Napoli, 24nov2022: Libertà, Democrazia e Diritti Umani


(VIDEO+FOTO) João Pedro Stédile: un ambasciatore per la pace e la solidarietà tra i popoli

da labussola.org

Dal Brasile in Italia è venuto a portare un messaggio di pace, cooperazione, solidarietà e giustizia sociale, economica e ambientale.

Non è un rappresentante di un qualche governo, è piuttosto un autorevole portavoce dei movimenti popolari che reclamano in ogni angolo della terra il diritto ad una convivenza sostenibile sul nostro pianeta, che non può essere evidente garantito dai modelli dominanti di sfruttamento delle risorse naturali, compresi animali ed esseri umani.

Parliamo di João Pedro Stédile, fondatore e dirigente del Movimento Sem Terra, esponente della più grande organizzazione popolare del mondo, la Via Campesina.

Invitato a partecipare all’incontro di preghiera “Il Grido della Pace” a Roma dalla comunità di Sant’Egidio, alla presenza dei principali rappresentanti delle comunità religiose di tutto il mondo, di Capi di Stato, politici ed intellettuali, dal 23 al 26 ottobre 2022, è intervenuto presso il centro congressi “La Nuvola” (sede dell’evento) denunciando cause e responsabilità della grave crisi che il mondo sta attraversando.

Comprendere la complessità delle problematiche e riconoscerne le ragioni è il primo passo verso le soluzioni. L’esortazione rivolta ai settori popolari ad organizzarsi e lottare unitariamente contro il comune nemico dell’umanità: la voracità del capitalismo ed i suoi apparati politici, economici, industriali, è la via maestra che ci ha indicato.

Non possiamo aspettarci da governi ed istituzioni colluse ed interessate ai profitti derivanti da guerre e sfruttamento delle terre le soluzioni. Sono parte del problema.

JP2022_Parata051.jpgChi paga il costo di queste politiche scellerate, il 99% della popolazione nel mondo, è chiamato ad assumersi la responsabilità storica di costruire processi di trasformazione della realtà e della nostra società che rimettano al centro gli interessi comuni di tutti e non gli immensi profitti di un gruppo ristretto di persone.

Durante la visita in Italia Stédile ha potuto conoscere alcune realtà che, in diverse forme, resistono e si oppongono alle politiche dei governi antipopolari come manifestato il 22 ottobre nell’appuntamento nazionale di Bologna promosso dal Collettivo GKN e partecipato da decine di organizzazioni che hanno dato vita ad un corteo di 50.000 persone, cogliendo l’occasione per contribuire con un intervento in piazza.

JP2022 Parata083A Roma il 23 ottobre, gli amici del MST con la comunità brasiliana, hanno ospitato presso una sede di Rifondazione Comunista (che mantiene relazioni storiche con il PT, partito dei lavoratori brasiliano, impegnato nella campagna per le presidenziali a sostegno del candidato ex Presidente Lula) un incontro tra diverse associazioni, giornalisti, intellettuali e militanti, in cui l’attivista brasiliano ha offerto una chiave di lettura della attualità politica brasiliana e mondiale e della crisi di sistema che affligge il pianeta.

In particolare, il sostegno a Lula, che il 30 ottobre al ballottaggio sfiderà l’uscente Presidente del Brasile, Bolsonaro, è visto come la speranza di ridare una prospettiva al grande paese latinoamericano che negli ultimi anni ha subito una battuta d’arresto nel processo di crescita che i precedenti governi progressisti erano riusciti a dare nei diversi settori della società: economico, sociale, culturale, ambientale… Ma che con Bolsonaro e la sua scriteriata gestione della pandemia, dell’economia e delle relazioni interne ed internazionali, e con la sua retorica reazionaria, intollerante, omofoba e razzista, ha fatto sprofondare il paese in una grave crisi materiale (gli indicatori economici, le statistiche e i numeri sono impietosi) e valoriale, colta persino dal Papa Francesco che prega affinché il ”popolo brasiliano sia liberato dall’odio, dall’intolleranza e dalla violenza” di cui evidentemente è vittima a partire dai colpi di stato che hanno spodestato i legittimi governi progressisti degli ultimi anni.

Prima di tornare in patria, João Pedro Stédile si è incontrato con giovani e studenti presso l’Università Orientale di Napoli, occasione colta anche da rappresentanti di movimenti di allevatori e contadini delle nostre regioni, intellettuali, attivisti, religiosi e associazioni, prima di andare a visitare l’esperienza dell’Ex OPG (L’ospedale psichiatrico giudiziario di Napoli), convertito in centro di promozione sociale, culturale e politica, che restituisce un uso sociale, originale e creativo, ad un luogo di oppressione e sofferenza.
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Giovani, studenti, e collettivi, insieme ad una delegazione di Potere al Popolo, hanno accolto la visita del dirigente politico brasiliano, riaffermando il carattere unitario ed internazionalista delle battaglie per l’emancipazione dei popoli da guerre e sfruttamento.

 

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Con João Pedro Stédile del MST brasiliano presso la Università L’Orientale di Napoli.

Qui i video dell’incontro dai canali social di Medicina Democratica di Napoli:

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Napoli, 26ott2022: Incontro con J. P. Stédile del MST del Brasile

Italia: per Giorgia Meloni non sarà facile mantenere la sua coalizione

di Atilio Boron

La Meloni e l’estrema destra italiana rappresentano la reazione di fronte alla crisi del capitalismo, alle guerre dell’impero e al suo corollario di povertà e immigrazione.

L’estrema destra ha ottenuto una clamorosa vittoria alle elezioni italiane. La sua rappresentanza parlamentare, dalla quale verrà il primo ministro, raggiunge i 235 seggi. Questo deriva dalla somma di Fratelli d’Italia – di gran lunga la maggiore espressione -, Lega Nord di Matteo Salvini, Forza Italia del “cavaliere” Silvio Berlusconi e del contributo minimo di Noi Moderati. La maggioranza assoluta necessaria per formare un governo è di 201 deputati. La coalizione di centro-sinistra (Partito Democratico – più Alleanza dei Verdi e Sinistra, Più Europa e un’altra forza minore) ha 80 seggi. Il Movimento 5 Stelle, in perenne mutazione ideologica, ha conquistato 51 seggi, Azione più Italia Viva altri 21 e altre forze politiche minori 4.

Allo stato attuale, è molto probabile che la neofascista Giorgia Meloni diventi primo ministro d’Italia, il primo dalla fondazione della Repubblica nel 1946.

Resta da vedere come riuscirà a governare un Paese complesso come l’Italia di oggi, con un sistema di idee in cui il neoliberismo economico convive con grande difficoltà con un forte tradizionalismo ideologico (in relazione a temi come il ruolo della donna nella società, l’aborto, la sessualità, la religione) condito da una dose esplosiva di xenofobia e islamofobia.

Senza nulla togliere alla sua vittoria, tuttavia, va ricordato che il peso dei consensi di Fratelli d’Italia è stato tutt’altro che schiacciante: il 26% dei voti. La Meloni ha vinto, ma non è stata una vittoria schiacciante. Inoltre, i suoi partner, grazie ai quali ha ottenuto il 44% dei voti, non sono esattamente un modello di fedeltà o coerenza politica. Il “Cavaliere” è un uomo che non si fa scrupoli quando si tratta di candidarsi al potere e Salvini non smetterà di complottare contro la Meloni per diventare Presidente del Consiglio. In altre parole, non sarà facile mantenere la sua coalizione, soprattutto quando inizierà a governare e dovrà prendere decisioni economiche difficili in un contesto di alta inflazione e di prezzi esorbitanti di energia e prodotti alimentari.

In ogni caso, la performance elettorale della Meloni è ben lontana dai risultati ottenuti in Ungheria e Polonia, i due Paesi europei con la più alta percentuale di voti di estrema destra. Le cifre elettorali in questi due Paesi oscillano intorno al 60% nel caso dei magiari e al 50% in Polonia. In altri Paesi europei con forti formazioni di estrema destra, il loro peso elettorale oscilla tra il 20 e il 30%: Belgio, Svizzera, Slovacchia e Italia. In Spagna, di cui si parla molto, Vox ha una media del 15% dell’elettorato. La Meloni è importante ma non eccezionale.

L’ultradestra europea è figlia della profonda crisi del capitalismo globale e delle guerre che Washington sta provocando nel Mediterraneo orientale (Siria, Libano, Iraq), in Libia, in Medio Oriente (Yemen, genocidio dei palestinesi per mano del regime israeliano), della sua criminale e fallimentare avventura in Afghanistan e, ora, della “guerra per procura” che, grazie a Volodymir Zelenski, un criminale di guerra travestito da Rambo e completamente al servizio di Washington, viene condotta in Ucraina, mettendo ulteriormente a dura prova l’equilibrio delle società europee.

Se la prima, la crisi del capitalismo, ha gettato nelle metropoli coloniali milioni di subsahariani e di abitanti del Medio Oriente e dell’Asia centrale, le interminabili guerre dell’impero hanno finito per modificare con le loro grandi ondate di profughi la fisionomia sociologica della vecchia Europa del dopoguerra: bianca, cristiana, etnica, politicamente e culturalmente omogenea.

Questo appartiene ormai al passato e tutti sanno che in questi processi di trasformazione accelerata della struttura socio-demografica e culturale di una società, immancabilmente emergono gruppi che rifiutano visceralmente questi cambiamenti e sviluppano comportamenti aggressivi nei confronti degli “invasori” indesiderati provenienti da altre latitudini e, per di più, portatori di culture, valori e pratiche sociali radicalmente diversi da quelli preesistenti, che, ovviamente, sono considerati “normali” e universalmente validi.

Meloni e l’estrema destra italiana rappresentano la reazione a questo stato di cose. Se la crisi del capitalismo e le guerre dell’impero danno vita a figure mostruose come Orban, Trump o Bolsonaro, non è meno vero che il neofascismo si nutre anche della reticenza della sinistra – o della sua debolezza – quando si tratta di promuovere un programma di trasformazioni radicali all’altezza della radicalità dell’olocausto sociale ed ecologico che il capitalismo attuale ha prodotto. In una situazione estrema come questa, dove è in gioco il futuro dell’umanità, non c’è spazio per la tiepidezza o la neutralità, né per chi confonde la politica con un infinito dialogo habermasiano da cui presumibilmente emergerà un accordo.

Questo va bene per le lezioni universitarie, ma per governare bisogna parlare il minimo indispensabile e agire con la massima energia per piegare coloro che difendono ferocemente i propri interessi, che non vogliono che nulla cambi e che tutto rimanga com’è. Non si lasceranno convincere con le parole o con l’eterna ricerca di un consenso impossibile.

Gli agenti sociali della disuguaglianza e dell’ingiustizia non si piegano ai discorsi; devono essere subordinati ai fatti, alle decisioni dei governi. L’incapacità dimostrata dalla sinistra (o dal progressismo in generale) in Europa ha fatto sì che la protesta contro le devastazioni della mal denominata civiltà del capitale venisse capitalizzata da demagoghi neofascisti. Sarebbe bene che in America Latina imparassimo la lezione e che la sinistra e il progressismo facessero quello che devono fare, senza aspettare modifiche magiche dei famosi “rapporti di forza”. Un anno dopo la Marcia su Roma del 1922, tanto ammirata in questi giorni dalla Meloni, la marxista e femminista tedesca Clara Zetkin (a cui dobbiamo la celebrazione dell’8 marzo come Giornata Internazionale della Donna), scrisse che “il fascismo era la punizione inflitta al proletariato per non essere stato in grado di continuare la rivoluzione iniziata in Russia”. Sarebbe imperdonabile per noi dimenticare un’osservazione così saggia.

