interno; bisogna decostruire per poi eventualmente ricostruire su altre basi. Poiché si rifiutano di arrivare a questa conclusione, molti movimenti in conflitto con l’ordoliberismo esitano riguardo agli obiettivi strategici delle loro lotte: uscire o restare in Europa (o nell’Euro)? In queste condizioni gli argomenti invocati dagli uni e dagli altri sono estremamente diversi, basati spesso su questioni insignificanti, a volte sui falsi problemi orchestrati dai media (la sicurezza, gli immigrati), che conducono a scelte nauseabonde, raramente sulle vere sfide. L’uscita dalla Nato, per esempio, è invocata raramente. Rimane il fatto che l’onda montante che si esprime nel rifiuto dell’Europa (come la Brexit) riflette la cancellazione delle illusioni sulla possibilità di una sua riforma. Ciononostante la confusione preoccupa”. 

“La difesa dell’illusione di una riforma impossibile dell’Europa non permette di evitarne l’implosione. Il progetto europeo si sbriciolerà allora a beneficio di una riemersione di quello che somiglia molto all’Europa degli anni ‘30 e ’40”

Samir Amin ribadisce la necessità di “un progetto di sovranità, con un contenuto esplicitamente popolare e democratico […] La sovranità nazionale è lo strumento inevitabile per l’avanzamento sociale e per il progresso della democratizzazione, al Nord come al Sud del pianeta. Queste avanzate sono guidate da logiche che si situano al di là del capitalismo, in una prospettiva favorevole all’emersione di un mondo policentrico e al consolidamento dell’internazionalismo dei popoli”.

Andrea Catone
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>>>continua>>>

Filmmaker inglesi chiedono di bloccare il cine-festival israeliano

da hispantv

Più di 40 registi e artisti inglesi chiedono che le sale cinematografiche fermino le proiezioni dei film israeliani a causa delle politiche adottate dal regime usurpatore contro i territori palestinesi.

Come riporta il The Guardian, i registi britannici hanno fatto un appello, attraverso una lettera, nel quale si chiede alle catene dei cinema, in tutto il Regno Unito, di cessare le loro proiezioni per il festival del cinema israeliano che si apre questa settimana.

«Questi cinema ignorano l’invito del 2004 da parte della società civile palestinese in merito alle sanzioni contro (il regime) Israele fino a quando non rispetta il diritto internazionale e finisca di allontanare illegalmente i palestinesi, la discriminazione nei loro confronti e l’occupazione delle loro terre», si legge nella lettera firmata da più di quaranta artisti e registi.

Il Festival del Cinema e della Televisione di Londra e Israele si aprirà con una serata di gala presso sala Bafta, domani. Le proiezioni sono in programma anche in altri sale, tra le quali Curzon Soho e Odeon Swiss Cottage, a Londra, secondo quanto riporta The Guardian.

Nella lettera si sostiene, inoltre, che poiché i film sono finanziati dal regime israeliano, attraverso la sua ambasciata a Londra, i cinema sono tacitamente compiacenti, politicamente, di questo regime.

«Questi cinema diventano complici silenziosi della violenza inflitta alla popolazione palestinese», si legge ancora nella lettera, aggiungendo che «questa collaborazione e cooperazione è inaccettabile. È assodato, comunque, che consapevolmente il regime di Tel Aviv ha fatto una violenta oppressione, sistematica e illegale sui palestinesi».

Infine, nella lettera, si precisa che l’intenzione non è di soffocare le voci dei singoli registi, ma di «rifiutare la partecipazione e il sostegno finanziario del regime israeliano».

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Francesco Guadagni]

Problemi alimentari per gli europei a causa delle politiche neoliberiste

bandiere-europeeda HispanTV

Secondo uno studio, il 50% degli europei per ragioni economiche, non può seguire una dieta variegata.

