Ramon Mucha­cho: «Vogliono un morto a Cha­cao»

Ramon Mucha­cho: «Vogliono un morto a Cha­cao»

di Geraldina Colotti – il manifesto

Caracas, 21apr2014.- «Per qual­cuno la vio­lenza non basta, vogliono un morto a Cha­cao». Per una volta, l’allarme non viene da fonte gover­na­tiva, ma da un sin­daco di oppo­si­zione, Ramon Mucha­cho, che governa il muni­ci­pio di Cha­cao, un esclu­sivo quar­tiere nella parte est della capi­tale venezuelana.

Una zona in cui con­ti­nuano le «gua­rim­bas» (bar­ri­cate di chiodi, detriti e spaz­za­tura data alle fiamme e filo spi­nato teso fra un bordo e l’altro della strada). Dome­nica si sono veri­fi­cati altri scon­tri, che hanno pro­vo­cato una decina di feriti. Dal muni­ci­pio Cha­cao è par­tita anche la mar­cia di pro­te­sta diretta dai lea­der più oltran­zi­sti dell’opposizione: Maria Corina Machado e Anto­nio Lede­zma, affian­cati dalla moglie di Leo­poldo Lopez, Lilian Tin­tori. Il marito, lea­der del par­tito Volun­tad Popu­lar è in car­cere da due mesi con l’accusa di asso­cia­zione a delin­quere fina­liz­zata al terrorismo.

Con loro hanno sfi­lato anche gli stu­denti che con­ti­nuano a chie­dere «la salida», la rinun­cia del pre­si­dente Maduro. Per l’occasione, hanno bru­ciato in piazza un pupazzo con le fat­tezze del capo di stato, inter­pre­tando in que­sto modo la tra­di­zione vene­zue­lana di bru­ciare l’immagine di Giuda durante la set­ti­mana santa. In altre parti della capi­tale, i cha­vi­sti hanno bru­ciato invece dei Giuda che rap­pre­sen­tano figure di oppo­si­zione. Pic­coli gruppi hanno tenuto alta la ten­sione anche ieri in diverse parti del paese, bloc­cando strade e bru­ciando auto­bus. Una banda di incap­puc­ciati ha preso di mira il Banco vene­zue­lano, pro­vo­cando seri danni. Finora le vio­lenze hanno fatto regi­strare 41 morti e oltre 650 feriti.

Il gio­vane sin­daco Mucha­cho, sca­val­cato a destra dalle pro­te­ste, è uno degli eletti della Mesa de la uni­dad demo­cra­tica (Mud) che par­te­cipa ai dia­lo­ghi di pace con il governo, sotto l’egida della Una­sur e del Vati­cano. Dome­nica in piazza San Pie­tro, anche papa Ber­go­glio ha auspi­cato «che le anime si incam­mi­nino verso la ricon­ci­lia­zione e la con­cor­dia». E un gruppo di atti­vi­sti italo-venezuelani (Anros e l’Associazione Alba) ha sro­to­lato uno stri­scione in soli­da­rietà con la rivo­lu­zione bolivariana.

Tutte le sta­ti­sti­che dicono che la stra­grande mag­gio­ranza dei vene­zue­lani appog­gia il dia­logo tra governo e oppo­si­zione. Con i col­lo­qui di pace, i mode­rati della Mud, finora sur­clas­sati dal pro­ta­go­ni­smo delle com­po­nenti oltran­zi­ste, stanno con­qui­stando una nuova visi­bi­lità. Chie­dono più spazi di potere e spe­rano di zavor­rare il modello eco­no­mico socia­li­sta, messo alla prova da un lungo sabo­tag­gio eco­no­mico e dalla pres­sione dei poteri forti a livello internazionale.

Se riu­scis­sero a spun­tarla — nel paese che pos­siede le mag­giori riserve petro­li­fere al mondo e che ha rimesso in que­stione i rap­porti di pro­prietà, più di tutti gli altri governi pro­gres­si­sti dell’America latina che scom­met­tono sul socia­li­smo del XXI secolo -, vi sareb­bero enormi riper­cus­sioni in tutta la regione. Oggi, Maduro illu­strerà i ter­mini dell’«offensiva eco­no­mica per incre­men­tare la pro­du­zione, la cre­scita e il pieno rifor­ni­mento a prezzo giusto».

Intanto, con­ti­nuano le ispe­zioni alle grandi catene com­mer­ciali per valu­tare la cor­retta appli­ca­zione della Ley orga­nica de Pre­cios Justos, entrata in vigore il 24 gen­naio scorso «per pro­teg­gere il sala­rio dei cit­ta­dini dall’usura e dalla spe­cu­la­zione. Una legge che ha aumen­tato il gra­di­mento di Maduro (oggi a più del 50%), ma che ha anche acce­le­rato l’offensiva dei poteri forti, pre­sen­tata dai grandi media come pro­te­sta stu­den­te­sca con­tro la crisi, l’insicurezza e i pro­blemi economici.

«In Vene­zuela non c’è fame come ai tempi della IV Repub­blica», ha detto Elias Eljuri, pre­si­dente dell’Istituto nazio­nale di sta­ti­stica (Ine). Aver desti­nato ai pro­getti sociali oltre il 64% degli introiti ha por­tato inne­ga­bili bene­fici a tutta la popo­la­zione, che attual­mente con­suma 2.285 calo­rie al giorno pro capite. La povertà strut­tu­rale oggi è al 5,5%. Il governo con­trolla il 64% di 14 ali­menti base, ven­duti a basso costo nella più grande rete di distri­bu­zione ali­men­tare che è di stato. Le imprese pri­vate hanno però il con­trollo della pro­du­zione, inol­tre quasi il 30% dei pro­dotti nazio­nali fini­sce nel con­trab­bando verso la Colombia.

Un busi­ness mul­ti­mi­lio­na­rio che motiva le mafie e i para­mi­li­tari a tener viva la vio­lenza negli stati di con­fine. In que­sto qua­dro, è pro­ba­bile che, fal­lito il pro­getto «gua­rim­bero», gli oltran­zi­sti e chi li guida deci­dano di pas­sare a una seconda fase di ter­ro­ri­smo e omi­cidi selet­tivi. Da qui l’allarme del sin­daco Muchacho.

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