 

Brasile: la commissione del Senato accusa Bolsonaro di “crimini contro l’umanità”

20 ottobre 2021

Bolsonaro accusato di crimini contro l’umanità per le sue azioni durante la pandemia (leggi il rapporto completofinale della CPI sulla Pandemia, presentato da Renan Calheiros al Senato)

 

Il senatore Renan Calheiros ha iniziato mercoledì la lettura del rapporto finale, di oltre 1.100 pagine, della Commissione d’Inchiesta del Congresso brasiliano, che accusa il presidente Jair Bolsonaro di almeno nove crimini, inclusi crimini contro l’umanità, per la sua “gestione”della pandemia di coronavirus, che ha lasciato più di 603.000 morti.

Le contestazioni della relazione Calheiros saranno votate il prossimo 26 ottobre dalla Commissione e sottoposte al procuratore generale, alla Corte Suprema e alla Corte dei Conti e tra gli imputati ci sono altre 68 persone, tra cui i tre figli del presidente con cariche pubbliche e i ministri della Difesa Walter Braga Netto e il ministro della Salute Marcelo Queiroga.

“Il Presidente della Repubblica ha ripetutamente incoraggiato la popolazione a non seguire la politica di distanziamento sociale; si è ripetutamente opposto all’uso delle mascherine; ha invitato, promosso e partecipato agli assembramenti e ha cercato di squalificare i vaccini contro il Covid-19”, ha scritto Calheiros nel rapporto.

“Questa strategia, in realtà legata all’idea che il contagio naturale indurrebbe l’immunità di gregge, mirava esclusivamente alla ripresa delle attività economiche”, ha aggiunto.

C’è stata anche una rete di corruzione “mai vista prima” nel Ministero della Salute, ha sottolineato il senatore.

Secondo il rapporto, Bolsonaro sarà accusato di “un’epidemia che ha provocato esito mortale; violazione delle misure sanitarie preventive; uso irregolare di fondi pubblici; istigazione al crimine; falsificazione di atti privati; ciarlataneria; reato di peculato; crimini contro l’umanità e crimini di responsabilità”.

Il testo fa anche riferimento alla creazione di un gabinetto parallelo del Presidente con medici negazionisti che distribuivano rimedi senza efficacia per evitare le chiusure e incoraggiare la popolazione a scendere in piazza.

Bolsonaro sarà accusato di aver rifiutato con disprezzo l’acquisto di immunizzanti (vaccini) e di aver nascosto ciò che sapeva sulla corruzione nella trattativa che i lobbisti legati al potere militare hanno portato avanti per acquistare fraudolentemente il vaccino indiano Covaxin.

Secondo Calheiros, la mancanza di impegno nell’acquisto dei vaccini CoronaVac e Pfizer a fronte di offerte di acquisizione preferenziali ha ritardato l’intero piano di vaccinazione.

A questo proposito, ha sottolineato che si sarebbero potute evitare 12.000 morti con l’immunizzazione precoce degli anziani, secondo uno studio dell’Università di San Paolo (Usp).

Tra gli imputati c’è l’ex-ministro degli Esteri Ernesto Araújo come rappresentante dei seguaci di Donald Trump in Brasile, che hanno collaborato, secondo l’accusa, al negazionismo e al rifiuto delle quarantene.

Il gruppo comprende diversi funzionari come il ministro del Lavoro, Onyx Lorenzoni, il consigliere per gli affari internazionali Filipe Martins, oltre al senatore Flavio Bolsonaro, il deputato Edoardo Bolsonaro e il consigliere Carlos Bolsonaro, accusati di condurre, insieme a imprenditori amici, campagne di notizie false per raccomandare rimedi inefficaci e rompere la quarantena, facendo credere alla popolazione che era sicuro scendere in strada.

Il presidente è anche accusato di un reato per il quale è già indagato dalla Corte, peculato in un caso di corruzione al ministero della Salute per acquisto fraudolento del vaccino indiano Covaxin.

Nella seduta, il senatore bolsonarista Marcos Rogerio ha chiesto l’annullamento della relazione e ha sostenuto che il diritto alla difesa del presidente non era stato rispettato.

Il capo della Commissione, Omar Aziz, ex governatore dell’Amazzonia, gli ha risposto, affermando che Bolsonaro “ha commesso crimini e dovrà pagarli”.

La Commissione Parlamentare ha riportato accuse alla giustizia comune contro i titolari e i medici dell’AssicurazionePrevent Senior, che alleatasi con una sorta di gabinetto parallelo istituito da Bolsonaro, dava rimedi come la clorochina ai malati di Covid-19 e falsificava le cartelle cliniche in caso esito mortale, per nascondere l’inefficacia di quel farmaco antimalarico.

Il Brasile è il secondo paese per decessi dopo gli Stati Uniti e il terzo per numero di contagi.

Questo mercoledì il paese ha raggiunto il 50% della popolazione immunizzata con un regime di vaccinazione completo, nel mezzo di una massiccia riapertura delle attività dopo le quarantene messe in atto per far fronte al crollo ospedaliero registrato tra marzo e giugno in tutto il Paese.

Il resoconto integrale della CPI sul Covid è stato divulgato lo scorso mercoledì (20 ottobre) dal relatore, il Senatore Renan Calheiros (MDB). La lettura del documento ha avuto luogo durante la seduta della Commissione presso il Senato Federale. Calheiros ha fatto marcia indietro in alcuni punti del testo, rimuovendo dalle proposte d’accusa del presidente JairBolsonaro i crimini di genocidio contro la popolazione indigena e di omicidio.

La versione finale del rapporto propone di incriminare Bolsonaro e altre 65 persone, oltre a due società. Il documento suggerisce dieci possibili crimini, comprese epidemie con esito letale e crimini contro l’umanità, nelle modalità di sterminio, persecuzione e altri atti disumani.  L’elenco completo degli imputati e dei crimini si trova alla fine di questo testo.

Con la lettura del rapporto di questo mercoledì (20 ottobre), la CPI si avvicina alla fine del suo lavoro, dopo quasi sei mesi di raccolta di informazioni e testimonianze. In questo periodo, la Commissione ha raccolto più di 50 testimonianze, ha desecretato 251 rapporti segreti, ha analizzato 9,4 terabyte di documenti e ha tenuto più di 60 incontri, segnati da intensi scontri.

Se approvate dalla CPI, le proposte di accusa contenute nel verbale devono essere trasmesse alla Procura della Repubblica, alla Camera dei Deputati e anche alla Corte Penale Internazionale dell’Aja (Paesi Bassi), affinchépossa essere vagliata l’eventuale responsabilità civile, penale e politica degli imputati. Laddove il documento raccomanda modifiche legislative, saranno elaborate in forma di disegni di legge dal Congresso Nazionale.

Dall’inizio di agosto, Brasil de Fato ha consultato, in forma esclusiva, i seguenti membri della Commissione: Rogério Carvalho (PT-SE), Randolfe Rodrigues (REDE-AP), Renan Calheiros (MDB-AL), Humberto Costa (PT -SE) e Simone Tebet (MDB-MS). Sono stati ascoltati anche specialisti, come l’epidemiologo Pedro Hallal, che ha anche testimoniato davanti alla CPI, e l’ex-ministro della Sanità Arthur Chioro.

La constatazione unanime è che la CPIsul Covid“non finirà in scherzo”. Secondo i membri del Congresso, l’inchiesta parlamentare ha svolto il ruolo di “fermare il genocidio”, promosso attraverso azioni e omissioni del governo federale nella lotta alla nuova pandemia di coronavirus.

 

Incriminati e relativi reati segnalati nella relazione finale

1) JAIR MESSIAS BOLSONARO – Presidente della Repubblica – art. 267, § 1 (epidemia con esito mortale); art. 268, caput (violazione della misura sanitaria preventiva); art. 283 (ciarlataneria); art. 286 (istigazione a delinquere); art. 298 (falsificazione in atto privato); art. 315 (impiego irregolare di fondi pubblici); art. 319 (peculato), tutto cp; art. 7, comma 1, b, h e k, e comma 2, b e g (delitti contro l’umanità, nelle modalità di sterminio, persecuzione e altri atti disumani) del Trattato di Roma (Decreto n. 4.388, del 2002) ; e art. 7, punto 9 (violazione dei diritti sociali) e 9, punto 7 (incompatibilità con dignità, onore e decoro d’ufficio), delitti di responsabilità, previsti dalla legge 10 aprile 1950, n. 1079;

2) EDUARDO PAZUELLO – Ex Ministro della Salute – art. 267, § 1 (epidemia con esito mortale); art. 315 (impiego irregolare di fondi pubblici); art. 319 (peculato) e art. 340 (falsa segnalazione di reato), tutto cp; art. 7, comma 1, b, h e k, e comma 2, b e g (delitti contro l’umanità, nelle modalità di sterminio, persecuzione e altri atti disumani) del Trattato di Roma (Decreto 4.388, del 2002);

3) MARCELO ANTÔNIO C. QUEIROGA LOPES – Ministro della Salute – art. 267, § 1 (epidemia con esito mortale) e art. 319 (peculato), entrambi cp;

4) ONYX DORNELLES LORENZONI – Già Ministro della Cittadinanza e Primo Ministro della Segreteria Generale della Presidenza della Repubblica – art. 286 (istigazione a delinquere) cp e art. 7, comma 1, b, h ek, 1060, comma 2, beg (delitti contro l’umanità, nelle modalità di sterminio, persecuzione e altri atti inumani) del Trattato di Roma;

5) ERNESTO HENRIQUE FRAGA ARAÚJO – Ex Ministro degli Affari Esteri – art. 267, § 1 (epidemia con esito mortale) e art. 286 (istigazione a delinquere), combinato con art. 29; tutto il Codice Penale;

6) WAGNER DE CAMPOS ROSÁRIO – Primo Ministro del Controllore Generale dell’Unione – art. 319 (peculato) cp;

7) ANTÔNIO ELCIO FRANCO FILHO – già Segretario Esecutivo del Ministero della Salute – art. 267, § 1 (epidemia con esito mortale), cp; art. 10, VI e XII, e art. 11, I (illeciti amministrativi), della Legge 2 giugno 1992, n. 8429;

8) MAYRA ISABEL CORREIA PINHEIRO – Segretaria di Gestione del Lavoro e Educazione alla Salute – SGTES – art. 267, § 1 (epidemia con esito mortale), e art. 319 (peculato), entrambi cp; e art. 7, k (delitto contro l’umanità) del Trattato di Roma (Decreto 4.388, 2002);

9) ROBERTO FERREIRA DIAS – Ex Direttore Logistica Ministero della Salute – art. 317, caput, cp (corruzione passiva); art. 2, caput (creazione di organizzazione criminale) della legge n. 12.850, del 2013; art. 10, XII e art. 11, I (illeciti amministrativi), della Legge 2 giugno 1992, n. 8429;

10) CRISTIANO ALBERTO HOSSRI CARVALHO – rappresentante Davati in Brasile – art. 333, caput, cp (corruzione attiva);

11) LUIZ PAULO DOMINGUETTI PEREIRA – rappresentante Davati in Brasile – art. 333, caput, cp (corruzione attiva);