Uno studio commissionato dal Moviemnto ENOUGH di Elanco e realizzato dall’istituto SWG, coinvolgendo oltre 2000 persone provenienti da Italia, Germania, Francia e Regno Unito, ha rivelato che il pesce, la carne di manzo, e il maiale, figurano tra gli alimenti spesso assenti nella dieta.

Come ha spiegato il presidente di SWG, Maurizio Pessato, «questa carenza non è dovuta unicamente a scelte personali o gusti, ma è dettata da ragioni economiche».

Le zone più critiche sono Italia e Francia, dove si è registrata una drastica riduzione dei consumi di carne (79% in Italia e il 62% in Francia).

Le persone sottoposte all’inchiesta hanno riconosciuto che la loro dieta è stata ridefinita quando è iniziata la crisi, con la riduzione del consumo di alimenti costosi sostituiti da cibi più economici.

A questo proposito, l’accesso al cibo e la sua disponibilità, è visto come un problema reale il cui impatto può essere misurato nel campo della vita quotidiana. In particolare, l’Italia è il paese in cui questa percezione è più diffusa, con l’84 per cento degli intervistati che sostengono questo punto di vista.

Inoltre, secondo lo studio, gli europei prevedono due strade differenti ma complementari per risolvere il problema, tenendo in considerazione la responsabilità individuale del cittadino così come quella globale. Mentre la riduzione dei rifiuti alimentari e i piani educativi sono visti come priorità, vengono considerati fondamentali anche l’uso delle nuove tecnologie e i cambiamenti nei processi di commercio.

Infine, due intervistati su tre si sono a favore di un aumento degli investimenti in ricerca e tecnologia per affrontare la questione della sostenibilità del cibo e per migliorare l’efficienza della produzione agricola.

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Fabrizio Verde]

Nucleare: L’Iran vince la sua battaglia

da Spondasud.it

Gli Stati Uniti e le maggiori potenze mondiali, riunite a Losanna, hanno raggiunto l’accordo con l’Iran sul programma nucleare. L’intesa quadro, raggiunta dopo un periodo negoziale di 18 mesi e un rush finale di trattative durato otto giorni, stabilisce la tabella di marcia verso il documento finale, che sarà firmato il 30 di giugno. Il ministro degli Esteri iraniano Mohammed Javad Zarif si aspetta comunque  che l’accordo definitivo sul programma nucleare di Teheran sia anticipato.«Le soluzioni definite nel comunicato di Losanna – ha detto Zarif, citato dall’agenzia ufficiale Irna – serviranno come piattaforma sulla base della quale, se Dio vuole, la questione sarà finalizzata a maggio».

Per Zarif l’intesa raggiunta a Losanna è una ‘«soluzione ‘win-win’», ossia «vantaggiosa per tutte le parti», un accordo, ha detto, che mostra «come il nostro programma sia esclusivamente pacifico», ha detto citato dall’Irna, e non ostacola l’obiettivo iraniano di una energia atomica per scopi civili. «Continueremo nell’attività di arricchimento», ha spiegato, cosi come «nella ricerca e sviluppo» della tecnologia connessa, mentre il reattore di Arak sarà «modernizzato». «Abbiamo fatto un grande passo ma siamo ancora in qualche modo lontani da dove vogliamo essere», ha però aggiunto Zarif, auspicando che un accordo finale possa aprire la strada ad una maggiore fiducia tra gli Usa e l’Iran. Al suo arrivo a Teheran, Zarif è stato accolto da una folla di persone che esultavano per il risultato dei colloqui di Losanna.

IL DOCUMENTO – Con il documento sono state quindi stabilite le soluzioni chiave per un accordo a 360 gradi, che garantirà la natura esclusivamente pacifica del programma nucleare iraniano. Il documento stabilisce che non ci siano altre strutture di arricchimento dell’uranio oltre a Natanz (si parla di 5.000 centrifughe) e una joint venture internazionale per le strutture di reattori di acqua pesante. L’impianto-bunker di Fordow sarà convertito in un sito per la ricerca scientifica e non ci sarà all’interno più materiale fissile. Il reattore ad acqua pesante di Arak sarà modificato e il plutonio prodotto sarà trasferito all’estero.

