L’arte e le forme di resistenza nei racconti di Terezin

terezin_01-1536x1024di Romina Capone

Sono trascorsi settantacinque anni dalla liberazione dei campi di concentramento nazisti di Auschwitz Birkenau da parte dell’Armata Rossa. Il Giorno della Memoria lo chiamano. Come se bastasse ricordare per addolcire, per un paio di giorni l’anno, il male che i nazisti hanno impresso nell’animo umano. C’è un concetto fondamentale attinente il capitolo Shoah della storia dell’uomo su cui è importante soffermarsi: l’arte e le forme di resistenza nei campi di concentramento. Perchè esistono infiniti modi di fare resistenza ed i deportati sopravvissuti ma anche quelli che morirono magistralmente ce lo insegnano. Il 27 gennaio si parla molto dell’Olocausto. Per non dimenticare. E per non dimenticare, come testimone di seconda generazione, Maria Teresa Iervolino compie un lavoro esemplare; lei è un’insegnate, unica traduttrice italiana ufficiale di Ivan Klíma ed attraverso i suoi libri parla alle nuove generazioni: lo ha fatto in due istituti scolastici rispettivamente il 28 e il 29 gennaio: al Liceo Scientifico Statale “Arturo Labriola” di Napoli sotto la presidenza di Luisa Vettone e al Liceo linguistico-classico e scientifico “Alfonso M. De’ Liguori” di Acerra accolti dal dirigente scolastico Giovanni La Montagna. Entrambe le scuole hanno aperto le porte a temi profondi. Insieme agli alunni ed al corpo docente si è discusso e riflettuto molto sulle barbarie compiutesi nel campo di concentramento di Terezin.84478453_10157345364241843_967412705927364608_n

Il campo degli artisti e dei bambini dove lo scrittore ceco Klíma fu deportato. Ed è proprio in questo campo di concentramento, non di sterminio, che la resistenza divenne attiva seppur passiva. Theresienstadt si trova a sessanta chilometri da Praga; è nota per aver concentrato nel campo i maggiori artisti, il fior fiore degli intellettuali ebrei mitteleuropei, pittori, scrittori, musicisti e con una forte presenza di bambini. Le SS utilizzarono a scopo di propaganda il campo. Quando un Capo di Stato faceva visita in quel campo tutto doveva apparire nelle migliori condizioni. Uno spettacolo terrificante. Venivano distribuite, solo a pochi eletti per il macabro show, doppie razioni di “pappa”. Solo per pochi eletti la doccia con l’acqua calda e abiti puliti. Solo per pochi eletti la vetrina finta del benessere. Loro, gli sfortunati pochi eletti immediatamente concluso il tour sarebbero partiti per l’Est. Senza mai più ritorno. Ad Est di Terezin vi è Auschwitz. La musica fu bandita ovunque quindi divenne clandestina, tranne a  Theresienstadt dove furono eseguiti centinaia di concerti con un pubblico misto di ebrei ed SS. Il repertorio proposto era infinito. I tedeschi non si resero conto di aver innescato una macchina inarrestabile di resistenza. Il maestro Angelo Branduardi introducendo un suo lontano concerto afferma che la musica crea una sensazione di ondeggiamento lontano, si muove in una sorta di magia, di sogno: è la sua tipicità. Trasporta. La musica non è qui e ora, trascende il concetto dell’oltre. Il musicista vede al di là del muro. La musica – spiega – è l’unica attività umana che riesce a conciliare l’inconciliabile. Si suona con l’anima, con la mente e con il corpo. La musica esprime sempre la potenza della vita e della gioia di vivere perché sconfigge la paura.

83485585_2979311488753711_2567585213949411328_oPer un secondo provate a contestualizzare: immaginate; usate la fantasia e non serviranno parole. 

Secondo l’Associazione Nazionale Ex Deportati nei Campi Nazisti il fermento musicale di Theresienstadt fu dovuto al fatto che molti artisti imprigionati cercarono di mantenere la loro identità musicale attraverso la prosecuzione delle loro attività precedenti e non solo: la musica diventa arma di ribellione, ed è usata come strumento per infondere sia la speranza in una possibile liberazione dal tiranno, sia la forza morale per poter agire in una tale condizione di dolore e disperazione. La fiaba offriva pertanto ai detenuti una via per allontanarsi dalla realtà e rifugiarsi in un altro mondo, per dare sfogo alle fantasie e ai desideri collettivi, identificando in quel malvagio, il tiranno invisibile della loro storia, Hitler, che finalmente erano riusciti, anche se “virtualmente”, a rovesciare. L’opera musicale Brundibar ha infuso nei prigionieri di Theresienstadt, seppur per breve tempo, la speranza, la voglia di continuare a vivere e a sperare in tutta una serie di cose che difficilmente essi avrebbero potuto immaginare di nuovo e rivivere. L’arte, più in particolare la musica, nel nostro caso assume dunque una funzione “catartica”, di purificazione dei traumi vissuti attraverso la rievocazione tragica degli stessi che quasi va sfumando nel comico, nel grottesco, spiga l’ANED. 

A Terezin vennero deportati  i bambini di età compresa tra 7 e 13 anni. Dall’analisi dei loro disegni si evince che non compare mai la figura umana (le uniche figure umane raffigurano deportati e sono stati disegnati sotto l’ordine imposto dalle SS di “disegnare cosa vedi”). Il disegno libero invece ritrae il più delle volte la natura (animali, fiori) o la propria abitazione. Pertanto considerando che il disegno della figura umana rappresenta l’espressione di sé, o del corpo, nell’ambiente, e l’immagine composita che costituisce la figura disegnata è intimamente legata al Sé in tutte le sue ramificazioni pertanto l’obiettivo dell’annullamento della persona voluto dai tedeschi nazisti stava funzionando. Storie di bambini sono contenuti nel nuovo libro di Maria Teresa Iervolino “Un Bambino a Terezin” Iod edizioni. 

terezin_imagefullwideLa resistenza nei campi di concentramento non è una resistenza armata partigiana. questa è una vera e propria resistenza della specie umana. Entra in gioco l’istinto di sopravvivenza: consapevolmente o meno i meccanismi psicologici e cognitivi si sono armati per resistere e lottare contro qualcosa che anche per l’uomo stesso è inconcepibile.

Incontro Mondiale contro l’Imperialismo: Conclusioni tavolo 1. Settore Lavoratori

INCONTRO MONDIALE CONTRO L’IMPERIALISMO
Per la vita, la sovranità e la pace
Venezuela, dal 22 al 24 Gennaio 2020

TAVOLO 1. SETTORE LAVORATORI.
NUMERO PARTECIPANTI: 87.
NUMERO PAESI PARTECIPANTI: 22.
PAESI PARTECIPANTI: BELGIO, IRLANDA, PALESTINA, COSTA RICA, PORTO RICO, MESSICO, RUSSIA, NICARAGUA, PERU, CUBA, GIORDANIA, COLOMBIA, REPUBBLICA DOMINICANA, ARGENTINA, BRASILE, AUSTRALIA, NIGERIA, ITALIA, CILE, USA, CATALOGNA, INGHILTERRA.
RELATRICI: ANDERSON. J. SÁNCHEZ S, C.I. 18.752.308 TELEFONO: 0414-466-19-19