12) RAFAEL FRANCISCO CARMO ALVES – intermediario nelle trattative Davati – art. 333, caput, cp (corruzione attiva);

13) JOSÉ ODILON TORRES DA SILVEIRA JÚNIOR – intermediario nei rapporti con Davati – art. 333, caput, cp (corruzione attiva);

14) MARCELO BLANCO DA COSTA – Già consigliere del Dipartimento di Logistica del Ministero della Salute e intermediario nei rapporti con Davati – art. 333, caput, cp (corruzione attiva);

15) EMANUELA BATISTA DE SOUZA MEDRADES – Direttore Esecutivo e tecnico farmaceutico responsabile della società Necessidade – artt. 299, caput (falsità ideologica), 304 (uso di atti falsi) e 347 (truffa processuale), tutti cp; art. 2, caput (creazione di organizzazione criminale) della legge n. 12.850, del 2013; e art. 10, VI e XII, e art. 11, I (illecito amministrativo), combinato con art. 3, tutta Legge 8429, del 2 giugno 1992;

16) TÚLIO SILVEIRA – Consulente legale delle esigenze aziendali – artt. 299, caput (falsità ideologica), 304 (uso di atto falso), entrambi cp; art. 10, VI e XII, e art. 11, I (illecito amministrativo), combinato con art. 3, tutta Legge 8429, del 2 giugno 1992;

17) AIRTON ANTONIO SOLIGO – Già consigliere speciale del Ministero della Salute – art. 328, caput (abuso di ufficio pubblico);

18) FRANCISCO EMERSON MAXIMIANO – socio della società Necessidade – artt. 299, caput (falsità ideologica), 304 (uso di atto falso), 347 (truffa processuale) e 337-L, capo V (truffa contrattuale), tutte cp; art. 2, caput (creazione di organizzazione criminale) della legge n. 12.850, del 2013; art. 10, VI e XII, e art. 11, I (illecito amministrativo), combinato con art. 3, tutta Legge 8429, del 2 giugno 1992;

19) DANILO BERNDT TRENTO – partner di Primarcial Holding e ParticipaçõesLtda e direttore relazioni istituzionali di Precisa – 337-L, capo V (truffa contrattuale) cp; art. 2, caput (creazione di organizzazione criminale) della legge n. 12.850, del 2013; art. 10, XII e l’art. 11, I (illecito amministrativo), combinato con l’art. 3, tutta Legge 8429, del 2 giugno 1992;

20) MARCOS TOLENTINO DA SILVA – Avvocato e socio occulto di FIB Bank – art. 337-L, capo V (truffa contrattuale), combinato con l’art. 29, entrambi del Codice Penale; art. 2, caput (creazione di organizzazione criminale) della legge n. 12.850, del 2013; e art. 10, XII e l’art. 11, I (illecito amministrativo), combinato con l’art. 3, tutta Legge 8429, del 2 giugno 1992;

21) RICARDO JOSÉ MAGALHÃES BARROS – Deputato federale – art. 286 (istigazione a delinquere) e art. 321 (diritto amministrativo), entrambi cp; art. 2, caput (creazione di organizzazione criminale) della legge n. 12.850, del 2013; e art. 10, XII (illeciti amministrativi) della legge 2 giugno 1992, n. 8429; 1063

22) FLÁVIO BOLSONARO – Senatore della Repubblica – art. 286 (istigazione a delinquere) cp;

23) EDUARDO BOLSONARO – Deputato Federale – art. 286 (istigazione a delinquere) cp;

24) BIA KICIS – Deputato Federale – art. 286 (istigazione a delinquere) cp;

25) CARLA ZAMBELLI – Deputato Federale – art. 286 (istigazione a delinquere) cp;

26) CARLOS BOLSONARO – Consigliere del Comune di Rio de Janeiro – art. 286 (istigazione a delinquere) cp;

27) OSMAR GASPARINI TERRA – Deputato Federale – art. 267, § 1 (epidemia con esito mortale), e art. 286 (istigazione a delinquere), entrambi cp;

28) FÁBIO WAJNGARTEN – già capo della Segreteria Speciale per la Comunicazione Sociale (Secom) della Confederazione – art. 319 (peculato) e art. 321 (diritto amministrativo), entrambi cp;

29) NISE HITOMI YAMAGUCHI – Medico partecipante del gabinetto parallelo – art. 267, § 1 (epidemia con esito mortale), cp; 1064;

30) ARTHUR WEINTRAUB – già consigliere della Presidenza della Repubblica e partecipante al gabinetto parallelo – art. 267, § 1 (epidemia con esito mortale), cp;

31) CARLOS WIZARD MARTINS – imprenditore e membro del gabinetto parallelo – art. 267, § 1 (epidemia con esito mortale); e art. 286 (istigazione a delinquere), entrambi cp;

32) PAOLO MARINHO DE ANDRADE ZANOTTO – biologo e partecipante del gabinetto parallelo – art. 267, § 1 (epidemia con esito mortale), cp;

33) LUCIANO DIAS AZEVEDO – medico e membro del gabinetto parallelo – art. 267, § 1 (epidemia con esito di esito mortale) cp;

34) MAURO LUIZ DE BRITO RIBEIRO – Presidente del Consiglio Federale di Medicina – art. 267, § 1 (epidemia con esito di esito mortale) cp;

35) WALTER SOUZA BRAGA NETTO – ministro della Difesa ed ex-Capo di Stato Maggiore – art. 267, § 1 (epidemia con esito mortale) cp;

36) ALLAN LOPES DOS SANTOS – blogger sospettato di diffondere fake news – art. 286 (istigazione a delinquere) cp;

37) PAULO DE OLIVEIRA ENEAS – direttore del sito bolsonaristaCríticaNacional, sospettato di diffusione di fake news – art. 286 (istigazione a delinquere) cp;

38) LUCIANO HANG – imprenditore sospettato di diffusione di notizie false – art. 286 (istigazione a delinquere) cp;

39) OTÁVIO OSCAR FAKHOURY – imprenditore sospettato di diffusione di fake news – art. 286 (istigazione a delinquere) cp;

40) BERNARDO KUSTER – direttore delJornalBrasil Sem Fear, sospettato di diffusione di fake news – art. 286 (istigazione a delinquere) cp;

41) OSWALDO EUSTÁQUIO – blogger sospettato di diffusione di fake news – art. 286 (istigazione a delinquere) cp;

42) RICHARDS POZZER – artista grafico sospettato di diffusione di fake news – art. 286 (istigazione a delinquere) cp;

43) LEANDRO RUSCHEL – giornalista sospettato di diffusione di fake news – art. 286 (istigazione a delinquere) cp;

44) CARLOS JORDY – Deputato Federale – art. 286 (istigazione a delinquere) cp;

45) FILIPE G. MARTINS – consigliere speciale per gli Affari Internazionali del Presidente della Repubblica – art. 286 (istigazione a delinquere) cp;

46) TÉCIO ARNAUD TOMAZ – consigliere speciale della Presidenza della Repubblica – art. 286 (istigazione a delinquere) cp; 1066

47) ROBERTO GOIDANICH – già Presidente FUNAG – art. 286 (istigazione a delinquere) cp;

48) ROBERTO JEFFERSON – politico sospettato di diffusione di fake news – art. 286 (istigazione a delinquere) cp;

49) RAIMUNDO NONATO BRASIL – socio della società VTCLog – art. 333, caput (corruzione attiva) cp; e art.  11, I (illecito amministrativo), combinato con l’art. 3, tutta Legge 8429, del 2 giugno 1992;

50) ANDREIA DA SILVA LIMA – Amministratore Delegato della società VTCLog – art. 333, caput (corruzione attiva) cp; e art. 11, I (illecito amministrativo), combinato con l’art. 3, tutta Legge 8429, del 2 giugno 1992;

51) CARLOS ALBERTO DE SÁ – socio della società VTCLog – art. 333, caput (corruzione attiva) cp; e art. 11, I (illecito amministrativo), combinato con l’art. 3, tutta Legge 8429, del 2 giugno 1992;

52) TERESA CRISTINA REIS DE SÁ – socia della società VTCLog – art. 333, caput (corruzione attiva) cp; e art. 11, I (illecito amministrativo), combinato con l’art. 3, tutta Legge 8429, del 2 giugno 1992;

53) JOSÉ RICARDO SANTANA – Già segretario dell’Anvisa – art. 2, caput (creazione di organizzazione criminale) della legge n. 12.850, del 2013;

54) MARCONNY NUNES RIBEIRO ALBERNAZ DE FARIA – lobbista – art. 2, caput (creazione di organizzazione criminale) della legge n. 12.850, del 2013;

55) DANIELLA DE AGUIAR MOREIRA DA SILVA – medico presso Prevent Senior – art. 121, caput, combinato con gli artt. 13, § 2, lett. b, e 14, tutto cp;

56) PEDRO BENEDITO BATISTA JÚNIOR – direttore Esecutivo Prevent Senior – artt. 132 (pericolo per la vita o la salute altrui), 269 (omissione di denuncia di malattia) e 299, caput (falsità ideologica), tutti cp; e art. 7, k (delitto contro l’umanità) del Trattato di Roma (Decreto 4.388, 2002);

57) PAOLA WERNECK – Prevent Senior Doctor – art. 132 (pericolo per la vita o la salute altrui) cp;

58) CARLA GUERRA – Prevent Senior Doctor – art. 132 (pericolo per la vita o la salute altrui) cp; e art. 7, k (delitto contro l’umanità) del Trattato di Roma (Decreto 4.388, 2002);

59) RODRIGO ESPER – Prevent Senior Doctor – art. 132 (pericolo per la vita o la salute altrui) cp; e art. 7, k (delitto contro l’umanità) del Trattato di Roma (Decreto 4.388, 2002);

60) FERNANDO OIKAWA – Prevent Senior Doctor – art. 132 (pericolo per la vita o la salute altrui) cp; e art. 7, k (delitto contro l’umanità) del Trattato di Roma (Decreto 4.388, 2002);

61) DANIEL GARRIDO BAENA – Prevent Senior Doctor – art. 299, caput (falsitàideologica) cp; 62) JOÃO PAULO F. BARROS – Prevent Senior Doctor -art. 299, caput (falsitàideologica) cp;

63) FERNANDA DE OLIVEIRA IGARASHI – medico presso Prevent Senior – art. 299, caput (falsità ideologica) cp;

64) FERNANDO PARRILLO – titolare di Prevent Senior – artt. 132 (pericolo per la vita o la salute altrui), 269 (omissione di denuncia di malattia) e 299, caput (falsità ideologica), tutti cp; e art. 7, k (delitto contro l’umanità) del Trattato di Roma (Decreto 4.388, 2002);

65) EDUARDO PARRILLO – titolare di Prevent Senior – artt. 132 (pericolo per la vita o la salute altrui), 269 (omissione di denuncia di malattia) e 299, caput (falsità ideologica), tutti cp; e art. 7, k (delitto contro l’umanità) del Trattato di Roma (Decreto 4.388, 2002);

66) FLÁVIO ADSUARA CADEGIANI – medico che ha studiato la proxalutamide – art. 7, k (delitto contro l’umanità) del Trattato di Roma (Decreto 4.388, 2002);

67) PRECISA COMMERCIALIZZAZIONE DI FARMACI LTDA. – art. 5, IV, d (atto dannoso per la pubblica amministrazione) della legge 12.846, del 1° agosto 2013;

68) VTC OPERAZIONI LOGISTICHE LTDA – VTCLog – art. 5, IV, d (atto dannoso per la pubblica amministrazione) della legge 12.846, del 1° agosto 2013.