Uno dei punti centrali è proprio la riduzione a due terzi del numero delle centrifughe: dalle attuali circa 19mila a 6.104, installate secondo i futuri accordi; l’uranio non sarà arricchito a oltre il 3,67 per cento nei prossimi 15 anni; l’attuale quantità di circa 10mila chilogrammi di uranio a basso arricchimento sarà ridotta a 300 chilogrammi di uranio a basso arricchimento al 3,67% per 15 anni.

Tutte le centrifughe e le strutture per l’arricchimento in eccesso saranno conservate sotto monitaraggio Aiea e usate solo in sostituzione di altre, mentre non saranno costruite nuove strutture per arricchimento per 15 anni. Il tempo di cui Teheran avrebbe bisogno oggi per ottenere materiale fissile per costruire un’arma nucleare oggi è di 2-3 mesi, ma con le nuove condizioni sarà esteso ad almeno un anno per un periodo di almeno dieci anni.

ISPEZIONI – L’Aiea avrà regolare accesso a tutte le strutture nucleari iraniane, tra cui Natanz e Fordo, anche sull’uso delle tecnologie; gli ispettori avranno accesso alla catena di rifornimento del programma nucleare, monitorando strettamente materiali e componenti, così come le loro origini. Tutte le centrifughe e le infrastrutture per l’arricchimento saranno rimosse da Fordo e Natanz, per essere poste sotto controllo dell’Aiea. Teheran ha concordato di applicare l’Additional Protocol dell’Aiea, che dà maggior accesso sia alle strutture dichiarate sia a quelle non dichiarate. Dovrà inoltre permettere l’accesso ai siti sospetti e notificare eventuale costruzione di nuove strutture.

SANZIONI – Altro punto riguarda le sanzioni: se sarà verificato che gli accordi saranno rispettati, verranno sollevate. Le sanzioni Usa e Ue legate al nucleare saranno sospese dopo che l’Aiea avrà verificato. Se in qualsiasi momento l’Iran non avrà rispettato i suoi impegni, saranno ripristinate. Tutte le precedenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza Onu saranno revocate simultaneamente a fronte del rispetti delle intese chiave (arricchimento, Fordo, Arak, Pmd, trasparenza). È prevista una nuova risoluzione Onu in proposito, in modo che eventuali dispute sul rispetto dei diventi punti siano risolte. Se questo sarà impossibile, le precedenti sanzioni saranno riattivate. Restano in vigore le sanzioni all’Iran legate a terrorismo, abusi sui diritti umani, missili balistici.

ZARIF, INTESA UTILE PER TUTTI,NON FERMA NUCLEARE CIVILE –  L’intesa raggiunta a Losanna è una ‘«soluzione ‘win-win’», ossia «vantaggiosa per tutte le parti». Così il ministro iranino Javad Zarif ha presentato l’intesa preliminare conclusa dopo un periodo negoziale di 18 mesi e un rush finale di trattative durato otto giorni. Un accordo, ha detto, che mostra «come il nostro programma sia esclusivamente pacifico», ha detto citato dall’Irna, e non ostacola l’obiettivo iraniano di una energia atomica per scopi civili. «Continueremo nell’attività di arricchimento», ha spiegato, cosi come «nella ricerca e sviluppo» della tecnologia connessa, mentre il reattore di Arak sarà «modernizzato». «Abbiamo fatto un grande passo ma siamo ancora in qualche modo lontani da dove vogliamo essere», ha però aggiunto Zarif, auspicando che un accordo finale possa aprire la strada ad una maggiore fiducia tra gli Usa e l’Iran.