CONCLUSIONI:
Noi, lavoratori partecipanti all’Incontro Anti-imperialista Mondiale, che si realizza nella Repubblica Bolivariana del Venezuela, esponenti di diversi settori e provenienti da diversi paesi, riconoscendo le particolarità e diversità organizzative della classe operaia, abbiamo convenuto di mettere in piedi una Grande Piattaforma Mondiale Unitaria dei Lavoratori e Lavoratrici contro l’Imperialismo, con lo scopo di consolidare l’unità della classe lavoratrice sindacalizzata e non; delle cappe professionali e tecniche; dei piccoli e medi produttori rurali, urbani e peschieri, come anche di altre organizzazioni della classe operaia, nella misura in cui questa sia disposta a trasformarsi in uno spazio di lotta anti-imperialista, che promuova il superamento delle forme di sfruttamento capitalista.
Di conseguenza, noi, organizzazioni e delegati partecipanti, proponiamo quanto segue:
• 1.-Costituzione
• Le delegazioni presenti al Tavolo Settoriale dei Lavoratori e Lavoratrici convengono di costituire le basi di una Grande Piattaforma Mondiale Unitaria contro l’Imperialismo.
• 2.-Gli obiettivi della Grande Piattaforma Mondiale Unitaria contro l’Imperialismo sono:
• 2.1.Consolidare l’unità della classe lavoratrice; delle cappe professionali e tecniche; dei piccoli e medi produttori rurali, urbani e peschieri, come anche dei movimenti e organizzazioni della classe operaia, disposti a costruire un rinnovato percorso di lotta contro l’imperialismo, utilizzando le nuove tecnologie e combattendo le nuove forme di sfruttamento.
• 2.2.Superare le diverse forme di sfruttamento capitalista, come anche garantire la produzione di beni e servizi, che assicurino nuove alternative economiche e soddisfino le necessità umane mediante la giusta distribuzione della ricchezza. Si tratta di creare le condizioni materiali, sociali e spirituali, che permettano la conformazione di spazi fondamentali per lo sviluppo integrale delle persone e realizzare una società giusta e amante della pace, basata sulla valorizzazione etica del lavoro e sulla partecipazione attiva, cosciente e solidaria dei lavoratori e lavoratrici nei processi di trasformazione sociale, alimentati dall’ideologia bolivariana.
• 2.3.-Promuovere politiche e azioni destinate alla Pace, l’indipendenza e la sovranità di ogni paese, rifiutando e denunciando tutte le minacce e aggressioni di diversa natura verso tutti i Governi Sovrani che non intendono servire le potenze egemoniche imperialiste.

• 2.4-Accompagnare in maniera solidale il popolo dei lavoratori e dei pensionati perché si sollevi contro le misure opprimenti del capitalismo contro il diritto a una vita degna.
• 2.5.-Unire tutti gli uomini e donne senza alcuna distinzione di professione, impiego o sindacaliazzazione, mediante interscambi formativi.
• 2.6.-Coordinarsi coi centri di studi costituiti per la liberazione e coscientizzazione della classe operaia, allo scopo di consolidare una rete di formazione.
• 2.7.-Incentivare le politiche orientate a garantire la sovranità economica dei nostri popoli, creando attraverso collegamenti tra i lavoratori e le lavoratrici nuove alternative basate sulle innovazioni tecniche, tecnologiche e dando vita a conoscenze scientifiche e umanistiche.
• 2.8.-Promuovere la lotta contro la precarizzazione del lavoro, per garantire lo sviluppo umano integrale e un’esistenza degna e accettabile per i lavoratori.
• 2.8-I restanti punti riguardano il tavolo settoriale e la sua struttura.
• 3.-Esponenti
• Sono esponenti della Piattaforma tutti quegli uomini o donne – Lavoratori e Lavoratrici, formali e informali, senza discriminazioni di impiego che formino parte delle cappe operaie, contadine, pescatrici, tecniche; dei piccoli e medi produttori rurali, urbani e peschieri; dei movimenti, sindacati, federazioni, confederazioni, centrali, fronti, brigate, consigli, partiti, tra le altre organizzazioni della classe operaia in lotta contro l’imperialismo.
• 4.-Articolazione strutturale
• La Piattaforma si avvarrà di una struttura di coordinamento di tutte le forze lavoratrici del mondo e si distribuirà a livello continentale, regionale e nazionale attraverso commissioni e delegazioni di collegamento con la classe operaia, convenendo sui seguenti punti:
• 4.1.-La Commissione Mondiale di Collegamento delle Forze del Lavoro sarà composta inizialmente dai partecipanti a quest’incontro. Avrà sede a Caracas, Venezuela, appena si approvi la creazione della Piattaforma Mondiale Unitaria dei Lavoratori e Lavoratrici contro l’Imperialismo. Questa commissione sarà responsabile di attivare le connessioni organizzative e di interscambio, allo scopo di intraprendere azioni da parte della classe operaia contro l’imperialismo. La menzionata commissione attuerà da Caracas, Venezuela, e promuoverà la creazione di sedi regionali nei distinti continenti delle organizzazioni che compongono la Piattaforma.
• 4.2- Delegazioni continentali, regionali e nazionali delle Forze del Lavoro promuoveranno il coordinamento e riconosceranno le specificità di ogni cultura, come anche delle diverse forme di organizzazione. Allo stesso modo, si dibatteranno i metodi di produzione, in una prossima riunione da convocarsi per l’anno in corso del 2020 a Caracas, Venezuela.
• 5.- Piano di lotta
• La Commissione Mondiale di Collegamento delle Forze del Lavoro dovrà presentare, considerando gli obiettivi qui esposti, un piano di lotta e di azioni concrete. A tal scopo, la Commissione convocherà, per il presente anno 2020, nella capitale della Repubblica Bolivariana del Venezuela, la prima Assemblea della Piattaforma Mondiale Unitaria dei Lavoratori e Lavoratrici contro l’Imperialismo.
• 6.- Interscambio
• Le delegazioni presenti si impegnano a formare un nucleo promotore, con l’obiettivo di coordinare gruppi di lavoratori, contadini, pescatori, operai qualificati e tecnici, come anche loro organizzazioni sindacali, federate, confederate rappresentative, disposte a incentivare gli interscambi e gli obiettivi alla base della costituzione di questa Grande Piattaforma.
• ACCORDI:
• Convengono nel dare vita a una Grande Piattaforma Mondiale Unitaria dei Lavoratori e Lavoratrici contro l’Imperialismo, che promuova l’unità della classe lavoratrice, delle cappe professionali e tecniche; dei piccoli e medi produttori rurali, urbani e peschieri, come anche dei movimenti e delle organizzazioni della classe operaia, disposti a costruire un rinnovato percorso di lotta contro l’imperialismo, utilizzando le nuove tecnologie e combattendo le nuove forme di sfruttamento. Le delegazioni presenti si impegnano a formare un nucleo promotore, con l’obiettivo di coordinare gruppi di lavoratori, contadini, pescatori, operai qualificati, tecnici, come anche di alcune loro organizzazioni sindacali, federate, confederate rappresentative, disposte a incentivare gli interscambi e gli obiettivi alla base della costituzione di questa Grande Piattaforma.
• RELATORE INTERNAZIONALE:
• Paese: Australia

• Indirizzo posta elettronica: paulkeating@mua.org.au

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Marco Nieli]

Livorno 7feb2020: Il Venezuela tra approfondimento rivoluzionario e minacce USA

Nessuna descrizione della foto disponibile.

Encuentro Mundial Contra el Imperialismo: Resolución Especial Sobre la “Cumbre Terrorista”

por Encuentro Mundial Contra el Imperialismo

El “Encuentro Mundial Contra el Imperialismo”, reunido en la Ciudad de Caracas, República Bolivariana de Venezuela, entre los días 22 y 24 de enero de 2020, aprueba la siguiente Resolución Especial Sobre la “Cumbre Terrorista y los Ejercicios Militares de EE.UU. en el Caribe”, con bases en las siguientes consideraciones:

La política guerrerista del gobierno estadounidense se inscribe en una apuesta geopolítica global que pretende mantener su supremacía por la vía de la fuerza militar.

Esto se acompaña de acciones terroristas, paramilitarismo, medidas coercitivas unilaterales, leyes extraterritoriales, invasiones, instalación de bases militares, entre otras agresiones.


En el caso de América Latina y el Caribe, la Casa Blanca mediante el Comando Sur, ha desplegado un dispositivo militar en la región para cercar a los pueblos que enarbolan las banderas de la soberanía y la autodeterminación de los pueblos. A tono con estas iniciativas el imperialismo asume la Doctrina de Guerra No Convencional, lo cual se ha constituido en una peligrosa amenaza para la paz del continente.


Consideramos que la realización de una “Cumbre Terrorista” convocada por el imperialismo estadounidense se erige como una amenaza criminal que proviene de una potencia genocida con un largo historial de ataques militares contra los pueblos del mundo. Se hace necesario denunciar que dicha Cumbre pretende legitimar acciones contra dirigentes antiimperialistas, gobiernos revolucionarios y pueblos soberanos.