Brasil de Fato

 

BOLSONARO DICE DI NON AVERE “ASSOLUTAMENTE NESSUNA COLPA” PER L’AGGRAVARSI DELL’EPIDEMIA

Il presidente del Brasile, JairBolsonaro, ha assicurato che lui e il suo governo non hanno “assolutamente colpa di niente”, in relazione all’aggravarsi della pandemia di COVID-19, che ha provocato 600.000 morti nel paese.

“Sappiamo di non avere assolutamente nulla da rimproverarci. Sappiamo che abbiamo fatto le cose giuste fin dall’inizio”, ha detto il presidenteall’inaugurazionedi alcune operedi infrastruttura igienico-sanitaria, nel comune di Russas, a nord-est del Brasile.

Bolsonaro, che ha negato la gravità del coronavirus, ha rilasciato queste dichiarazioni il giorno in cui era prevista una seduta dellaCommissione del Senato, dopo sei mesi di indagini, per rilasciare il relativo rapporto finale.

“Quanto sarebbe bello se quella CPI (Commissione Parlamentare d’Inchiesta) stesse facendo qualcosa di produttivo in Brasile. Hanno rubato il tempo del nostro ministro della Salute, dei dipendenti, delle persone umili e degli imprenditori, ma non hanno prodotto nulla, solo odio e risentimento”, ha criticato il capo del governo.

Questa commissione prevede di accusare Bolsonaro e decine di autorità per vari crimini contro la salute, per la loro gestione improvvisata della pandemia di COVID-19, che ha portato il Brasile a essere uno dei paesi più colpiti al mondo.

Bolsonaroè tornato lo scorso mercoledì a difendere farmaci di nessuna efficacia contro il COVID-19, come la clorochina e ha attaccato di nuovo la politica “dannosa, ingiusta e criminale” del “rimani a casa, che l’economia viene dopo”.

Ha assicurato di aver “sentito molte persone” prima di formarsi sue opinioni in relazione al SARS-CoV-2 e che, se non esiste un farmaco specifico, “il medico è libero di cercare un’alternativa”.

 

SI RIFIUTADI VACCINARSI

Allo stesso tempo, il leader dell’estrema destra ha puntato il dito contro l’obbligatorietà del vaccino anti-covid, che ha dichiarato che non si farà somministrare e i documenti di immunizzazione, cui stanno ricorrendo diversi paesi e che hanno adottato decine di città brasiliane.

“La libertà è un bene sacro, che viene prima della nostra vita”, ha proclamato.

 

[Trad. dal portoghese per ALBAinformazione di Marco Nieli]

Celac, Cepal e l’autosufficienza farmaceutica

Loadingdi Asa Cristina Laurell

22.10.2021

 

Il rapporto preparato dalla Commissione Economica per l’America Latina (CEPAL),in occasione dell’incontro della Comunità degli Stati dell’America Latina e dei Caraibi (CELAC) in Messico, è per molti versi esemplare. Segue la tradizione di questo organismo, presentando un’analisi della situazione e proposte di azione. In questo caso, si tratta di vaccini e farmaci, argomento che è ritornato all’ordine del giorno a causa della pandemia di Covid-19.

 

A questo proposito, lo studio analizza la composizione dell’industria farmaceutica regionale e le sue diverse componenti. Sottolinea che Cuba è l’unico Paese che è riuscito a costruire un’industria avanzata con una forte componente biotecnologica. Lo dimostra il fatto che l’isola ha prodotto tre vaccini contro la SARS-CoV2: Abdala, dal nome del grande poema di Martí,Soberana 02 e Soberana Plus. Nessun altro paese della regione ha ottenuto un tale successo.

 

La debolezza tecnologica dei vaccini in America Latina si estende al resto dell’industria farmaceutica, in ritardo con la globalizzazione e le successive fusioni delle grandi società transnazionali del settore. Il documento CEPAL contiene un’analisi dettagliata dell’impatto degli accordi di libero scambio su questo ramo produttivo. Gli ostacoli al suo sviluppo, in particolare quelli biotecnologici, sono articolati dalle norme sulla proprietà intellettuale dell’Organizzazione mondiale del commercio (WCO). Vi sono clausole di eccezione per la salute pubblica, che sono state concordate alla riunione del WCO a Doha. Tuttavia, nel tempo è stato dimostrato che l’attuazione di queste regole è difficile e richiede tempo.

 

Ad eccezione dei tentativi dei governi progressisti di Brasile e Argentina, il resto delle amministrazioni latino-americane non si è interessato a sviluppare e/o proteggere la propria industria farmaceutica. Anche in Messico, la dipendenza dall’estero di questo settore è aumentata fino al 2018. Così, fino all’avvento del Covid, è andata aumentando la consapevolezza che la produzione di vaccini e di medicinali fa parte della sovranità nazionale. D’altro canto, appare interessante osservare che i paesi del Sudamerica sono orientati verso il complesso farmaceutico europeo, mentre il Messico, i Caraibi e il Centroamerica verso gli Stati Uniti. Al contrario, fino ad oggi, non esiste praticamente alcuna cooperazione tra i paesi della regione.

 

La seconda parte del documento CEPAL è dedicata alle proposte per rafforzare la cooperazione latino-americana e l’industria farmaceutica regionale. Le proposte si articolano in sette linee di azione. Il loro scopo è proprio quello di andare verso l’autosufficienza produttiva, per ragioni di sicurezza nazionale. Il primo passo immediato consisterebbe nell’acquisto internazionale congiunto di farmaci biologici ed essenziali, meccanismi che sono stati sviluppati con successo dall’Organizzazione Panamericana della Sanità (PAHO). In questa direzione, ci si propone di utilizzare gli acquisti pubblici per lo sviluppo dei mercati regionali.

 

Allo stesso modo, dovrebbero essere creati consorzi pubblici per lo sviluppo e la produzione di vaccini. La CEPAL propone di rafforzare simultaneamente la convergenza normativa ei meccanismi di riconoscimento tra i paesi. Ciò ridurrebbe i tempi di ingresso dei prodotti sul mercato in ciascuna nazione. In questo contesto, dovrebbe essere istituita una piattaforma regionale per le sperimentazioni cliniche. Queste sono attualmente in corso nei nostri paesi, ma sotto il controllo dell’industria farmaceutica globale o di società create appositamente per questo scopo.

Un’altra linea di azione consisterebbe nello sfruttare la flessibilità normativa, per accedere alla proprietà intellettuale. In altre parole, si dovrebbe fare un uso speciale delle eccezioni che sono state concordate negli accordi di Doha 20 anni fa.

 

Le proposte della CEPAL sono inscritte nel concetto di complesso sanitario, inteso come l’insieme dei diritti relativi alla salute e alla formazione della politica del ramo. In questo approccio, è fondamentale la formazione e l’orientamento del sistema sanitario. La proposta della CEPAL è, quindi, quella di rafforzare i sistemi primari nella regione, in modo che vi sia un accesso universale a vaccini e medicinali e che la loro distribuzione sia equa.

 

Intrecciare un tema particolare, come l’industria farmaceutica, con valori e pratiche concrete, è una caratteristica del lavoro di quest’organizzazione internazionale.

 

* Ricercatrice, dottoressa e politica di origine svedese e naturalizzata messicana. È stata direttrice della rivistaCoyunturae coordinatrice dell’area delle politiche sociali dell’Istituto per lo studio della rivoluzione democratica. È stato a capo del Segretariato Federale della Sanità durante l’amministrazione di Andrés Manuel López Obrador (2000-2006). Attualmente, è Sottosegretario all’Integrazione e allo Sviluppo del Settore Sanitario presso il Ministero della Salute.

 

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Marco Nieli]

Napoli 24ott2021: Presentazione del libro “I medici cubani a Torino”

Torino 18 ott2021: Presentazione del libro “I medici cubani a Torino”

Contro il golpismo non si può rimandare il confronto

di Pedro Carrano

5sett2021, da Brasil de fato

Il 7 settembre scorso, in occasione delle celebrazioni dell’Indipendenza del Brasile, il Presidente Jair Bolsonaro ha convocato i suoi sostenitori sul piazzale del Planalto, a Brasilia, minacciando di attuare un colpo di stato contro il Tribunale Supremo, che lo sta investigando per gravi omissioni nella gestione della pandemia da sars-covid-19, le quali sono già costate alla popolazione brasiliana circa 580.000 decessi. Bolsonaro istiga i suoi sostenitori, molti dei quali “comprati” con miserevoli elemosine di stato o anche, direttamente, con bonus-presenza di 100 reais (circa 30 euro), ad armarsi e a resistere al grande complotto pluto-massonico-maoista, alimentato anche dal giornalismo “catastrofista” e da governatori locali poco inclini alle sue tirate no-vax e negazioniste. Vedendosi in caduta libera e sempre più impopolare e prevedendo un’inevitabile disfatta elettorale nel 2022 ad opera di Ignacio Lula da Silva, tenta la disperata carta della contro-offensiva, volta a una mobilitazione reazionaria delle masse disperate, come unica via di uscita dall’impasse attuale.

In contemporanea, nelle principali città brasiliane, le masse popolari sfilavano per le strade rispondendo alle parole d’ordine dell’empeachement e della condanna del Presidente per genocidio e corruzione. Nuove massicce manifestazioni sono annunciate per domenica prossima: la sfida oggi è costruire una solida piattaforma di resistenza (secondo la strategia della linea di massa) tra l’ala moderata, “social-democratica” e quella dei vari partiti e movimenti rivoluzionari presenti a sinistra, traendo preziosi insegnamenti dal precedente storico della resistenza armata (e non) alla dittatura militare del ’64-’82. 

Una delle lezioni in Brasile e in America Latina è che i colpi di stato non si combattono dopo che si sono consolidati.

È un grave errore considerare che le battaglie decisive della politica brasiliana si svolgeranno solo nelle elezioni del 2022, come se fosse possibile congelare l’attuale lotta di classe e i progressi che il governo Bolsonaro ha realizzato verso un golpe.

La maggior parte degli analisti sottolinea che il 7 settembre non è il “D-Day”, ma probabilmente rappresenta una radicalizzazione, nel discorso e nella pratica, del Bolsonarismo e della sua base neofascista. Tuttavia, i combattimenti e la resistenza dovrebbero svolgersi in questo giorno e continuare per tutto il 2021.

In questo senso, è corretto il mantenimento degli “Atti e del Grido degli Esclusi”, attività che ha la capacità di riunire settori delle comunità di base progressiste della Chiesa, sollevando le principali rivendicazioni e agende popolari.

Una delle principali lezioni della sinistra in Brasile e in America Latina è che i colpi di stato non si combattono solo dopo che si sono consolidati.

In effetti, questo consolidamento limita notevolmente la capacità di resistenza.

Il libro “Lotta nelle tenebre”, dello storico marxista Jacob Gorender, pur operando valutazioni esagerate dei leader del PCB, sia relativamente alla figura di Luís Carlos Prestes che a quella di Carlos Marighella, contiene comunque una nota essenziale: l’impianto principale di resistenza contro il colpo di stato economico e militare del 1964 avrebbe dovuto essere organizzato prima del colpo di stato.

