Il ministro Torres: «Non finirà come il Cile di Allende»

di Geraldina Colotti – ilmanifesto.it
 Miguel Rodriguez Torres, ministro degli Interni Giustizia e Pace
«Da noi non può finire come nel Cile di Allende: il socia­li­smo boli­va­riano è solido, le nostre Forze armate sosten­gono l’unione civico-militare», dice al mani­fe­sto Miguel Rodri­guez Tor­res, mini­stro degli Interni, Giu­sti­zia e Pace.

Il pre­si­dente Nico­las Maduro ha accu­sato alcuni grandi media inter­na­zio­nali di aver fal­si­fi­cato le infor­ma­zioni. Come si sono svolti i fatti?
Il 12 feb­braio com­me­mo­riamo il bicen­te­na­rio della Bat­ta­glia della Vit­to­ria, quando migliaia di gio­vani si sol­le­va­rono con­tro il colo­nia­li­smo spa­gnolo nello stato di Ara­gua. È anche la gior­nata della gio­ventù, che sta­vamo festeg­giando paci­fi­ca­mente.
Anche gli stu­denti di oppo­si­zione sta­vano sfi­lando a Cara­cas. Vole­vano con­se­gnare una let­tera con le loro pro­te­ste al Mini­ste­rio publico, in Par­que Cara­bobo. Un’azione legit­tima, secondo la Costi­tu­zione, tutti pos­sono mani­fe­stare libe­ra­mente. Pur­troppo, un diri­gente di oppo­si­zione, Leo­poldo Lopez e alcuni dei suoi– le parti più fasci­ste della Mud — hanno deciso di caval­care la pro­te­sta per usarla a fini poli­tici e hanno sca­te­nato le vio­lenze. Sono due anni che si pre­pa­rano. Nei giorni pre­ce­denti, aiu­tati da alcuni sin­daci fasci­sti come Daniel Cebal­los, di San Cri­sto­bal — che ha rice­vuto l’addestramento dall’estrema destra mes­si­cana — hanno ini­ziato a deva­stare in diversi stati. A San Cri­sto­bal hanno per­sino dato alle fiamme un asilo. Lopez crede di essere pre­de­sti­nato a diri­gere il paese anche senza il con­senso degli elet­tori. Adesso si nasconde, inse­guito da un man­dato di cattura.
È vero che la poli­zia ha spa­rato sugli studenti?
No, non è vero. Se aves­simo represso, non ci sareb­bero stati tutti quei danni: solo nei pressi del Mini­ste­rio publico sono state distrutte 6 pat­tu­glie. Fin­ché i gruppi oltran­zi­sti non hanno cer­cato di assal­tare la Fisca­lia, non c’erano agenti. Non è con la repres­sione che vogliamo risol­vere i pro­blemi, ma con la pre­ven­zione e con il dia­logo: sia nelle car­ceri che per le strade. Que­sto può pren­dere più tempo, lasciare a volte il fianco sco­perto, ma poi il cam­bia­mento dura, per­ché si basa su una reale con­vin­zione, su una mag­gior coscienza. Il pro­blema non sono gli stu­denti, ma i piani cospi­ra­tivi di chi vuole mani­po­larli. Il pro­blema non sono i dete­nuti, ma certe Ong che vogliono sobil­larli, o i gruppi para­mi­li­tari che hanno inte­resse a reclu­tare e deviare i gio­vani dei bar­rios. Le pro­te­ste sono di carat­tere sociale, non cospi­ra­tivo. Alcuni gruppi vio­lenti di estrema destra rispon­dono invece agli inte­ressi stra­nieri. Nell’ottobre del 2010, certi per­so­naggi di estrema destra che avete visto all’opera in que­sti giorni, hanno orga­niz­zato in Mes­sico una delle prime riu­nioni, la cosid­detta Fie­sta mexi­cana. Una delle orga­niz­za­zioni pre­senti si chiama Her­mano y Libre, finan­ziata dal ban­chiere vene­zue­lano, in fuga dalla giu­sti­zia, Eli­gio Cedeno, ripa­rato negli Stati uniti, e da Otto Reich, un ex diplo­ma­tico della Casa bianca. A quella Fie­sta c’erano tra gli altri anche il sin­daco Cebal­los, Freddy Gue­vara e alcuni mili­tari in pen­sione. Die­tro le vio­lenze del 14 aprile e a quelle odierne, ci sono loro e i piani dell’ex pre­si­dente colom­biano Alvaro Uribe e ipara­cos che invia nei nostri quartieri.
Come pen­sate di affron­tare i pro­blemi posti dagli stu­denti, ovvero l’insicurezza e la scar­sità dei prodotti?
Ho già incon­trato stu­denti del campo boli­va­riano, tra un po’ incon­trerò dele­ga­zioni di oppo­si­zione. Ascol­terò le loro pro­po­ste, si deve lavo­rare insieme. Guardi, la guerra eco­no­mica non è una scap­pa­toia dema­go­gica. Ogni giorno seque­striamo ton­nel­late di ali­menti desti­nate al con­trab­bando con la Colom­bia per far crol­lare l’economia. Se l’opposizione torna in gran parte a essere demo­cra­tica, tante cose potranno andare a posto. E le armi devono essere tolte dalla cir­co­la­zione. Le anti­cipo che tra un po’ il pre­si­dente Maduro lo dirà pub­bli­ca­mente: nes­sun civile dovrà più girare armato. Quanto alle aspi­ra­zioni gol­pi­ste, dico: non siamo più nel Cile di Allende, i loro piani sono desti­nati a fallire.
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