Específicamente, en este momento el gobierno de Estados Unidos junto con las élites del continente, pretenden utilizar el argumento de la lucha contra el terrorismo para perpetrar nuevas agresiones tales como asesinatos selectivos contra dirigentes antiimperialistas de Nuestra América.

Por las razones expuestas, exhortamos a los partidos políticos y movimientos sociales a aunar esfuerzos en función de conjurar el peligro que representa la utilización del tema del terrorismo como excusa para subyugar a los pueblos e imponer una política neocolonial orientada controlar los recursos naturales de la región.

En este sentido, los asistentes a este “Encuentro Mundial Contra el Imperialismo”, CONDENAMOS el ataque contra la paz de Nuestra América, convocamos a defender la soberanía de las naciones de la región y por último, exigimos a la Casa Blanca respeto al derecho internacional público.

Dado en Caracas, Venezuela a los 22 días del mes de enero de 2020.

Encuentro Mundial Contra el Imperialismo: Resolución Especial Sobre Colombia

por Encuentro Mundial Contra el Imperialismo

El “Encuentro Mundial Contra el Imperialismo”, reunido en la Ciudad de Caracas, República Bolivariana de Venezuela, entre los días 22 y 24 de enero de 2020, aprueba la siguiente Resolución Especial Sobre Colombia, con bases en las siguientes consideraciones: La paz de Colombia continúa siendo una utopía para todos los Pueblos de Nuestra América. Más de dos siglos de guerra continuada han convertido a Colombia en un país donde los DD.HH., los acuerdos de la Convención de Ginebra y hasta el derecho internacional público, son constantemente violados por la oligarquía más violenta de la región que ha convertido a Colombia en el primer socio global de la OTAN en la región latinoamericana y caribeña, el principal productor de cocaína del mundo, la zona de reclutamiento predilecta de mercenarios para las corporaciones privadas que contribuyen
a la desestabilización del medio oriente y en el escenario de un genocidio contra líderes y lideresas sociales que implica un etnocidio contra las comunidades indígenas y afros, y el asesinato de quienes en general, defienden el derecho a la vida y el territorio.

Como si esto fuera poco, el actual gobierno uribista ha convertido al país en la punta de lanza de una guerra de aproximación indirecta contra la Revolución Bolivariana dirigida por los EE.UU. y procura implicar a ambas naciones bolivarianas en una guerra fratricida que podría ser la primera guerra del siglo XXI en esta región que hace casi seis años se declaró zona de Paz.

Por todo esto nosotros y nosotras participantes de este Encuentro Mundial contra el imperialismo, por la vida, la soberanía y la paz, queremos exigir al estado colombiano que ponga freno de una vez por todas al genocidio de líderes y lideresas sociales, defensores y defensoras de derechos humanos y ex combatientes de las FARC. Que cese de entregar la soberanía colombiana en la más indignante subordinación a los intereses imperialistas.

Reiteramos que no hay paz posible, sin soberanía, sin respeto de los derechos humanos ni sin justicia social, por eso manifestamos nuestro apoyo a quienes desde los campos, los barrios y las cárceles resisten y que en las recientes jornadas del gran paro nacional han expresado el dolor, la rabia y también el amor contenido en las gargantas de ese pueblo bolivariano que no quiere una guerra con Venezuela, que no quiere continuar desenterrando fosas comunes ni contando día a día los asesinatos sino que exige una salida política negociada al conflicto social y armado que vive hace más de cinco décadas. En este sentido es fundamental el cumplimiento de los acuerdos firmados en la Habana con las FARC-EP y la retoma de diálogos con el ELN, pero sobretodo que el
asesinato selectivo, la represión y la judicialización dejen de ser la única respuesta que el pueblo organizado recibe ante sus justos reclamos.

En este sentido, los asistentes a este “Encuentro Mundial Contra el Imperialismo”, EXIGIMOS al gobierno colombiano que deje de subordinar el Estado a los intereses estadounidenses y se aboque a la construcción de la Paz con Justicia Social, recuperando su soberanía y fortaleciendo la unidad de Nuestra América a la luz de los sueños que unieron a Bolívar y Nariño.

Dado en Caracas, Venezuela a los 24 días del mes de enero de 2020.

Por la Paz y la Amistad entre los Pueblos: Ni bloqueos, ni sanciones, ni amenazas

por Encuentro Mundial Contra el Imperialismo

Las organizaciones firmantes, participantes del Encuentro Mundial Contra el Imperialismo, Por la Vida, la Soberanía y la Paz. Celebrado en Caracas, Venezuela, patria de El Libertador Simón Bolívar, los días 22, 23 y 24 de enero de 2020. Ante la intensificación de los bloqueos y las sanciones económicas, comerciales, políticas y hasta culturales y deportivas contra aquellos pueblos que, libremente y ejerciendo su derecho a la autodeterminación, han decidido un modelo social y económico distinto al que imponen las potencias imperialistas a los pueblos del mundo, hacemos un llamado a la movilización y a la solidaridad activa contra cualquier agresión, amenaza e injerencia del imperialismo estadounidense y europeo.

Y por ello, manifestamos:

1. Nuestra solidaridad con la República de Cuba, la República Bolivariana de Venezuela, la República de Nicaragua, la República Popular Democrática de Corea, la República Árabe Siria, Palestina y la República Islámica de Irán; quienes sufren criminales bloqueos y sanciones con la única intención de doblegar la resistencia de sus pueblos para forzar la instauración de regímenes dóciles y sumisos a los intereses de las potencias imperialistas y de los grandes monopolios.

2. Que el régimen de sanciones impuesto tiene un carácter criminal, afectando fundamentalmente a la alimentación y la salud de los pueblos, causando miles de muertes. Estas sanciones afectan con especial crueldad a la infancia, a las personas mayores y a los enfermos.

3. Que los bloqueos y sanciones, las injerencias políticas son actos de agresión, y, por lo tanto, cualquier respuesta defensiva es legítima y merece nuestro apoyo. Las sanciones y bloqueos son el preludio de agresiones de carácter violento, ya sean revueltas y golpes de Estado a través de agentes mercenarios como en Venezuela o Nicaragua, o agresiones militares como en Siria, Libia o recientemente en Irán con el infame asesinato del general Soleimani.

4. Que tanto las sanciones y bloqueos se ejercen como arma de guerra por los “matones” imperialistas sin amparo de ninguna reglamentación internacional, a la que desconsideran y menosprecian en toda su normativa jurídica.

5. Que las sanciones y bloqueos del imperialismo, al imponerse con carácter extraterritorial, obligan a sus estados aliados a desarrollar las mismas, convirtiéndolos en cómplices de estas formas de violencia.

6. Que, por su naturaleza intervencionista y bélica, las sanciones y bloqueos atentan contra la Paz y la soberanía e independencia de los pueblos.

7. Que las sanciones son una forma de expoliación y robo contra estados y personas, a las que se les incauta los bienes materiales y financieros que se encuentran, legalmente, en otros territorios.

Por todo ello nos comprometemos a movilizarnos y luchar contra cualquier tipo de injerencia y agresión contra las naciones libres del mundo, a trabajar por fortalecer el Consejo Mundial por la Paz y a exigir a nuestros respectivos gobiernos y a las instituciones internacionales el fin de las sanciones, bloqueos e injerencias.

Llamamos a participar en la jornada mundial antiimperialista del 25 al 30 de mayo de 2020, y nos comprometemos a intensificar la lucha y la coordinación internacional contra el imperialismo.

Caracas 24 de noviembre de 2020

(FOTO+VIDEO) Entrevista a Valentín Santana del “Colectivo La Piedrita”

por Luis Matute

Parroquia 23 de Enero, Sector El Observatorio, Caracas, República Bolivariana de Venezuela.

24ene2020.- En una soleada y hermosa mañana, con una maravillosa vista frente al majestuoso Waraira Repano, conocido como el cerro El Ávila, en la populosa parroquia 23 de enero, del sector El Observatorio, entrevistamos a Valentín Santana, fundador del “Colectivo La Piedrita”.

