di James Petras
20mar2018.- Introduzione: per la maggior parte del decennio, gli Stati Uniti, il Regno Unito e l’Unione Europea hanno condotto una campagna volta a minare e rovesciare il governo russo e, in particolare, a estromettere il presidente Putin. Sono in gioco questioni fondamentali, compresa la possibilità reale di una guerra nucleare.
La più recente campagna di propaganda occidentale e una delle più virulente consiste nell’accusa lanciata dal regime britannico del Primo Ministro Theresa May. I Britannici hanno affermato che agenti segreti russi hanno cospirato per avvelenare un ex-agente doppiogiochista russo e sua figlia in Inghilterra, minacciando la sovranità e la sicurezza del popolo britannico. Nessuna prova è sinora stata presentata. Invece, il Regno Unito ha espulso diplomatici russi e invoca sanzioni più severe, per aumentare il livello di tensione. Il Regno Unito e i suoi sostenitori statunitensi ed europei si stanno muovendo verso una rottura delle relazioni e una mobilitazione di forze militari.
Alcune domande fondamentali sorgono riguardo alle origini e alla crescente intensità di quest’atteggiamento anti-russo.
Perché i regimi occidentali oggi ritengono che la Russia sia una minaccia maggiore che in passato? Credono che la Russia sia più vulnerabile alle minacce o agli attacchi occidentali? Perché i leader militari occidentali cercano di minare le difese della Russia? Le elite economiche americane credono che sia possibile provocare una crisi economica e la fine del governo del Presidente Putin? Qual è l’obiettivo strategico dei politici occidentali? Perché il regime del Regno Unito in questa fase ha preso l’iniziativa nella crociata anti-russa con l’accusa posticcia di attacchi chimici?
Il presente documento intende fornire elementi chiave per rispondere a queste domande.
Il contesto storico dell’aggressione occidentale
Parecchi fattori storici fondamentali, risalenti agli anni ’90, spiegano l’attuale ondata di ostilità occidentale nei confronti della Russia.
Prima di tutto, durante gli anni ’90, gli Stati Uniti hanno umiliato la Russia, riducendola a uno stato vassallo e imponendosi come stato unipolare.
In secondo luogo, le elite occidentali hanno saccheggiato l’economia russa, arraffando e riciclando centinaia di miliardi di dollari. Le principali banche beneficiarie sono state le banche di Wall Street e della City di Londra e i paradisi fiscali d’oltremare.
In terzo luogo, gli Stati Uniti hanno fatto ostaggio e assunto il controllo del processo elettorale russo, assicurando l’”elezione” fraudolenta di Eltsin.
In quarto luogo, l’Occidente ha umiliato le istituzioni militari e scientifiche della Russia e fatto avanzare le proprie forze armate fino ai confini della Russia.
In quinto luogo, l’Occidente ha assicurato che la Russia non era in grado di sostenere i propri alleati e i governi indipendenti in Europa, Asia, Africa e America Latina. La Russia non era in grado di supportare i propri alleati in Ucraina, a Cuba, nella Corea del Nord, in Libia, ecc.
Con il collasso del regime di Eltsin e l’elezione del presidente Putin, la Russia ha riacquistato la propria sovranità, la sua economia si è ripresa, le sue forze armate e gli istituti scientifici sono stati ricostruiti e rafforzati. La povertà è stata nettamente ridotta e i gangster capitalisti, sostenuti dall’Occidente, sono stati ridimensionati e incarcerati o sono fuggiti, principalmente nel Regno Unito e negli Stati Uniti.
La storica ripresa della Russia sotto il presidente Putin e la sua graduale influenza internazionale hanno demolito la pretesa statunitense di governare il mondo unipolarmente. La ripresa e il controllo delle proprie risorse economiche da parte della Russia hanno ridotto il predominio degli Stati Uniti, in particolare il controllo dei giacimenti di petrolio e di gas.
Mentre la Russia consolidava la propria sovranità e avanzava economicamente, socialmente, politicamente e militarmente, l’Occidente aumentava la sua ostilità, nel tentativo di riportare la Russia ai secoli bui degli anni ’90.
Gli Stati Uniti hanno tentato numerosi colpi di stato, interventi militari ed elezioni fraudolente, per circondare e isolare la Russia. L’Ucraina, l’Iraq, la Siria, la Libia, lo Yemen e gli alleati russi nell’Asia centrale sono stati presi di mira. Le basi militari della NATO sono proliferate.