Per quanto concerne le organizzazioni politico-militari, a cui Gorender partecipò come leader del PCBR, una frangia dissidente del PCB, lo storico ritiene che il risultato della resistenza armata dopo il 1968 sia stato un atto di eroismo. Questo perché la chiusura del regime rendeva già difficili le condizioni della resistenza e allontanava ulteriormente l’avanguardia dal livello di disposizione delle masse alla lotta. Il punto, allora, è che la sinistra avrebbe dovuto puntare su di un paziente lavoro di massa.

Analizzando un po’ la situazione attuale nella nostra America Latina, il recente esempio del colpo di stato in Bolivia contiene due lezioni essenziali per riflettere sulla nostra posizione di fronte alle minacce di Bolsonaro in Brasile:

  1. Il colpo di stato contro il governo di Evo Morales/Garcia Linera è stato guidato dal governo degli Stati Uniti, da settori religiosi reazionari, dalla polizia locale, da governi neoliberisti come quello di Macri in Argentina, da mercenari trasferiti dal precedente tentativo di destabilizzazione in Venezuela, un insieme di fattori che ha portato JeanineAñez al governo nel novembre 2019. Quest’azione, a breve termine, ha incontrato un’immediata e massiccia resistenza da parte del movimento popolare boliviano (che ha componenti particolari rispetto al movimento popolare di altri paesi), il che ha permesso una rapida erosione del governo golpista.
  2. I golpisti non avevano la maggioranza nella società, tanto che Evo Morales sarebbe ritornato vincitore nelle elezioni. Tuttavia, avevano un nucleo capace di eseguire il golpe, reprimere settori popolari e garantire momentaneamente il governo di transizione golpista.

La lezione per l’esperienza brasiliana è che, anche se Bolsonaro non ha di fatto una maggioranza nella società brasiliana, ha un nucleo dinamico, un livello di sostegno, che si è mantenuto dal 2020 ad oggi, intorno al 25 per cento, e che coinvolge proprio i settori evangelici, la polizia militare, oltre a fazioni criminali capaci di garantire il terrore di un golpe. Bolsonaro è stremato, ma comunque pericoloso.

Va mantenuta la sequenza di azioni della campagna di Fora Bolsonaro, nonostante gli atti abbiano raggiunto un limite per quanto riguarda la convocazione dei lavoratori, che si trovano in una fase difensiva, stretti trala disoccupazione, la precarietà e l’erosione del potere d’acquisto dei salari.

Dal 2020, con l’inizio della pandemia, è un dato di fatto che la sinistra brasiliana non ha approfittato delle linee guida concrete emerse dalla lotta dei lavoratori per espandere l’influenza e indirizzare il Fora Bolsonaro. La mancanza di sostegno ai dipendenti pubblici in sciopero, agli impiegati delle poste e contro i licenziamenti nei vari settori sono sintomi tangibili di questo ritardo.

La prospettiva di uno sciopero generale non è a breve termine, ma anche la sua mancanza di costruzione rende tutto più difficile.

La politica di solidarietà, invece, va ampliata e pensata con la creazione di cooperative di lavoro, che rafforzino la fiducia tra avanguardia, lavoratori e residenti delle aree occupate. Una tale politica permetterebbe di ampliare la comprensione dell’agenda di Fora Bolsonaro e la partecipazione delle comunità periferiche alle manifestazioni.

Bolsonaro è riuscito a superare il 2020, mantenendo una posizione dentro segmenti delle istituzioni combattivi, molti dei quali logori agli occhi della popolazione – come nel caso della Magistratura, del Congresso e di alcuni governatori della cosiddetta destra tradizionale. Il governo ha mantenuto un livello di sostegno del 30%, raggiungendo il 40% in agosto, grazie agli aiuti di emergenza. È un dato di fatto che, nel 2021, si è logorato e ha perso sostegno a causa della corruzione, del numero di morti per negligenza nella pandemia e del peggioramento delle condizioni di vita.

A ogni modo, il suo metodo per mantenere il potere fino al 2022 sarà questo, avanzare e ritirarsi. L’essenziale è che la sinistra non cada affatto nell’incantesimo della sirena sulla “stabilità delle istituzioni” in un contesto brasiliano e mondiale come quello attuale.

L’organizzazione e la resistenza popolare devono essere la regola per il mantenimento della democrazia e dei diritti sociali. Ciò che è essenziale in questo momento è la denuncia del golpe e l’appello all’organizzazione popolare deve essere un mantra permanente, soprattutto nei principali canali e tra i principali leader della sinistra. Relativizzare questo momento storico è molto pericoloso.

[Trad. dal portoghese per ALBAinformazione di Marco Nieli]

Da Cuba all’Italia: chiarezza sui vaccini!

da Comitato Nazionale “Chiarezza sui Vaccini”Marxismo e metodo scientifico nella nuova fase pandemica

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il documento fondativo.

Riteniamo che Cuba socialista sia un punto di riferimento imprescindibile anche per quanto riguarda la ricerca scientifica e lo sviluppo delle biotecnologie, come nel caso dell’Istituto Finlay de La Habana e del CIGB all’avanguardia nel disegno e nella realizzazione dei nuovi vaccini contro la Covid-19.

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MARXISMO E METODO SCIENTIFICO: LOTTA IDEOLOGICA E POLITICA NELLA NUOVA FASE PANDEMICA

Riportare al centro gli interessi di classe e la difesa della salute collettiva per uscire dall’emergenza e aprire nuove prospettive

Un anno e mezzo di pandemia ha messo a nudo la crisi del sistema capitalistico.

L’evidente fallimento delle misure di contenimento – sempre parziali e tardive – attuate dai paesi capitalistici europei, nordamericani ed in generale dalla stragrande maggioranza dei paesi OCSE che seguono le dottrine neoliberiste e le crescenti conseguenze della tattica delle mezze misure prolungate sulle attività economico-sociali maggiormente colpite, hanno provocato disastrosi effetti in termini di salute pubblica, in un clima altalenante di sfiducia ed incertezza.

INFODEMIA

Nel quadro del lento massacro culturale del sistema di educazione pubblica e nel disorientamento ideologico di molti, si sono fatte strada le più fantasiose teorie. In tale clima – mentre infezioni, ricoveri e decessi crescevano – si è diffusa una infodemia incontrollata di “notizie” spesso esaltate, decontestualizzate nonché manipolate (e difficilmente verificabili dai più). Le pseudo-informazioni si sono moltiplicate attraverso un pullulare di blog acchiappa-click ed una informazione mainstream confusionaria e spesso calibrata sulle esigenze economiche immediate di alcuni gruppi dominanti. In questo contesto, hanno avuto gioco facile le attività di nuove sette e altri gruppi reazionari, spesso orientati da campagne abilmente costruite e veicolate trasversalmente in differenti ambiti culturali, sociali, economici e politici e si sono fatte strada le più svariate e fantasiose teorie cospiranoiche circa la reale esistenza o la genesi dell’epidemia da SARS-CoV-2 o in relazione alla natura e alla presunta pericolosità dei vaccini.

UNA GESTIONE FALLIMENTARE NEI PAESI CAPITALISTICI

Da un anno e mezzo denunciamo e condanniamo la gestione della pandemia, nel mondo capitalistico occidentale in generale ed in Italia in particolare, spesso contraddittoria e costellata da errori clamorosi, a partire dalla mancata zona rossa di Alzano e Nembro (Bergamo) e dall’imperdonabile ritardo nella strategia di tracciamento nel 2020, fino alle complicazioni della prima fase della vaccinazione di massa con le case farmaceutiche inadempienti, senza alcuna seria risposta a livello europeo, proseguita con la sclerotica e confusionaria gestione della vicenda Astrazeneca. Tale pessima e contraddittoria gestione, tuttavia, non è la prova di complotti e cospirazioni, come credono taluni, ma la risultante dell’incapacità delle istituzioni borghesi a garantire il “bene comune”. I governi dei paesi capitalistici, stretti dalle lobby industriali che hanno imposto di non fermare la produzione dopo il primo parziale lockdown del governo Conte e che hanno ritardato in modo irresponsabile ogni iniziativa di contenimento, proprio nelle fasi di crescita esponenziale dei contagi (si pensi alla seconda ondata dello scorso ottobre), hanno scelto la strada della cosiddetta “convivenza con il virus”, privilegiando la difesa di interessi particolari anziché la salute pubblica. Si tratta dell’incapacità a sostenere gli interessi generali che Marx stesso aveva compreso fin dagli scritti giovanili e che purtroppo non è chiara a molti militanti ed intere organizzazioni. In tutta evidenza, queste ultime, nonostante si definiscano comuniste, non sono ancora in grado di conquistare la sufficiente e necessaria autonomia ed indipendenza ideologica e politica dall’influenza delle classi dominanti, rendendo decisamente sterili e velleitari i loro stessi proclami rivoluzionari.

Le istituzioni politiche, sempre più screditate a causa della loro incapacità di gestione, incapacità propria di una classe politica di arruffoni e navigatori a vista, più che di una classe dirigente, non sono in grado di fornire una comunicazione efficace, alimentando scetticismo ed assenza di fiducia che pervadono una fascia di popolazione certamente più ampia rispetto a quella degli “anti-vaccinisti ideologici”: la pandemia sempre più colpisce questi ultimi, tra i quali troviamo molti pazienti delle terapie intensive nell’ultimo periodo, ma anche strati di popolazione non protetta, soprattutto a causa della disinformazione e dell’incapacità dei governi borghesi oltre che per la presa di una propaganda reazionaria che ha fatto breccia o disseminato dubbi anche in ambienti tradizionalmente distanti dalla destra più estrema.

IL DISEGNO REAZIONARIO DEI NEOCONS E LO SBANDAMENTO DELLA SINISTRA DI CLASSE

In differenti paesi, dall’America latina all’Europa dell’est, fino in Italia, con le cronache degli ultimi giorni, assistiamo al diffondersi di ideologie e posizioni anti-scientifiche ed irrazionali, alla base di mobilitazioni di matrice chiaramente reazionaria. Purtroppo queste tendenze sono diffuse non solo tra le organizzazioni di natura conservatrice, se non dichiaratamente neofascista, e nei settori di piccola-media borghesia (in molti casi le piccole attività) particolarmente colpiti dalle mezze misure prolungate, ma anche negli ambiti del “pensiero critico” e di un certo attivismo sociale; mentre tra le larghe masse della popolazione – nonostante l’inettitudine delle classi dominanti – ha prevalso in Italia una netta adesione alla campagna di vaccinazione che al momento tocca circa il 73% della popolazione (con l’impressionante numero di quasi 44 milioni di persone che ad oggi hanno aderito alla campagna di vaccinazione in Italia, pari ad oltre l’80% della popolazione vaccinabile). L’orientamento e le tendenze in vario modo anti scientifiche – sia pur minoritario ed apparentemente residuale – sta attraversando in forma trasversale ogni formazione politica ed ogni ambito sociale organizzato, interessando la maggior parte delle organizzazioni politiche e sindacali della sinistra di classe, sia nella base militante sia nei gruppi dirigenti. Questa situazione spiega l’ambiguità nelle posizioni e indicazioni politiche, mostrando un perverso meccanismo di ricerca del consenso, o una errata interpretazione della linea di massa, piuttosto che la costruzione di una direzione politica basata sulla chiarezza e su una visione scientifica della realtà: in questo senso la scarsa comprensione della realtà concreta è indice di una forte debolezza e subalternità ideologica. Non è un caso che dietro ad una certa propaganda si nascondano soggetti ambigui legati ai locali circuiti della setta nordamericana “QAnon” e dell’estrema destra. Si tratta di una dinamica operante non solo in Italia e nell’Unione Europea, ma anche in Russia, nel Brasile di Bolsonaro, in Argentina ed in altri paesi: una campagna che abbiamo osservato attentamente e visto crescere sin dall’inizio, e che ha preso avvio negli USA all’ombra della precedente amministrazione Trump. Chi condivide piazze e parole d’ordine con questi soggetti deve prendere consapevolezza che si sta assumendo la responsabilità di favorire il loro disegno apertamente reazionario.