Buenos días Valentín, dicen que venir a La Piedrita es como impenetrable, queremos que con tus propias palabras nos digas cual es la realidad del Colectivo La Piedrita y quién es Valentín Santana.

Saludos a los revolucionarios del mundo, estamos aquí, en este humilde territorio La Piedrita, un territorio que tiene 35 años de lucha, yo soy el fundador y le doy la bienvenida a los compañeros que se encuentran aquí. Bienvenidos a la República Bolivariana de Venezuela.

Valentín háblanos cómo creaste o como fundaste la famosa Piedrita, ya que mucha gente le tiene temor y dicen que es imposible llegar acá.

Que le tengan miedo, tiene que tenerle miedo el imperialismo, los enemigos de la Patria, para eso nació La Piedrita, para que los enemigos de la Patria le tengan miedo, le tengan culillo.

¿Cómo nace La Piedrita?

Bueno, un 26 de diciembre hace 35 años. Vengo de una experiencia armada en lo urbano, tuve un accidente un 8 de octubre y dentro del reposo yo decía, yo nunca he hecho nada en mi territorio, en mi barrio y bueno me llamó la atención una vez que una compañera me dijo, Valentín vamos a hacer algo por nuestro barrio y nacimos con un periodiquito, una hojita, se llamaba “periódico popular La Piedrita” y de ahí empezamos a hacer asambleas populares; que las asambleas populares son más viejas que “Matusalén” y en el barrio la gente como me conocía, ya que soy nacido y criado aquí, la gente se incorporó a esas asambleas populares y hoy por hoy este territorio netamente revolucionario aquí NO aceptamos que nadie hable mal de nuestro Comandante Hugo Chávez.

Cuando pensaste sobre tu barrio, ¿qué creíste que podías hacer por la comunidad?

Tú sabes que nosotros en la cuarta República éramos jóvenes, aunque en realidad no tuvimos juventud, porque nada más con el hecho de tener un libro del Che Guevara, llegaba la DISIP (Policía Política) y te allanaban la casa y te torturaban, te desaparecían y eso fue lo que me llevó a  que en mi barrio había que hacer algo para que nuestra juventud en esa época tuviera una esperanza de vida y de lucha y hoy lo estoy logrando y nunca he parado y he aguantado a la derecha como ustedes no se lo imaginan, porque apliqué la de Fidel Castro: me preparé, me preparé en lo ideológico, en lo político y hasta en lo militar. Por qué la cuarta República andaba aquí. En esta parroquia nació una banda llamada “La banda del quemado” y “el hombre de la chaqueta negra” que eran policías entrenados para buscar revolucionarios, eran de la Policía Metropolitana y bueno tuvimos que organizarnos aquí en este sector, en La Piedrita, en el 23 de enero, para darle respuesta a ese tipo de bandas armadas, eso fue en los años ’74-’75 por ahí y eran unos mercenarios.

¿Tú eres nacido y criado aquí en el barrio?

Si yo soy nacido y criado aquí en el 23 de enero.

¿En La Piedrita?

Sí aquí.

Han satanizado mucho sólo esa palabra, “La Piedrita” ¿porqué?

Porque nosotros, no aceptamos, ni aceptaremos nunca sentarnos a hablar con la contrarrevolución, aquí nosotros los hemos combatido en la calle, nosotros nunca nos vamos a sentar con esa derecha que nos ha quitado o nos quiere quitar nuestros sueños de la Revolución bolivariana, ese sueño socialista, humanista; nosotros nunca hemos aceptado que aquí, en este territorio entre un candidato de la derecha, aquí, ¡NO! Por eso es que a nivel mediático nos dan duro y especialmente a mí por mi posición radical, no vamos a aceptar que ellos entren aquí.

Siempre han dicho que eres radical, yo creo que eres directo y piensas como debería de pensar el pueblo humilde y los que dicen que tú eres radical, es simple y llanamente porque dices las cosas como la siente, como gente del pueblo. Es por ello, que a lo mejor te han satanizado tanto, pero veo que eres una imagen para otros compañeros que han realizado nuevos colectivos y para ello ven en Valentín Santana como un inductor, como un compañero que les ha enseñado muchas cosas sólo para que trabajen en función del pueblo venezolano y de la clase humilde.  ¿Cómo consideras tú en los actuales momentos que vean a Valentín Santana como un personaje que se ha involucrado un poco más hacia la población venezolana?

Para el enemigo siempre seré un hombre talentoso, siempre lo seré, porque ellos nunca han creído, ni van a creer en la Revolución bolivariana. Es un orgullo para mí que otros colectivos me vean como un bastión de la dignidad, pero mi camino es la Revolución, yo ando como el Comandante Hugo Chávez, echándole bolas, pa´lante, así me veo yo, he sido y así toda mi vida.

¿Cómo te ven tus compañeros en la zona?

Algunos me llaman comandante, otros me llaman el líder, otros me llaman camarada, a mí me gusta que me llamen Compañero, me siento más lleno de pueblo, me siento igual que ellos, porque yo vengo de una familia muy humilde y me gusta que me digan compañero.

En el 23 de enero, existen muchos colectivos. ¿Cuál es la relación que hay entre los diferentes colectivos y la comunicación entre ustedes?

Bueno bien, nosotros estamos trabajando en función de la unidad, sabemos que la unidad no se construye de hoy para hoy, ni se decreta, tenemos 10 años caminando, pero ya lo que estamos es abonando el camino de la unidad, de hecho ya nosotros no estamos solamente en el 23 de enero, tenemos compañeros en la parroquia San Juan, tenemos compañeros en el estado Miranda, en el estado La Guaira, en el estado Yaracuy, Barquisimeto, estado Lara; ahí estamos tratando de hacer como dijo el Comandante Hugo Chávez, “un gran colectivo” y todos estamos a la orden de la Revolución bolivariana y del presidente Nicolás Maduro.

Nosotros somos leales a la Revolución bolivariana, lo que pasa es que, a nivel mediático, la Revolución bolivariana está fallando; tú me dirás ¿en dónde Valentín? Ahorita cuando termine esta entrevista te voy a enseñar “La Piedrita” y pueden tomar las fotos y van a ver, lo digo con mucha humildad, aquí está parte del sueño de nuestro Comandante Hugo Chávez.

¿Cómo se siente la gente con todo el aporte que tú le has dado a este sector? Nos has comentado qué nos vas a mostrar algo del trabajo social que han desarrollado aquí.

Hay una panadería, una emisora de radio, un comedor, dos casas de abrigo para niños que vienen de otros estados que están enfermos, los recibimos aquí gratis, les damos su comida, les pedimos la cita en los hospitales y aquí los tenemos, aquí hay dos casas, hay una casa de la cultura.

Todo lo que está aquí lo ha hecho la misma comunidad, tenemos un zoológico, tenemos un gimnasio para ponernos en forma.

¿El sentir de la comunidad hacia Valentín Santana?

Solidaridad total, Patria o muerte conmigo, porque es que yo desde que apareció el Comandante Chávez, uno viene a una experiencia cerrada, uno se creía súperpoderoso, yo no hablaba casi con el común porque eso era lo que nos habían inculcado la gente del Partido comunista, con el Comandante Hugo Chávez uno entendió que el vecino era parte de este proceso y yo empecé a hacer asambleas populares y todo lo que se hace aquí se hace abierto con la gente en la calle y lo que se consigue se le informa a la comunidad Hugo Chávez; yo acepto que la gente me critique sea malo o sea bueno, yo aprendí gracias al Comandante Hugo Chávez.

Porque el camino mío y el de mis colectivos es formar cuadros y aquí a la comunidad, yo los llamo a una asamblea y bajan, casi todos bajan y tienen derecho de palabra, no es que yo soy el único que habla, no, aquí se les dice a las comunidades qué el que quiere hablar, el que quiere decir algo. Aquí lo que no aceptamos es que nadie hable mal de la Revolución bolivariana.