L’economia della Russia è stata presa di mira: sono state applicate sanzioni contro le sue importazioni ed esportazioni. Il presidente Putin è stato oggetto di una virulenta campagna di propaganda da parte dei media occidentali. Le Ong statunitensi hanno finanziato partiti e politici dell’opposizione.
La campagna di restaurazione a firma USA-UE è fallita.
La campagna di accerchiamento è fallita.
L’Ucraina si è frammentata: gli alleati della Russia hanno preso il controllo dell’Oriente; la Crimea ha votato per l’unificazione con la Russia. La Siria si è unita alla Russia, per sconfiggere i vassalli statunitensi armati. La Russia si è indirizzata verso il commercio multilaterale, i trasporti e le reti finanziarie della Cina.
Man mano che l’intera fantasia unipolare statunitense si dissolveva, provocava un profondo risentimento, animosità e un contrattacco sistematico. La costosa e fallita guerra al terrore degli Stati Uniti è diventata una prova generale per la guerra economica e ideologica contro il Cremlino. La ripresa storica della Russia e la sconfitta della politica occidentale di restaurazione hanno intensificato la guerra ideologica ed economica.
Il complotto delle armi chimiche nel Regno Unito è stato concepito per accrescere le tensioni economiche e preparare il pubblico occidentale a un intensificato scontro militare.
La Russia non è una minaccia per l’Occidente: sta recuperando la sua sovranità per promuovere un mondo multipolare. Il presidente Putin non è un “aggressore”, ma si rifiuta di far sì che la Russia torni al vassallaggio.
Il presidente Putin è immensamente popolare in Russia e odiato dagli Stati Uniti, proprio perché è l’opposto di Eltsin: ha creato un’economia fiorente; resiste alle sanzioni e difende i confini e gli alleati della Russia.
Conclusione
Rispondendo sommariamente alle domande in apertura:
1) I regimi occidentali riconoscono che la Russia è una minaccia per il loro dominio globale; sanno che la Russia non rappresenta una minaccia d’ invasione per l’UE, il Nord America o i loro vassalli;
2) I regimi occidentali credono di poter rovesciare la Russia attraverso la guerra economica, incluse le sanzioni. In realtà, la Russia è diventata più autosufficiente e ha diversificato i suoi partner commerciali, in particolare la Cina e perfino l’Arabia Saudita e altri alleati occidentali.
La campagna di propaganda occidentale non è riuscita a mettere gli elettori russi contro Putin. Il 19 marzo 2018 la partecipazione degli elettori alle elezioni presidenziali è arrivata al 67%. Vladimir Putin ha ottenuto una maggioranza record del 77%. Il presidente Putin è politicamente più forte che mai.
La dimostrazione da parte della Russia riguardo gli avanzati sistemi di armi nucleari e di altro tipo ha avuto un notevole effetto deterrente, specialmente tra i leader militari statunitensi, chiarendo che la Russia non è vulnerabile agli attacchi.
Il Regno Unito ha tentato di integrarsi e acquisire importanza con l’UE e gli Stati Uniti, attraverso il lancio della sua cospirazione chimica anti-Russia. Il Primo Ministro May ha fallito. La Brexit costringerà il Regno Unito a rompere con l’UE.
Il presidente Trump non sostituirà l’UE come partner commerciale di riserva. Se anche l’UE e Washington possono sostenere la crociata britannica contro la Russia, loro perseguono la propria agenda commerciale, che non include il Regno Unito.
In una parola, il Regno Unito, l’UE e gli Stati Uniti si stanno coalizzando contro la Russia, per diverse ragioni storiche e contingenti. Lo sfruttamento britannico della cospirazione anti-russa è uno stratagemma temporaneo per integrarsi nella banda criminale, ma non servirà a reinvertire l’inevitabile declino globale e la disgregazione del Regno Unito.
La Russia rimarrà un potere globale. Continuerà sotto la guida del presidente Putin. Le potenze occidentali si divideranno e infastidiranno i loro vicini – poi decideranno che gli conviene accettare la situazione e lavorare all’interno di un mondo multipolare.
[Trad. dall’inglese per ALBAinformazione di Marco Nieli]