Si sta diffondendo un approccio limaccioso, che mescola frammenti di pensiero (apparentemente) critico con atteggiamenti anti-scientifici e irrazionalistici, in un mix che alimenta in maniera indistinta la sfiducia nel potere costituito a prescindere dal suo carattere (borghese conservatore, riformista, o socialista), diffidenza e scetticismo nei riguardi di ogni dato ufficiale o informazione scientificamente fondata, arrivando persino alla aperta avversione verso i medici e gli stessi lavoratori della sanità. Questo fenomeno sta producendo una crescita del pensiero anti-progressista che, anziché dirigere le più ampie masse verso la prospettiva di un’alternativa di sistema in chiave anticapitalista e comunista, affonda nel ribellismo senza prospettive o nel ripiegamento familistico e comunitaristico, nell’individualismo soggettivista e antisociale, o nella polarizzazione esasperata da social network. 

Le forze che si dichiarano apertamente neofasciste stanno tentando di cavalcare e orientare queste inquietudini, finora con esiti piuttosto scarsi, ma con sempre maggiore visibilità e con l’obiettivo di alimentare confusione e diversione dalla lotta di classe, una dinamica favorita dai riflettori mediatici, deviando l’attenzione su una polarizzazione in realtà sterile ed utile alle classi oggi ancora dominanti ma sempre meno dirigenti.

LA NECESSITÀ DI FARE CHIAREZZA SUI VACCINI

È giunto il momento di fare chiarezza su alcuni aspetti, centrali per chi non ha abbandonato una visione del mondo dialettica e storico-materialistica, una visione scientifica della realtà, nonché della necessità e possibilità della sua trasformazione, e che non ha intenzione di sostituirla con un vuoto ribellismo velleitario.

Nelle prime fasi dello scorso anno, 2020, immediatamente a ridosso del primo lockdown, era già necessario rivendicare l’attuazione di misure nette di contenimento, test massivi e gratuiti e misure anticipate all’inizio della seconda ondata di ottobre, seguendo l’esperienza cinese “covid zero” (anziché quella “convivenza con il virus” dei paesi OCSE con poche eccezioni), iniziative tali da evitare il disastro sanitario e un periodo interminabile di mezze misure, invece che legittimare – come hanno fatto alcuni – mobilitazioni contrarie ad ogni pur tardiva ed insufficiente misura di contenimento. Allo stesso modo chi oggi insegue le mobilitazioni anti-vacciniste o variamente riduzioniste non fa che aggiungere confusione invece che fare chiarezza, diversione anziché direzione rispetto ai movimenti spontanei.

Basta con le ambiguità, le banalizzazioni e i luoghi comuni: sui vaccini occorre fare chiarezza!

In merito alla campagna vaccinale, ed alla pandemia in generale, occorre osservare con attenzione i dati, i numeri, i risultati di iniziative di contenimento e di diffusione della vaccinazione nei differenti paesi. Un dato ormai evidente è la protezione dalle forme più gravi di infezione della popolazione vaccinata, consolidato negli ultimi mesi ed in relazione all’uso di tutti i vaccini in circolazione, siano essi di produzione occidentale capitalistica o meno. Ottimi i dati in Uruguay, ad esempio, con una copertura altissima della popolazione, raggiunta in breve tempo con la vaccinazione di massa, in larga parte immunizzata con il vaccino cinese Sinovac (crollo verticale di casi positivi, casi gravi e decessi).

Se il dato sulla protezione a livello clinico in ogni paese deve essere osservato nel tempo, l’aspetto e la ricaduta della vaccinazione sul piano epidemiologico richiede una attenta valutazione là dove la vaccinazione ha raggiunto percentuali elevate della popolazione. Si tratta di considerare molte variabili, sapendo che i vaccini non sono bacchette magiche miracolose, ma potenti strumenti da affiancare ad una vigilanza sanitaria puntuale, con test massivi a disposizione di tutti e tracciamento, con lo sviluppo di un sistema sanitario pubblico e con la messa a punto di cure specifiche per questo tipo di patologie. Chi si illude di risolvere il problema con le sole cure precoci mostra di non comprendere cosa sia una epidemia di questo tipo e le sue conseguenze senza misure di contenimento e mitigazione degli effetti, altrimenti disastrosi e tali da travolgere qualsiasi sistema sanitario, anche il più evoluto.

Non dobbiamo mai stancarci di ripeterlo e sottolinearlo:

1. il vaccino, qui ed ora, è indispensabile ed imprescindibile ma non va contrapposto alle altre misure. Le altre misure di profilassi generale non sono in alternativa alla vaccinazione di massa ma sono complementari ad essa. Il “consenso informato” non è una liberatoria e consente comunque la richiesta di risarcimento per i rarissimi casi di conseguenze da reazioni avverse, come confermato da sentenza della Corte Costituzionale, che equipara i vaccini obbligatori a quelli consigliati dalle istituzioni statali e regionali.

2. la sanità pubblica e il suo rafforzamento, in prospettiva, non devono essere considerati “spesa” da tagliare, bensì pubblico investimento, anch’esso indispensabile ed imprescindibile, per il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione.

Riguardo all’adozione di questo o quel vaccino da parte dei differenti enti regolatori (EMA, FDA, ecc.) ogni paese opera proprie scelte, ma occorre denunciare la differenza tra la validazione di questo o quel vaccino da parte degli enti regolatori, dal riconoscimento di ogni vaccino sviluppato seguendo i protocolli codificati di sperimentazione clinica e quantomeno dal riconoscimento doveroso di ogni vaccino considerato valido dall’OMS (si pensi ai vaccini cinesi). Il mancato riconoscimento da parte di Italia e UE (ma non da parte di altri paesi membri) dei vaccini non di produzione occidentale non ha motivazioni sanitarie ma solo geopolitiche.

Il non riconoscimento di questi vaccini, usati in decine di paesi, ha conseguenze negative nelle relazioni economiche, sociali e culturali tra i popoli, oltre che conseguenze negative per le comunità italiane all’estero (ad esempio in America latina dove prevalente è l’uso dei vaccini di produzione cinese o russa) e per i lavoratori stranieri residenti in Italia. Lo stesso dicasi per il riconoscimento dei vaccini cubani attorno ai quali c’è grande attenzione da parte della comunità scientifica mondiale e di molti governi. In queste ore si registra grande interesse per il vaccino cubano Soberana II che assieme ai cinesi Sinovac e Sinopharm è sviluppato per la vaccinazione già in età pediatrica.

Assodato dunque che il vaccino non fa miracoli, non siamo certi che questa verità elementare che con un minimo di conoscenza storica dell’argomento dovrebbe essere evidente, sia chiara ai governi della borghesia. Soprattutto nei paesi capitalistici dell’area OCSE, infatti, i governi hanno prodotto una comunicazione esageratamente ottimistica sull’imminente uscita dalla pandemia una volta portata a termine la campagna vaccinale, che forse rientra nel libro dei sogni della borghesia e dei propri comitati d’affari per consentire un immediato ritorno alla situazione economica pre COVID-19.

LE CONTRADDIZIONI IN SENO AL GOVERNO DEL CAPITALE

Il capitalismo ogni giorno deve fare i conti con le contraddizioni che egli stesso ha creato ed anche in questo caso non riesce ad uscirne. I governi borghesi, stretti da un lato dalla difesa degli interessi privati come quelli delle case farmaceutiche, dall’altro lato dall’impossibilità di uscire dalla pandemia con questo quadro d’insieme, stanno iniziando a rendersi conto della necessità di permettere la vaccinazione anche agli abitanti dei paesi più poveri, naturalmente non per ragioni etiche ma nell’interesse degli stessi paesi imperialisti. Perfino Biden ha accennato mesi fa alla necessità di una temporanea sospensione dei brevetti, dimostrandoci ancora una volta come la realtà sia dialettica e il capitalismo sia costretto ad avventurarsi in terreni completamente al di fuori dal proprio recinto per cercare soluzioni a problemi altrimenti insormontabili. Ma, per ora, il capitalismo ha soltanto contribuito ad esasperare e rendere più evidente la differenza fra poveri e ricchi, tra oppressi ed oppressori, anche su questo aspetto vitale, e non possiamo dimenticare il criminale bloqueo e le sanzioni contro il popolo cubano, contro la Siria, l’Iran e troppi altri paesi ai quali in piena pandemia viene impedito perfino l’acquisto dei medicinali. Se i dati dei primi di settembre 2021 ci parlano di oltre il 40% della popolazione mondiale che ha ricevuto almeno una dose di vaccino, con oltre 5,5 miliardi di dosi somministrate, l’atrocità della sperequazione si riassume nel dato analogo per i paesi oppressi dall’imperialismo: meno del 2%. Contro il 65% dell’UE e il 54% del Nord America; prodighi di dichiarazioni di principio e avidi nei fatti ad accaparrarsi i vaccini sul “mercato”.

UNA STRATEGIA INTEGRATA CONTRO LA COVID-19

Misure come la sospensione delle licenze dei brevetti sarebbero dunque fondamentali per un’uscita quanto più veloce possibile dalla pandemia, così come lo diventano in prospettiva la ricerca ed il potenziamento della sanità pubblica, che consentirebbe agli stati di non dipendere dalle multinazionali del farmaco e che si profila come aspetto strategico necessario alla stessa infrastruttura economico-produttiva. Da questo punto di vista, Cuba, che è un paese piccolo ma socialista – differenza qualitativa non trascurabile – sotto embargo e continuamente boicottato dal blocco imperialista statunitense, ci dimostra come una soluzione del genere sia non solo possibile ma di gran lunga più efficace, data la capacità che ha avuto di brevettare, produrre e distribuire almeno sul proprio territorio vaccini integralmente pubblici e di promuovere la collaborazione per la produzione di vaccini in altri paesi. Anche questo a dimostrazione della superiorità strategica dei paesi con persistenti elementi di socialismo nell’affrontare le minacce pandemiche. Tutto ciò conferma e rafforza in noi la granitica certezza che l’umanità ha un futuro solo nell’organizzazione socialista della società.

I vaccini rappresentano dunque, sotto l’aspetto sanitario, l’architrave di una strategia integrata che coniuga medicina territoriale (che a differenza dell’ideologia anti-vaccinista, non contrappone ad essa la vaccinazione di massa), tracciamento, prevenzione e ricerca pubblica.

Sul fronte del tracciamento, diventa indispensabile la gratuità dei tamponi, degli esami degli anticorpi e di tutte le analisi finalizzate al contrasto della COVID-19.

IL “GREEN PASS” E L’OBBLIGO DI LEGGE

In una situazione di isteria collettiva, una misura contingente e temporanea come il “Green Pass” diventa l’immaginaria linea gotica che divide due schieramenti contrapposti. La polarizzazione che ne consegue configura nella sostanza un’ennesima arma di distrazione di massa.