Porque aquí tienen Clap, tienen seguridad, aquí tienen todo. Tampoco vamos a aceptar que venga una persona escuálida le demos derecho de palabra para que venga hablar mal, Chávez esta allá; porque te digo, nosotros sí tenemos nuestros escuálidos aquí, pero todos como son fundadores de este barrio y uno los oye, respetamos sus ideas, pero no queremos que estén hablando mal de la Revolución.

Porque si no van a tener pedos con nosotros, y le decimos usted está montado en el Clap con el beneficio del Tricolor, con los beneficios de las Madres del Barrio, todo eso les cae a ellos, los bonos, todo le cae, lo último que les cayó fue el Petro y les cayó y nosotros no estamos que tú eres escuálido, fuera de aquí, no andamos con eso, porque la línea del Comandante era integridad, integrar, tampoco nos damos mala vida con ellos, aquí nosotros tenemos el dominio total de nuestra zona.

¿Qué cantidad de habitantes hay en la zona?

Aquí hay 1800 familias, sólo en La Piedrita; te puedo decir que 20 son escualidas. Porque uno hace el trabajo… tun tun… Se conversa, se habla; ahorita por lo menos está el Consejo Comunal, el Clap, están los Milicianos, porque nosotros tenemos Milicianos, ahorita haciendo una labor de casa por casa, con la necesidad de saber lo de cada familia, ahorita en este momento, lo que pasa, es que nosotros introducimos el peo político, nosotros no solamente llegamos y preguntamos mira cómo te llamas tú y nos vamos, no, nosotros les hablamos del bloqueo económico, del sabotaje que nos tienen los gringos, se genera una conversa con la familia y así es como nosotros hemos avanzado bastante y el apoyo de esta comunidad hacia nosotros.

Acaba de terminar el “Encuentro Mundial contra el imperialismo” por la vida, la soberanía y la paz, el cual coincidió con una época muy representativa para Venezuela, que fue el 62 aniversario de la creación de la urbanización 23 de enero, justo el día del aniversario del 23 de enero. ¿Cómo fue la participación de ustedes?

Estuvimos en la calle con una gran caravana, una gran representación en nuestra parroquia. Recordando a nuestros mártires, recordando la lucha de esta parroquia, terminamos con una ofrenda floral en la estatua de Fabricio Ojeda. Ahí estuvimos acompañados por los colectivos de Caracas, colectivos de Miranda, colectivos de La Guaira, vinieron unos compañeros de Yaracuy y nosotros los del 23 de enero; una buena representación y recordamos a nuestros mártires como es, con rebeldía, no con lujo podemos recordar a nuestros mártires, porque aquí echaron el plomo que jode.

¿Qué mensaje le das tú a estos compañeros que asistieron a este encuentro internacional antiimperialista? porque muchos representantes extranjeros han dicho: ¿Qué hacemos después de este encuentro, es decir, que van hacer los venezolanos?

Para mí ese encuentro antiimperialista, olió a burguesía, no se llenaron de pueblo, porque la verdad de Venezuela, como decía Alí Primera, no se ve en el Teresa Carreño, ahí no está la verdad de Venezuela, ahí no está la verdad de la Revolución bolivariana, por eso, es que cuando ustedes caminen conmigo por aquí por La Piedrita, van a ver un pedacito del avance de la Revolución.

Para mí esos compañeros no se llevaron nada de los avances de la Revolución bolivariana, eso es como que, si yo fuera para Cuba y me van a enseñar lo más bonito de Cuba, los avances están es en el campo, aprendiendo por los compañeros cubanos, aquí los compañeros que vienen, los compañeros internacionalistas, los meten ahí en el Teresa Carreño y ahí lo que se huele y lo que hiede es a perfume caro. Porque el Comandante decía, hagan su propia agenda, no deje que otro haga su agenda, métanse a los barrios, ahí es donde está el verdadero poder, porque la Revolución bolivariana nació para los pobres, no para los ricos.

Entonces que se llevan ellos, nada, estuvimos en Venezuela, pero más nada; ahora aquí está el Cuartel de la Montaña, aquí está sembrado nuestro Comandante, yo soy parte de la seguridad del Comandante, en ese sitio es donde debieron haber hecho ese foro, ahí, porque el Comandante Chávez se hubiese sentido alegre, nosotros los del 23 de enero nos hubiésemos sentido también súper alegres, hubiésemos recibido a los compañeros con rebeldía, con alegría, como tiene que ser, para mí eso olió fue a perfumes caros, con todo respeto se los digo y asumo las palabras que estoy diciendo.

El Comandante hacía los “Aló presidente” en los barrios, en los campos, en las sábanas, todos los “Alo presidente” la mayoría fue en los barrios en los pueblos en las sábanas en los campos, ese era el mensaje.

¿Cómo ves tú la unidad de los colectivos aquí en la parroquia 23 de enero?

De cien, estamos un setenta por ciento. Una muestra fue el Día del 23 de enero, faltaron dos organizaciones nada más, que fue la “Coordinadora Simón Bolívar” y “Alexis vive” ah! y los compañeros de Óscar, del resto aquí participó el partido PSUV, las UBCh (Unidades de Batalla Hugo Chávez) el Clap, Consejo Comunal, los Colectivos del 23, la Milicia Bolivariana, los compañeros de afuera participaron, o sea que hemos avanzado, verdad que nosotros podemos darnos el tupé qué en menos de lo que canta un gallo podemos tomar todo el oeste de Caracas, lo que hay es que avisar a los compañeros, porque nosotros tenemos una red de radio, por ejemplo, yo puedo llamar ahorita a un compañero y decirle tranca la autopista, tranca San Martín, toda esa vaina; con eso tenemos ya un año con la red de transmisiones. Nosotros estamos en La Guaira – Vargas, el centro de Caracas prácticamente es de los colectivos y hemos avanzado bastante.

¿Cuántos colectivos hay más o menos?

Mira pasamos de 40 colectivos, somos Colectivos, pero también somos Milicia, somos Clap, somos Comuna, estamos en el Partido, estamos asumiendo tareas de la Revolución bolivariana. Cuál es el gravísimo problema y lo digo, lo monitoreo, la Revolución bolivariana está caída por lo mediático, el Canal 8 habla nada más para los ministros, pero no está para los Colectivos y todos los Colectivos hacen arde del trabajo comunitario que están haciendo y en los Colectivos que tú te metas siempre vas a ver algo, todo está relacionado con el trabajo cultural, el trabajo político y no solamente la parte que tú conoces, no no no, eso está ahí, a la espera de que bueno, ellos decidan entrar, de resto siempre estamos haciendo el trabajo cultural, revolucionario, asambleas, es el camino nuestro; pero nuestro ministro de comunicación y todos los que han estado ahí es nada más para los ministros, por eso es que te digo, la verdad de Venezuela no se ve en el Teresa Carreño, que ahí lo que hay son asientos bonitos, luces bonitas.

El avance de la Revolución bolivariana se ve en la montaña, en los barrios, en el campo, ahí es donde está; la Revolución no va a caer nunca, porque esta Revolución está llena y huele a pobre, a los más humildes. Que se olvide la contrarrevolución o que se olviden aquellos que piensan negociar, que nosotros no nos vamos a entregar, porque mira, se está negociando ahorita con el CNE, pero ustedes no van a entrar a La Piedrita, porque nosotros somos chavistas, antiimperialistas y no van a entrar aquí.

Ustedes negociaron con otra gente, pero no con La Piedrita, porque a nosotros no se nos olvida que ellos le han hecho un daño a este pueblo, ellos están ahorita fuera del país para ver cómo entran los gringos, cómo entra una fuerza mercenaria a nuestro país para que nos maten y me maten a mí, para que te maten a ti y a mis compañeros y maten a mi hijo, a mi esposa y los hijos, yo no me voy a sentar con ellos, yo no.

A nivel mediático estamos caídos porque por fuera dicen que somos unos Mercenarios, porque por fuera dicen que somos unos comemierdas, porque nuestra gente que tiene que ver con la comunicación no le da respuesta, el Comandante Hugo Chávez dijo “la comunicación de la guerrilla, la guerrilla comunicacional”, los barrios, el campo, la montaña.

