da Rete Solidarietà Rivoluzione Bolivariana
Sabato 13 maggio movimenti sociali, mondo dell’associazionismo, partiti politici, centri sociali e comunità organizzate si sono radunate nella centrale Piazza Dante di Napoli per costruire un momento di solidarietà col processo bolivariano e il governo Maduro, sotto il pesante attacco dell’opposizione locale ed internazionale, guidate dall’esperta e nefasta regia statunitense.
Il presidio aveva come obiettivo il dialogo con la città di Napoli per promuovere una sorta di “operazione verità” tesa a smentire le vere e proprie bufale che nelle ultime settimane accusano di qualsiasi atrocità le istituzioni bolivariane.
“Dittatura”, “massacri”, “repressione”, sono le parole che ricorrono sia sulla grande stampa (vedi La Repubblica, capofila della disinformazione) sia sui social network, ma non descrivono in maniera né veritiera né corretta quanto sta avvenendo oggi nel paese latinoamericano. Uomini e donne assassinati da membri dell’opposizione vengono spacciati dalla stampa nostrana per morti per mano della “repressione chavista”; incendi di strutture pubbliche – tra cui un centro materno infantile che alloggiava in quel momento circa 40 tra madri e neonati – vengono puntualmente “dimenticati”; immagini e scatti relativi alle violenze della polizia in Cile o nell’Egitto delle manifestazioni del 2011 contro Mubarak vengono pubblicate e diffuse come “scatti venezuelani”. È la stessa disinformazione di cui siamo quotidianamente vittime quando i nostri giornali e le nostre TV parlano dei migranti che arrivano nel nostro paese, dipinti come delinquenti, approfittatori e stupratori; o quando vengono diffusi i dati sul mondo del lavoro, sui tassi di disoccupazione, sui “magici” successi del Jobs Act. Le menzogne che oggi La Repubblica, La Stampa, Il Sole 24 Ore, ecc., raccontano sul conto del Venezuela sono le stesse che anni fa sono servite a preparare, ad esempio, l’aggressione armata contro l’Irak, tranne poi scoprire – a distanza di anni – che si era trattato di pure invenzioni dei nostri governi, diffuse ad arte da mass media complici. Ricordate le armi chimiche di Saddam? Beh, anche in Venezuela hanno provato a dire che Maduro sta utilizzando armi chimiche per reprimere il suo stesso popolo. La storia si ripete…
Ieri il presidio ha voluto inoltre raccontare quello che hanno significato questi 18 anni di governi “chavisti” per il popolo venezuelano, per gli ultimi e gli emarginati, quelli che nel 1999, prima della prima presidenza Chávez, non esistevano – letteralmente, non è un’esagerazione! – sulle carte geografiche del paese. Il Venezuela di oggi, sebbene nessuno neghi i problemi e le contraddizioni, è un paese in cui gli ultimi hanno migliorato i livelli di vita (sanità, istruzione, lavoro, abitazioni, ecc.) e che ha scardinato gli assetti di potere tradizionali. In tal modo si è guadagnato l’odio delle classi abituate al comando e dei padrini statunitensi, che hanno così scatenato – e non da oggi – una guerra economica, mediatica e psicologica contro il paese. Ieri eravamo in piazza anche a difesa di quelle conquiste, che rischierebbero di essere distrutte – come sta accadendo oggi in Brasile ed Argentina – nell’ipotesi in cui l’opposizione dovesse raggiungere il proprio scopo.
Infine, vogliamo segnalare che la stessa opposizione venezuelana che a Caracas scende in strada perpetuando violenze in nome della “democrazia” ieri ha fatto apparizione a Napoli, lasciandosi andare a volgari provocazioni, offese gratuite, il tutto condito da un linguaggio sessista e carico dello stesso odio che animano le manifestazioni dei settori golpisti e più estremisti dell’opposizione in Venezuela. Evidentemente incapaci di organizzarsi autonomamente, hanno bisogno di un “nemico” da demonizzare per poter liberare le proprie lingue, nella sola ottica di distruggere il lavoro di altri.
In una tale situazione denunciamo anche il comportamento della Questura di Napoli e delle forze dell’ordine che, sempre celeri a reprimere i movimenti sociali e politici di questa città non appena scendono in piazza, con tanto di cariche e successive denunce, sono state invece ieri “sorprendentemente” inermi, malgrado la provocazione dell’opposizione venezuelana fosse stata ampiamente annunciata nei giorni precedenti. Lo stesso comportamento tenuto dalla polizia di Madrid, quando pochi giorni fa circa 100 persone, tra cui l’ambasciatore venezuelano nello stato spagnolo, sono state tenute “sequestrate” da alcuni esponenti dell’opposizione venezuelana e della destra spagnola al grido di “Franco, Franco” (il nome del dittatore fascista spagnolo). Abbiamo ben presente un’altra triste pagina della nostra storia in cui le forze dell’ordine, allora regie, lasciavano fare di buon grado alcuni violenti, carichi di odio nei confronti delle conquiste del movimento dei lavoratori.
No pasarán!
Napoli solidale col processo bolivariano!
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