ARAQCHI, RICONOSCIMENTO DIRITTO A NUCLEARE È RISULTATO PIÙ IMPORTANTE – Il riconoscimento internazionale del «diritto dell’Iran al suo programma nucleare» è «il più grande obiettivo» raggiunto dal paese nei negoziati« conclusisi ieri a Losanna. Lo ha detto il vice ministro iraniano degli Esteri, Seyyed Abbas Araqchi, che ha guidato la delegazione di negoziatori sul nucleare. Nel corso di un’intervista alla tv di stato Irib, il giornalista gli ha chiesto se fosse soddisfatto dell’accordo e Araqchi ha risposto: «Lo sono nel modo più assoluto». «Questa volta – ha proseguito – abbiamo raggiunto un punto dal quale è possibile concretizzare le richieste di base della Repubblica Islamica e questo è un risultato molto importante per il nostro paese». Parlando della strategia seguita nel corso dei 16 mesi di negoziati con il gruppo 5+1, il vice ministro ha affermato che si è trattato di una linea che ha permesso a tutti di vincere, perché »anche le preoccupazioni dell’altra parte sono state soddisfatte». «L’obiettivo dell’altra parte – ha spiegato – era quello di creare un clima di fiducia sul fatto che l’Iran non si muoverà verso una dimensione militare dell’energia nucleare. Il nostro obiettivo era rassicurarli su questo punto e ottenere in cambio la legittimazione delle nostre richieste di base, la più importante delle quali è il riconoscimento internazionale del nostro programma nucleare».

IRAN: NYT, ‘PROMETTENTE ACCORDO, ALLENTA 30 ANNI TENSIONI – Secondo il board del New York Times, in un editoriale dal titolo ‘un promettente accordo con l’Iran’, «L’accordo preliminare fra l’Iran e le maggiori potenze è un risultato significativo che rende più probabile il fatto che Teheran non sarà mai una minaccia nucleare».  L’accordo è più «specifico e ampio delle attese. Ci sono buone ragioni di scetticismo sulle intenzioni dell’Iran», ma con la «apertura di un dialogo fra Iran e America le trattative hanno iniziato ad allentare più di 30 anni di ostilità. Nel lungo termine, un accordo potrebbe rendere il Medio Oriente più sicuro e offre una strada all’Iran per riunirsi alla comunità internazionale».

AIEA DÀ BENVENUTO AD ACCORDO SU NUCLEARE, PRONTI A FARE VERIFICHE –  L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha dato il suo benvenuto all’accordo di principio siglato a Losanna sul programma nucleare iraniano, dicendosi pronta a fare le verifiche previste dall’intesa. «L’Aiea – recita un comunicato diffuso nella notte dall’agenzia di Vienna e firmato dal direttore generale Yukiya Amano – dà il benvenuto all’annuncio del gruppo 5+1 e dell’Iran sui parametri chiave per un piano d’azione complessivo comune. Con il sostegno del Consiglio dei governatori dell’Aiea, l’Agenzia sarà pronta a svolgere il ruolo di verifica dell’attuazione delle misure relative al nucleare, una volta che l’accordo sarà finalizzato».

NUCLEARE; INDIA SI RALLEGRA PER INTESA LOSANNA  – L’India si è rallegrata per l’intesa sul nucleare fra l’Iran e i negoziatori internazionali, perché «un risultato significativo sembra essere stato raggiunto con l’accordo sui parametri di una soluzione onnicomprensiva da negoziare entro il 30 giugno». Da sempre l’India, si dice in un comunicato diffuso a New Delhi, «ha mantenuto la sua posizione secondo cui la questione del nucleare iraniano doveva essere risolta pacificamente rispettando i diritti dell’Iran all’uso pacifico dell’energia nucleare». Ma anche, aggiunge il documento, «il forte interesse della comunità internazionale per la natura esclusivamente pacifica del programma nucleare iraniano». L’annuncio, si dice infine, «sottolinea il successo della diplomazia e del dialogo, che l’India ha sempre sostenuto e che speriamo conduca ad un accordo onnicomprensivo il 30 giugno».

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