Fidel Castro decía, “contra la mentira contrarrevolucionaria, la verdad revolucionaria” y nosotros estamos obligados cuando ellos hablen mal de nosotros, tenemos que decir la verdad, como realizar una asamblea, ayudando a una viejita, organizando una cola del Clap, esa es la respuesta.

Ahorita vienen las elecciones para Diputados, nosotros estamos obligados camarada, a ganar la Asamblea Nacional, pero hay que meter no joda, a toditos, eso tiene que ser el color “rojo rojito” pero para poder lograrlo tenemos que estar Unidos, no hay otro camino.

Hace un momento expresaste que en la celebración del 62 aniversario del 23 de enero tres colectivos no participaron en el evento.

Primero, ellos no son Colectivo, la “Coordinadora Simón Bolívar” es una fundación, “Alexis vive” es una fundación y el compañero Oscar también es una fundación y bueno no participaron porque no les dio la gana y nosotros igualito tenemos que respetarlos porque son nuestros compañeros, nuestros camaradas, hay un respeto, yo particularmente respeto mucho a Juan Contreras es mi amigo de toda la vida, el compañero Robert igualito y el compañero Óscar, bueno Óscar anduvo conmigo, gente que respeto, a todos los respeto, pero bueno, allá ellos.

¿Qué diferencia hay entre Colectivo y Fundación?

El Colectivo no recibe recursos y como Fundación si puedes recibir recursos del estado, como Colectivo no, casi imposible, te exigen una serie de papeles; para mí un colectivo no se puede legalizar, porque un colectivo nace por la necesidad de darle una respuesta como por ejemplo a la “cobra negra” a “la banda del quemado” esa es la función de un colectivo y eso ha sido así y tiene que mantenerse así.

¡Ah! nació la Revolución bolivariana, hay algo que se llama Clap, Comunas y a través de esa figura conseguimos recursos para la comunidad, esa es la diferencia.

Valentín, tú como responsable de una gran colectividad de esta grandiosa parroquia 23 de enero. ¿Cuál es el mensaje que tú le das a los compañeros y jóvenes de otros países?

Que cuando vengan para acá, para Venezuela, no se dejen secuestrar por la burocracia, que busquen a sus iguales. Yo creo, que la gente que viene de afuera no es millonaria, millonario, busca millonario, los proletarios, buscan a los proletarios, que busquen a sus iguales, por qué, que, mala maña se tiene aquí en Venezuela con algunos dirigentes que meten a los internacionalistas para el Teresa Carreño, porque no los meten para Las Lomas, que en Las Lomas nació uno de los grandes guerrilleros reconocido, que se llamó Tito González Heredia de Bandera Roja, con una cara de paisa y el tipo era un trinca la bola, arrecho, ahí en Catia nacieron muchos revolucionarios, vámonos para Catia para que conozcan Catia.

En Catia no solamente hay buhoneros y comida, en Catia hay revolucionarios de envergadura, el 23 de enero, El Valle.

Esas son las dos cositas que yo la recomiendo, que se llenen de pueblo y que sean humildes.

Yo estuve en Cuba 10 días y llegué callado, me mandó un sector del partido y llegué como cualquiera, nadie sabía quién era yo y llegué a Cuba y me vine y nunca supieron quién era yo.

Yo estoy seguro que sí ese Foro lo hubiesen metido para los barrios, para acá para el Cuartel de la Montaña, hubiese olido a pueblo, tú entras ahí y ves al Comandante y parece que el Comandante allá te dijera, ¡ya cálmate! y si, sales con ánimo, con ganas de seguir luchando, ese sitio es impresionante. Yo que soy seguridad de ahí, de la parte de afuera y es un sitio que fue el más odiado y ahora es el más querido, porque está ahí nuestro Comandante; pero ajá, sí yo creo que los revolucionarios tenemos que ser humildes, ahí está la esencia y está un gran poder.

Porque El Comandante a nivel militar no podía, es que no hizo gran cosa, se llenó de pueblo. En las elecciones el Comandante votaba aquí, en la zona Central del 23 de enero, en el Liceo Manuel Palacio Fajardo y llegaba con una sola camioneta y el manejando un Volkswagen rojo y uno esperando al presidente; a veces llegaba con una sola camioneta, claro, después que conocimos el Volkswagen rojo, ya sabíamos que era él.

Para mí lo grande del Comandante Chávez, fue su humildad, penetró en los más humilde, por eso es que esta Revolución no la va a tumbar nadie, porque es que todo él hiede a pueblo, que vamos a llevar coñazo como un boxeador, bueno, yo te doy y tú me das, y vamos a dar coñazos, porque esta Revolución es verdadera compañero.

Esto que estamos viviendo nosotros, en Haití tuviéramos Candela, plomo, es otro país y no fuera aguantado.

Y nosotros hoy… tú ves los viernes, las licorerías, la gente tomando caña, tú vas para la calle y ves ese gentío, esto es un bloqueo extraño, han querido que nos arrodillemos, no han podido, ni van a poder, no compañero nunca van a poder, Chávez penetró en las venas de los más humildes, si Chávez hubiera llegado, como llego Acción Democrática y COPEI, Chávez estuviera vivo, vivo, fuera gobernado cinco años; pero es que Chávez vino hacer una Revolución, por eso es que estamos aquí, en esta Revolución, pa´rato.

No vamos a ver el triunfo de la Revolución bolivariana, el fortalecimiento no lo vamos a ver, pero nos queda es abonar para que nuestros hijos disfruten el esfuerzo que cada uno de nosotros está haciendo, así lo veo yo, y así es que yo camino.

Yo estoy clarito, que el fortalecimiento no lo voy a hacer, no lo voy a disfrutar, pero mis hijos sí, es más tuve el honor de conocer el Comandante Hugo Chávez, nací en tiempo de Chávez, o nacimos en tiempos de Chávez; yo creo que eso para mí es bastante. Otros, mi hijo el más pequeño tiene 7 años lo que le queda es lo que yo le enseñé, pero no conoció a Chávez vivo, pero a mi hijo yo lo digo para que sea revolucionario, le hablo de Sucre, de Fidel, del Che, del Comandante, de Bolívar, lo pongo a escuchar música revolucionaria y yo le digo, hijo ¡Chávez vive, la lucha sigue! Ustedes no vieron la niña que salió ahorita, aquí los niños de La Piedrita tienen una consigna “pioneros por el socialismo, seremos como Chávezesos niños que satanizaron, son de aquí, nosotros los educamos bajo el manto revolucionario, porque los gringos educan a sus hijos bajo el manto del capitalismo y ahí nadie le dice un coño, pero nosotros los educados bajo el manto bolivariano, el pensamiento de nuestro Comandante y pegan el grito al cielo, le hablamos de nuestro Libertador Simón Bolívar.

En la cuarta república a nosotros los estudiantes le era prohibido hablar de Bolívar, aquí en la escuela José Gregorio del 23 de enero, prohibido, bueno yo conocí más del Che Guevara y de Fidel, qué del Libertador.

Yo vine a conocer compañeros y no me da pena decirlo, qué mi Libertador se llamaba Simón Bolívar gracias al Comandante Hugo Chávez, porque era negado hablar de Bolívar, era raro que uno los 24 de junio, 17 de diciembre, de eso no sabíamos nada, nada más cuando iban al Panteón a ponerle flores para ver al Libertador bien muerto, pero era negado. Aquí se le brindaba, se le hacía honores a Cristóbal Colon y honores militares a Cristóbal Colon.

Ahora quiero que vayamos a conocer el barrio La Piedrita.

Gracias compañero Valentín Santana vamos contigo a recorrer los espacios de La Piedrita a conocer sus logros, gracias por su tiempo dedicado a nuestra visita y esperemos que a futuro podamos volver y compartir un poco más con toda la comunidad de La Piedrita en la parroquia 23 de enero en la ciudad de Caracas, República bolivariana de Venezuela.

Gracias Valentín.
___

 

2d6494f8-d44b-410e-abf2-2749cb3ea6f7

___

San Giuliano Terme (PI) 31gen2020: Presentazione del Libro “Liberare i popoli”

L'immagine può contenere: testo

Lamporecchio (PT) 1feb2020: Guerra! Medio Oriente e Mediterraneo

L'immagine può contenere: una o più persone e testo

Monteroni D’Arbia (SI) 2feb2020: Un nuovo Plan Condor?