Si tratta di un provvedimento contraddittorio che rientra perfettamente nel quadro delle mezze misure, dove le forze politiche non hanno il coraggio di imporre l’obbligo vaccinale. Dunque, ci troviamo davanti ad una politica che non decide ma scarica le proprie responsabilità sulla popolazione aprendo una frattura tra i lavoratori. Benché la vaccinazione stia riscuotendo una larghissima adesione, vi sono settori con un numero significativo di lavoratori ancora scettici, che rischiano di pagare il prezzo più alto in termini sia di salute sia di provvedimenti conseguenti alla mancata vaccinazione.

Le conseguenze pratiche di questa (non) scelta sono ambivalenti: se da un lato questo strumento incentiva la vaccinazione di massa, dall’altro crea la pericolosissima illusione di isole “Covid-free”, che purtroppo nella realtà ancora non possono esistere.

La soluzione più avanzata sarebbe quella di convincere la parte ancora disorientata della popolazione a vaccinarsi attraverso una comunicazione seria ed efficace: al momento riscontriamo come questa prospettiva sia molto lontana e che la scelta del governo sia orientata ad una estensione di un obbligo di fatto ma non giuridico.

SCIOPERO GENERALE DELL’11 OTTOBRE 2021

Riteniamo fondamentale questo appuntamento, che deve mantenere come aspetto centrale la lotta contro i licenziamenti e non quella contro il “Green Pass”, che certamente Confindustria sta cercando di utilizzare a proprio vantaggio, esattamente come la borghesia ed i suoi governi hanno sempre fatto per ogni evento della storia umana e per ogni suo provvedimento consequenziale. Tuttavia, ribadiamo come il tema centrale dello scontro tra capitale e lavoro in questa fase sia quello dei licenziamenti, che dopo il pesantissimo assaggio di questi mesi (come mostrano i casi della Whirlpool e della GKN su tutti), verrà fuori in tutta la sua drammaticità una volta concluso il periodo di cassa integrazione.

Oltre alla lotta contro lo sblocco dei licenziamenti, è fondamentale un impegno massiccio delle organizzazioni sindacali per garantire le condizioni di sicurezza sul posto di lavoro, con il rispetto rigoroso dei protocolli anti-Covid-19 e nei trasporti pubblici, fondamentali per il raggiungimento del posto di lavoro e di studio e che necessariamente devono essere potenziati, oltre all’investimento nella sicurezza e sulle condizioni di lavoro nel settore pubblico (in particolare sanità, scuola e università) e nella ricerca. Non possiamo dimenticare i 621 lavoratori contagiati sul posto di lavoro, morti causa Covid nei primi mesi del 2021, ovvero morti per infortunio sul lavoro, come da relativa richiesta agli enti previdenziali.

IN CONCLUSIONE

Consideriamo che la pandemia da Covid-19 ha messo definitivamente a nudo la crisi del capitalismo e l’incapacità della borghesia di governare il mondo; evidenza che emerge con forza ancora maggiore in presenza di eventi avversi come la pandemia (che alcuni preferiscono definire come ‘sindemia’, sottolineando la sovrapposizione di aspetti naturali ad altri di tipo sistemico).

– Denunciamo gli effetti tossici di un’informazione interessata solo ai click e non alla salute pubblica.

– Condanniamo la gestione disastrosa della pandemia da parte di una classe politica per niente autorevole ed incapace di indirizzare una comunicazione chiara ed efficace.

– Esprimiamo tutta la nostra preoccupazione per il disegno reazionario della componente maggioritaria degli anti-vaccinisti per principio ideologico ed il nostro disappunto e disaccordo con quelle componenti progressiste e comuniste che aderiscono e si accodano alle loro campagne, condividendo piazze e parole d’ordine con neocons e neofascisti dichiarati.

– Rivendichiamo a gran voce la necessità della vaccinazione di massa in tempi rapidi nei paesi oppressi dall’imperialismo, il riconoscimento di tutti i vaccini smarcandosi dai giochi geopolitici, la sospensione delle licenze brevettuali, la gratuità dei tamponi e di tutti gli esami utili per il contrasto alla Covid-19, nonché il massiccio finanziamento alla ricerca pubblica valutando le possibilità della produzione di vaccini pubblici seguendo l’esempio di Cuba.

– Riteniamo che il “Green Pass” sia una mezza misura che scarica le responsabilità sui cittadini, incentiva la vaccinazione ma crea la pericolosissima illusione di luoghi “Covid-free”. Ogni cosa sotto il cielo ha la sua ora ed è giunto il momento del superamento delle fin troppo spesso ipocrite “mezze misure”.

– Chiamiamo le lavoratrici e i lavoratori allo sciopero generale dell’11 Ottobre 2021, contro lo sblocco dei licenziamenti, per adeguate misure di contrasto alla Covid-19 nei luoghi di lavoro, nelle scuole e sui mezzi di trasporto pubblici.

– Facciamo appello alle compagne ed ai compagni, oggi presenti come noi in differenti ambiti o gruppi organizzati, a sostenere apertamente una battaglia di chiarezza oggi necessaria al fine di uscire dall’emergenza e dalle nebbie della polarizzazione controllata, ricostruire una autonomia politica ed ideologica e aprire nuove prospettive di trasformazione rivoluzionaria.

Comitato Nazionale “Chiarezza sui Vaccini”
Marxismo e metodo scientifico nella nuova fase pandemica

8 settembre 2021

https://chiarezzasuivaccini.wordpress.com/
____

Prime adesioni individuali: 

Anika Persiani
Massimo Zucchetti
Adriano Ascoli
Gianfranco Fornoni
Francesco Piccioni
Giorgio Cremaschi

Dario Parisi
Domenico Di Dato
Clara Statello
Ciro Brescia

Francesco Fumagalli
Vito Maiorano
Massimiliano Romanello
Tommaso Pola
Nicolò Santerini
Rosa Maura La Tella
Silvia Benedetti
Duilio Romanello
Marco Nieli
Marco Riformetti

Samuel Fabbri
Eugenio Leozappa
Susanna Angeleri
Daisy Rapanelli
Aldo Romaro
Franco Specchio
Omar Minniti
Giovanni Di Maio
Maria Vittoria Tirinato
Mariagrazia Giannuzzi

Giovanni Bruno
Fabio Rocca
Nicola Beltrano
Antonella Montaruli
Dario Caputo
Svetlana Mazur
Carmen Malaika
Antonio Currò
Mariagrazia Pippia
Vincenzo Leone

Giada Galletta
Roberto Lesignoli
Daria Furlan
Alessio Decoro
Luciano Pomona
Francesco Artosi
Giovanna Antico
Renzo Amenta
Sebastiano Caspanella
Ada Romito

Simone Bruni
Massimo Cerullo
Paolo Maria Emiliani
Dussan Crevatin
Mario De Luca
Marcello Piantadosi
Elena Masera Arigoni
Patrizia Donadello
Giovanni Li Vigni
Felicia Violi

Rossella Giordano
Edoardo Carusillo
Stefano Ruggieri
Daniele Romeo
Barbara Lattanzi
Maddalena Celano
Alfonso Gentile
Onofrio Castriotta
Angelo Iacobbi
Massimo Pin

Giuseppina Ficarra
Vincenzo Bellantoni
Ettore Scamarcia
Arianna Organo
Walter Menicocci
Kaiiri Harir
Francesco Ballerini
Stefano Nincheri
Cristina Sordi
Giovanni De Caprio

Antonio Simonetti
Enzo Pellegrin
Michele Cirinesi
Giuseppe D’Angelo
Eugenio Gurreri
Lavinia Parisi
Giorgio Luppi
Mirco Mazzotti
Davide Agostinelli
Riccardo Agostinelli

Domenico Cortese
Stefano Mussuto
Pietro Guiducci
Renzo Carlini
Asdrubal Cruz
Gennaro Esposito
Chiara Monaco
Giuseppe Lauri
Andrea Martocchia
Massimo Campus

Katia Albini
Flavio Crotti
Barbara Maffione
Antonio Campisi
Silvana Sale
Enzo Cadei
Pia Panseri
Thomas Moro
Giuseppina Cataldi
Ivan Bach

Simone Ratti
Massimo Betti
Alessio Niccolai
Peppe Graziano
Luca De Crescenzo
Stefano Macri
Ugo Maisto
Riccardo Izzum
Denis Valenti
Antonio Giongo

Fabio Matteo
Franco Ollando
Alberto Tarozzi
Domenico Martelli
Carmen Berta
Mario Ronchi
Barbara Mangiapane
Roberto Barbieri
Maria Rita Burgio
Diana De Carlo

Enrico Morza
Daniela Agostini
Leonardo Nicoli
Salvatore Giordano
Anna Carmela Buble
Tiziano Cardosi
Domenico Caruso
Fiorenza Arisio
Giuseppe Nastro
Lucia Biondi

Enrico Vair
Denis Serravalle
Paolo Utzeri
Teresa Prinsi
Marco Bagozzi
Moez Chamkhi
Francesca Torre
Cristiana Boscarelli
Sergio Orazi
Omar Núñez

Brunello Arborio
Pietro Maffione
Alessandro Tosolini
Antonio Bove
Umberto Oreste

Silvia Di Fonzo 
Mattia Cavatorti 
Donatella Iacobelli
Danilo Consalvo
Stefano Mori

Fabrizio Burattini
Alberto Caffi
Walter Iannuzzi
Ada Josefina Martínez

Gianni Fasciotto

>>> continua su https://chiarezzasuivaccini.wordpress.com >>>

Brasile: movimento no-vax una seria minaccia per la salute globale

a cura di Marco Nieli

Con gravi ritardi nella stipula dei contratti con la Pfizer (risalenti allo scorso 19 marzo) ma con all’attivo un’interessante precoce sperimentazione/produzione locale a San Paolo (Ist. Butantan) del Coronavac, su brevetto Sinovac (cinese), nel Brasile la campagna vaccinale stenta a decollare con circa un quarto della popolazione di 214 milioni di abitanti che ha completato il ciclo vaccinale e circa 125 milioni che hanno ricevuto la prima dose.

Il ritardo, dovuto a vari fattori, tra cui l’atteggiamento criminalmente riduzionista (in realtà, secondo alcuni, cinicamente lucido nella volontà di perseguire obiettivi di pulizia etnica) da parte della Presidenza Bolsonaro e dei suoi accoliti, pervicaci sostenitori dell’inutilità/dannosità dei vaccini (specie quelli a matrice virale come il Coronavac) e dalla visione fatalista di vari culti/sette riconducibili alla cosiddetta “teologia della prosperità”, continua a ricadere quotidianamente sui tassi di contagio/ricoveri di base o per terapia intensiva e letalità/mortalità rilevati tra la popolazione brasiliana.