L'immagine può contenere: una o più persone e testo

Fucecchio (FI) 4feb2020: Simón Bolívar, il Vangelo e Gramsci

L'immagine può contenere: il seguente testo "BOLIVAR, VANGELO E GRAMSCI Marxismo la Teologia della Liberazione nel processo rivoluzionario venezuelano nelle lotte contro liberismo in America Latina. MARTEDÌ 4 FEBBRAIO, ALLE ORE 21. 15 PRESSO IL CIRCOLO VIA ROMA N°66 FUCECCHIO INCONTRO DIBATTITO Introducono: Sandro Scardigli (Resp. Esteri Comitato Regionale Toscana) Livia Acosta (Teologa. Ex diplomatica venezuelana espulsa dagli USA) Conclude coordina: Fabrizio Pedone (Comitato Centrale PCI) DALLE 19:30 RICCA CENA A CON CUCINA CASALINGA AL PREZZO DI 10 € Gradita la prenotazione n. 3927812361 PCITOSCANA ilpci.it"

Dichiarazione finale dell’Incontro Mondiale contro l’Imperialismo

DICHIARAZIONE FINALE DELL’INCONTRO MONDIALE CONTRO L’IMPERIALISMO

Noi, le delegazioni dei partiti politici e dei movimenti sociali, riunite nella città di Caracas, capitale della Repubblica Bolivariana del Venezuela, in occasione del “Incontro mondiale contro l’imperialismo”, dopo le deliberazioni realizzate abbiamo raggiunto le seguenti conclusioni:

Il futuro dell’umanità è in grave pericolo. La pace sul pianeta è gravemente minacciata a causa della politica di aggressione militare degli Stati Uniti e dei suoi alleati, così come della micidiale corsa agli armamenti che riporta solo dividendi alle grandi società dell’industria militare. La guerra è il meccanismo preferito dall’espansionismo imperiale, in particolare quello degli Stati Uniti, e che osserviamo drammaticamente nei più recenti conflitti regionali che hanno gravemente colpito i popoli della Siria, Yemen, Iraq, Libia, Afghanistan e l’intera regione.

Allo stesso modo, la specie umana subisce le devastazioni causate dalla voracità di un modello economico che nel suo sviluppo suicida distrugge la natura a causa dell’insaziabile ossessione di massimizzare i profitti. Questa è precisamente la logica del sistema capitalista, che non solo compromette il suo funzionamento ma mette in pericolo anche l’esistenza dell’umanità.

Il modello neoliberista che amplifica la globalizzazione delle grandi società sotto il dominio degli stati imperialisti ha reso l’economia mondiale molto fragile. Le crisi sono più ricorrenti e grandi speculatori finanziari dominano il pianeta. Nella distribuzione della ricchezza generata, è stato imposta la disuguaglianza, l’ingiustizia e l’esclusione che colpisce una parte crescente della popolazione mondiale. I flagelli della povertà e della miseria colpiscono miliardi di persone come mai prima nella storia dell’umanità. Indubbiamente, lo sviluppo del capitalismo genera fenomeni insostenibili, dal punto di vista sociale, politico ed etico.

A ciò si aggiunge una crisi etica derivata dal modo di vivere prevalente nelle economie di mercato, dove si cancellano le culture nazionali e i valori umani, in termini di imposizione della società dei consumi. Il culto degli antivalori del capitalismo contribuisce a potenziare la crisi della condizione umana generata nell’attuale modello di coesistenza.

L’imperialismo è in crisi e questo lo rende molto più aggressivo, pericoloso e distruttivo. Prima del crepuscolo del mondo unipolare, l’imperialismo USA attua una strategia di dominio globale. L’impegno geopolitico della Casa Bianca di fronte alla resistenza dei popoli e l’emergere di potenze emergenti è quello di difendere la loro egemonia, attraverso una politica neocoloniale volta ad appropriarsi delle risorse naturali, in particolare le risorse energetiche, il controllo dei mercati e dominare politicamente le nazioni.

Per preservare l’attuale ingiusto ordine mondiale, l’imperialismo viola il diritto internazionale pubblico, ha trasformato il mondo in un grande teatro di operazioni militari, sviluppa misure coercitive unilaterali, impone leggi extraterritoriali, attacca il multilateralismo, viola la sovranità delle nazioni e sopprimere l’autodeterminazione dei popoli. Nella sua concezione arrogante, i suoi confini arrivano fino a dove i suoi interessi espansionistici si estendono.

In linea con questa politica, l’imperialismo ricorre all’intervento militare, alla destabilizzazione politica dei governi, alle guerre e al blocco economico. La sua pianificazione strategica concepisce la NATO come il braccio militare globale del neoliberismo. Inoltre, nell’ambito della sua dottrina della guerra non convenzionale, le azioni terroristiche, l’uso dei paramilitari, la giudicizzazione delle leadership antimperialiste e l’omicidio selettivo, sono alcune delle azioni più emblematiche di una politica genocida, che pone in pericolo l’umanità.

Tali pratiche sono state “legittimate” attraverso l’industria culturale del capitalismo, le grandi transnazionali della comunicazione e l’uso dei social network. Allo stesso modo, l’uso dei “Big Data” è diventato un’arma formidabile per modificare il comportamento della popolazione e influenzare le loro decisioni politiche.

Nel tentativo di imporre il “pensiero unico”, i potenti del mondo manipolano le credenze religiose, cercano di giustificare le attuali relazioni di potere a scapito della democrazia, l’imposizione del libero mercato, il razzismo di stirpe euro-centrica, la segregazione delle minoranze, l’oppressione di genere, il carattere eugenico del modello educativo globale, tra molti altri fattori, che si adattano perfettamente ai requisiti della dittatura del capitale.

Il capitalismo neoliberista rafforza lo sfruttamento della classe operaia, opprime ulteriormente le donne in termini di massimizzazione dei profitti delle grandi transnazionali, strappa il futuro dai giovani e offusca l’identità dei popoli originari. Ciò dimostra che la soluzione ai grandi problemi del mondo di oggi richiede un nuovo modello di convivenza umana.

In quel contesto, il mondo multicentrico e pluri-polare emerge con maggiore forza. Il rafforzamento politico ed economico di potenze come la Russia e la Cina, insieme a quello di altre nazioni, fa da contrappeso sempre più grande al potere dell’imperialismo USA. Ovviamente, l’eroica resistenza in Medio Oriente, le lotte dei popoli dell’America Latina e dei Caraibi, hanno contenuto e respinto i piani dell’imperialismo.

Inoltre, le esperienze dei governi progressisti nel mondo stanno già emergendo come alternativa al neoliberismo. Ne è un esempio la Rivoluzione bolivariana, che viene proiettata come referente antimperialista con enorme forza popolare nel quadro della potente unione civile-militare e sulla base dell’ideologia del Libertador Simón Bolívar e del comandante Hugo Chávez.

Ciò ha provocato il brutale attacco dell’imperialismo americano contro il popolo venezuelano, che ha dimostrato dignità e amore per il paese, ratificando il suo corso verso il socialismo in numerosi processi elettorali che sostengono la vigorosa democrazia partecipativa esistente in questo paese. I giorni difficili della lotta popolare hanno sconfitto le minacce di intervento militare USA, tentato colpo di stato e fonti di violenza terroristica.

Questo esempio di lotta a fianco di quello del Nicaragua e di Cuba, nonché i recenti progressi in Argentina e Messico, ha consentito il rafforzamento delle forze antimperialiste e porterà al rafforzamento di nuovi meccanismi di integrazione regionale (CELAC, ALBA-TPC, PETROCARIBE, ecc.). Sebbene in Honduras, Paraguay, Brasile, Ecuador, El Salvador e Bolivia, il neo-colonialismo sia stato riposizionato nel quadro della nuova edizione della Dottrina Monroe, le lotte popolari continuano.

Nel resto del mondo i popoli continuano a resistere, si ribellano e i governi popolari esercitano la loro sovranità. L’unità antimperialista è un obiettivo strategico che non può essere rinviato.

In questo contesto, questo “Incontro mondiale contro l’imperialismo” dichiara:

Esortiamo i popoli del mondo a lottare per la vita, la conservazione della natura e contro le condizioni strutturali che generano i cambiamenti climatici. Allo stesso modo, chiediamo alle nazioni sviluppate di lavorare in modo deciso per evitare la distruzione del pianeta e in particolare agli Stati Uniti per superare la sua posizione primitiva che cerca di ignorare il terribile danno che è causato alla natura con l’attuale modello produttivo basato sull’accumulo di capitale.

Accompagniamo la richiesta di costruire un ordine internazionale più giusto, che metta in primo piano gli interessi dei popoli e consenta lo sviluppo delle politiche di inclusione sociale e giustizia per superare le gigantesche disuguaglianze sociali ed economiche che prevalgono tra le nazioni del mondo.

Chiediamo ai cittadini del mondo di difendere la pace, la sovranità dei popoli e accompagnare le legittime lotte per il progresso socio-economico sulla base di un’ampia piattaforma di lotta unitaria contro il nemico comune, l’imperialismo statunitense.

Ripudiamo l’attuazione di misure coercitive unilaterali illegali da parte delle potenze imperialiste, poiché si tratta di politiche criminali che colpiscono il popolo. In particolare, condanniamo la politica di genocidio del blocco economico che si applica contro le nazioni del mondo che esercitano la loro sovranità.

Respingiamo la militarizzazione della nostra America e in particolare la presenza delle basi militari degli Stati Uniti in America Latina e nei Caraibi.

Condanniamo fermamente l’invasione militare e altre aggressioni commesse dall’imperialismo contro i popoli del Medio Oriente. In particolare, ripudiamo la violazione della sovranità di Siria e Iraq, le aggressioni contro la Repubblica islamica dell’Iran, nonché il vile omicidio del comandante Qasem Soleimani, martire dei popoli del mondo in lotta per la libertà.

Chiediamo rispetto per la sovranità del Venezuela, Cuba e Nicaragua e sosteniamo gli sforzi di Nicolás Maduro Moros, Presidente costituzionale della Repubblica Bolivariana del Venezuela, per mantenere la pace.

Denunciamo il tentativo orchestrato dalla Casa Bianca di censurare le multi-statali TeleSur e HispanTV. Ciò costituisce un affronto alla libertà di espressione dei popoli.

Condanniamo il colpo di stato, orchestrato da Washington, contro il presidente Evo Morales Ayma. Ripudiamo la sanguinosa repressione e il razzismo contro il popolo dello stato plurinazionale della Bolivia.

Allo stesso modo, questo ‘”Incontro mondiale contro l’imperialismo” decide di:

Costruire una piattaforma unitaria mondiale organizzata da continenti, regioni, sotto-regioni e paesi per affrontare l’imperialismo. Tale struttura organizzativa sarà modellata in base alle peculiarità di ciascun territorio.

Effettuare durante l’anno “Incontri continentali contro l’imperialismo” al fine di formare le piattaforme unitarie continentali, regionali e sub-regionali articolate attorno a un piano comune di lotta contro l’imperialismo.

Convocare il “II incontro mondiale contro l’imperialismo” che si terrà a Caracas, capitale della Repubblica Bolivariana del Venezuela, al fine di definire il nome della Piattaforma unitaria mondiale, nonché l’articolazione delle diverse piattaforme continentali e regionali in un piano mondo comune che gemella le lotte dei popoli.

Infine, questo “Incontro mondiale contro l’imperialismo” accetta di approvare l’Agenda di lotta adottata nel “I Incontro internazionale dei lavoratori in solidarietà con la rivoluzione bolivariana”, approvato dal “I Congresso internazionale delle donne”, dal “Congresso internazionale delle comuni, movimenti sociali e potere popolare”, per il ‘”I incontro internazionale dei popoli indigeni”, per il “Congresso internazionale dei popoli di origine africana” e il “Congresso internazionale della comunicazione”, tenutosi nella Repubblica Bolivariana del Venezuela durante l’anno 2019, agenda che include quanto segue:

Organizzare una giornata di mobilitazione internazionale a sostegno della rivoluzione bolivariana e contro il neoliberismo il 27 febbraio 2020. (Commemorazione dei 31 anni della prima insurrezione a Caracas contro il neoliberismo).

Convocare una mobilitazione mondiale per la pace in Venezuela, nella nostra America e contro i piani di guerra del governo degli Stati Uniti per il mese di aprile 2020.

Sviluppare una giornata internazionale di ripudio della dottrina Monroe, contro il blocco e altre misure unilaterali coercitive entro il 28 giugno 2020.

Creare fino al prossimo incontro una Commissione di coordinamento delle delegazioni presenti al “Primo incontro mondiale contro l’imperialismo” al fine di realizzare questo piano.

Approvato nella città di Caracas, culla del liberatore Simón Bolívar e capitale della Repubblica Bolivariana del Venezuela il 24 gennaio 2020.

"En Tiempos de Guarimba"

Conoce a quienes te quieren dirigir

La Covacha Roja

Donde encontramos ideas avanzadas

Pensamiento Nuestro Americano

Articulando Luchas, Cultivando Resistencias

RE-EVOLUCIÓN

Combatiendo al neofascismo internacional

Comitè Antiimperialista

Contra les agressions imperialistes i amb la lluita dels pobles per la seva sobirania

SLAVYANGRAD.es

Nuestra ira no tiene limites. (c) V. M. Molotov

Gli Appunti del Paz83

Internet non accende le rivoluzioni, ma aiuta a vincerle - Il Blog di Matteo Castellani Tarabini

Sociología crítica

Articulos y textos para debate y análisis de la realidad social

Hugo Chavez Front - Canada

Get to know what's really going on in Venezuela

Revista Nuestra América

Análisis, política y cultura

Avanzada Popular

Colectivo Avanzada Popular

Vientos del Este

Actualidad, cultura, historia y curiosidades sobre Europa del Este

My Blog

Just another WordPress.com site

Festival delle idee politiche

Rassegna annuale di teorie politiche e pratiche della partecipazione civile

Far di Conto

Piccoli numeri e liberi pensieri

Miradas desde Nuestra América

Otro Mundo es Posible, Necesario, Urgente. Desde la provincia chilena

Como te iba contando

Bla bla bla bla...

Coordinadora Simón Bolívar

¡Bolívar vive la lucha sigue!

LaDu

Laboratorio di Degustazione Urbana

il Blog di Daniele Barbieri & altr*

"Per conquistare un futuro bisogna prima sognarlo" (Marge Piercy)

KFA Italia - notizie e attività

notizie dalla Corea Popolare e dalla Korean Friendship Association

KFA Euskal Herria

Korearekiko Laguntasun Elkartea | Korean Friendship Association

ULTIMOTEATRO.PRODUZIONIINCIVILI

Nuova Drammaturgia del Contemporaneo

Sociales en PDF

Libro de sociales en formato digital.

matricola7047

Notes de lectura i altres informacions del seminari sobre el Quaderns de la Presó d'Antonio Gramsci ( Associació Cultural Espai Marx)

Centro Cultural Tina Modotti Caracas

Promoción de la cultura y arte Hispanoamericana e Italiana. Enseñanza y educaciòn.

Racconti di quasi amore

a costo di apparire ridicolo

JoséPulido

La página del escritor venezolano

Donne in rosso

foglio dell'ADoC (Assemblea delle donne comuniste)

Conferenza Mondiale delle Donne - Caracas 2011

Just another WordPress.com site

tarot Co_creador

donde las líneas de la vida y el alma convergen

NapoliNoWar

(sito momentaneamente inattivo)

Sonia Serravalli - Opere, biografia e altro

Se non vedi i miracoli, non significa che non esistano

rivoluzionando

La Rivoluzione del Popolo

Sebastiano Isaia

Il punto di vista umano. «Essere radicale vuol dire cogliere le cose alla radice. Ma la radice, per l’uomo, è l’uomo stesso» (K. Marx). «Emancipando se stesso, il proletariato emancipa l’intera umanità» (K. Marx).