Qui di seguito, alcuni dati utili, al 24/08/2021, desunti dall’OpenDATASUS (sistema di rilevazione/archiviazione/comunicazione dati ufficiali del governo brasiliano):

-Casi accertati di positività: 20.614.866

-Decessi dovuti al Covid-19: 575.742

-Letalità media: 2,8%

-Persone vaccinate con la prima dose: 125.339.734 (59,19%)

-Persone vaccinate con la seconda dose: 56.820.544 (26, 83%)

-Totale dosi inoculate: 182.160.278

 

Il Movimento no-vax: una seria minaccia alla salute globale

21 SET 2020

di LUIZ CARLOS DIAS | ISTITUTO DI CHIMICA dell’Unicamp di San Paolo (Brasile) [https://www.unicamp.br/unicamp/ju/artigos/luiz-carlos-dias/movimento-antivacinas-uma-seria-ameaca-saude-global]

 

Il movimento no-vax è criminale e rappresenta una minaccia seria e crescente per la salute globale. C’è, a tutti gli effetti, un movimento no-vax in crescita in Brasile, quindi non possiamo ignorarlo.

Un articolo pubblicato il 10/09/2020 sulla rivista Lancet, che coinvolge 284.381 persone in 149 paesi, mostra che il movimento no-vax, l’estremismo religioso, l’instabilità politica, il populismo, le notizie false e questioni come la sicurezza possono danneggiare le campagne di vaccinazione di massa e la dipendenza dai vaccini nei paesi con questi problemi. Vaccini, servizi igienico-sanitari di base, acque reflue trattate e acqua pulita sono i nostri migliori strumenti di salute pubblica.

I vaccini sono responsabili dell’aumento della nostra aspettativa di vita, sono stati i principali responsabili della diminuzione della mortalità infantile e sono una pietra miliare nella storia della salute umana. I vaccini salvano circa 3 milioni di persone all’anno, ovvero 5 persone ogni minuto. In Brasile, negli anni ’50, circa il 10% dei bambini moriva prima dei primi cinque anni di vita. Malattie come il morbillo, la poliomielite, la varicella, la parotite, la rosolia, il tetano, la difterite, il rotavirus, la pertosse sono state messe sotto controllo. Il vaiolo è stato debellato nel 1980.

 

Secondo i dati del Programma Nazionale di Immunizzazione (P.N.I.) del 2019, dopo 20 anni, il Brasile osserva un calo delle coperture vaccinali per i bambini e non raggiunge l’obiettivo dei principali vaccini indicati per i bambini fino a 2 anni. I dati del Sistema Nazionale Immunizzazione (archivio Datasus) mostrano che il tasso di abbandono di nove vaccini in Brasile, come il meningococco C (due dosi), l’MMR (in due dosi contro morbillo, rosolia, parotite) e la poliomielite (tre dosi), è cresciuto di circa il 48% negli ultimi cinque anni. La copertura vaccinale contro la polio nel paese era del 96,5% nel 2012 e dell’86,3% nel 2018, con il peggior tasso di vaccinazione nel 2019 dall’anno 2000.

Il vaccino ha eliminato il morbillo dalla popolazione brasiliana, ma questo è ritornato nel paese e nel 2019 abbiamo avuto circa 18mila casi in 526 comuni e 23 stati della Federazione, con 15 decessi. Le statistiche sull’abbandono includono anche i bambini che hanno assunto una dose iniziale di un determinato vaccino, ma non tornano per le dosi successive. Questi dati sono preoccupanti ed evidenziano la necessità di un’intensa mobilitazione per espandere la copertura vaccinale contro il Covid-19 in Brasile.

Il calo della copertura può avere una serie di ragioni, che vanno dal sottofinanziamento delle priorità di salute pubblica a questioni logistiche come l’approvvigionamento e la distribuzione, fino alla mancanza di campagne di sensibilizzazione pubblica. Questa riduzione della copertura vaccinale potrebbe anche essere stata influenzata dal successo del Programma Nazionale di Immunizzazione nel paese, poiché abbiamo eliminato alcune delle principali malattie e la difficoltà di accesso delle famiglie ai servizi sanitari essenziali.

Abbiamo bisogno di informazioni scientifiche di qualità, didatticamente accessibili, esposte con un linguaggio chiaro, per combattere il crescente movimento no-vax e negazionista nel paese, soprattutto in questo momento di polarizzazione politica. Abbiamo bisogno di persone che moltiplichino messaggi e informazioni corrette sull’importanza della vaccinazione contro il Covid-19. Tra le ragioni che sono state sollevate sui social network da gruppi no-vax ci sono teorie del complotto, alterazioni del DNA, Bill Gates, chip nei vaccini, che causerebbero autismo, conterrebbero mercurio, feti abortiti, rappresenterebbero un pericolo o al massimo, sarebbero inefficaci e molte persone stanno leggendo queste notizie false.

Dobbiamo avviare una campagna per coinvolgere e preparare la popolazione brasiliana e l’infrastruttura del SUS (=Sistema Universale di Salute) a combattere questo movimento no-vax e a non lasciarlo crescere. È necessario incoraggiare e portare un messaggio chiaro alla popolazione brasiliana sulla necessità e l’importanza della vaccinazione di massa contro il Covid-19. Dobbiamo agire su più fronti, il compito sarà complesso, complicato e non ci vorrà molto per agire se vogliamo evitare che i gruppi no-vax inizino a diffondere menzogne e fake news sui social riguardo ai vaccini contro il nuovo coronavirus. L’espansione delle teorie del complotto sulla vaccinazione è anche correlata ai problemi di comunicazione tra ricercatori, scienziati, medici e altri professionisti della salute con la società.

 

La buona notizia: nove vaccini candidati nell’ultima fase della sperimentazione

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), abbiamo 192 candidati vaccinali registrati, di cui 146 in studi preclinici, 37 nelle fasi 1 e 2 e 9 nella fase 3. Quasi tutti hanno avuto bisogno di due dosi negli studi di fase 2, per indurre una risposta anticorpale, alcuni inducendo anche una risposta delle cellule T.

• Università di Oxford/AstraZeneca (UK) – AZD1222 – Vettore virale non replicante, adenovirus di scimpanzé attenuato, due dosi, intervallo di 28 giorni

• Janssen Pharmaceutical Companies (USA) – AD26CoV-S1 – Vettore virale non replicante, adenovirus umano, due dosi con intervallo di 56 giorni

• CanSino Biologics Inc./Beijing Institute of Biotechnology (Cina) – AD5-nCoV – Vettore virale non replicante, adenovirus umano Ad5, attenuato, 1 dose

• Istituto di ricerca Gamaleya (Russia) – Sputnik V – Vettore virale non replicante, adenovirus umano, due vettori, una dose di rAd26-S e una dose di rAd5-S dopo un intervallo di 21 giorni.

• Sinovac (Cina) – CoronaVac – Virus inattivato, due dosi a distanza di 14 giorni

• Sinopharm/Wuhan Institute of Biological Products (Cina) – Virus inattivato, due dosi a intervalli di 14 o 21 giorni

• Sinopharm/Beijing Biological Products Institute (Cina) – Virus inattivato, due dosi a distanza di 14 o 21 giorni

• Moderna/National Institute of Allergy and Infectious Diseases (USA) – mRNA-1273 – RNA messaggero, due dosi con intervallo di 28 giorni

• Pfizer/BioNTech/Fosun Pharma (USA e Germania) – BNT162 – Messenger RNA, due dosi, intervallo di 28 giorni

Sebbene non sia ancora chiaro quale sia il principale marker di protezione contro il Covid-19, lo studio clinico di fase 3 mira a valutare l’efficacia della prevenzione dell’infezione e della prevenzione dei casi di Covid-19 nella popolazione vaccinata o di rendere più lieve la malattia. Un vaccino ideale sarebbe efficace in una sola dose, inducendo (da subito) l’immunità sterilizzante, immunizzando la maggior parte degli inoculati, producendo un’immunità di lunga durata, con poca reatto-genicità e pochi effetti collaterali immediati o tardivi, facilità di conservazione, distribuzione e applicazione. Che non abbia bisogno di una catena del freddo con temperature molto basse e che sia accessibile, disponibile ed economico.

 

Terminate tutte le fasi della sperimentazione, quali i passi successivi?

Avremo sicuramente più di un vaccino approvato contro il Covid-19. L’ANVISA (l’Ente regolatorio brasiliano per l’approvazione di farmaci e vaccini, n.d.T.) dovrà inoltre lavorare in maniera accelerata per registrare i vaccini approvati nella fase 3, mantenendo il necessario rigore scientifico. Ma c’è una reale possibilità che avremo bisogno di almeno due dosi di vaccino. Siamo 212 milioni di brasiliani, se avremo l’80% di adesione, vaccineremo circa 170 milioni di persone. Se il vaccino offre protezione in una singola dose, avremo bisogno di 170 milioni di dosi, ma se ha bisogno di due dosi, avremo bisogno di 340 milioni di dosi. E poiché questo sarà il più grande programma di vaccinazione nella storia umana, possiamo aspettarci alcune sfide logistiche, oltre a sperare che le persone che prendono la prima dose, tornino per la seconda dose e tornino per un’eventuale terza dose – in particolare, i gruppi di anziani e delle persone con comorbilità o con un sistema immunitario più carente e meno robusto in termini di risposta vaccinale. Le persone dovranno prendersi un congedo dal lavoro, perdere tempo in lunghe file e tutto ciò due volte. E probabilmente, sperimenteranno effetti collaterali spiacevoli come febbre, dolore e gonfiore nel sito di applicazione, tutte e due le volte in un breve periodo di tempo.

Bisogna produrre milioni di dosi e avremo bisogno di acquisire componenti e coadiuvanti dai mercati esteri, poiché il Brasile non li produce qui. Dall’acquisizione dell’Ingrediente Farmaceutico Attivo (IFA) e dei coadiuvanti, iniziano le fasi di formulazione, controllo qualità, riempimento ed etichettatura. Segue la fase di stoccaggio, la catena del freddo, il trasporto e la movimentazione, la distribuzione e l’amministrazione.

Sono necessari anche dispositivi di protezione individuale per la manipolazione dei vaccini nelle celle frigorifere, in modo che i lotti di dosi possano essere adeguatamente imballati e spediti. E dopo, avremo bisogno di siringhe, aghi, fiale di vetro, tappi per le fiale, imballaggi per conservare le fiale del vaccino, guanti, tutti materiali monouso. Verranno generati molti rifiuti sanitari e sarà necessaria una grande cura per lo smaltimento. Le sfide sono molteplici, oltre a sperare in una buona efficacia, sostenibilità e durata della protezione vaccinale.

La stabilità dei vaccini dipende dalla temperatura di conservazione. I vaccini possono perdere efficacia a causa delle variazioni di temperatura nella produzione in serie, nello stoccaggio e nel trasporto. I vaccini sono prodotti molto sensibili e il calore, il freddo e la luce ambientale possono indebolire un vaccino, a seconda della formulazione. Alcuni di essi possono essere conservati a temperature comprese tra lo 0° e i 10°C, ma è necessario pensare a strategie di catena del freddo, in modo che venga mantenuto un corretto stoccaggio in tutte le fasi di produzione, immagazzinamento, trasporto e distribuzione fino all’arrivo, nel centro di salute o sito di applicazione.

Poiché le molecole di mRNA sono molto sensibili, i candidati vaccini della società americana Moderna e Pfizer/BioNTech possono comportare sfide logistiche, poiché avranno sicuramente bisogno di congelatori con temperature da -20 gradi Celsius a -70 gradi Celsius, che sono comuni nei laboratori delle università e istituti di ricerca, ma non presso le postazioni sanitarie del SUS.

I vaccini a virus inattivati, come il cinese Sinovac, possono forse essere conservati nei comuni frigoriferi, ma è necessario aver cura della loro stabilità e mantenere una temperatura bassa, soprattutto nei luoghi con instabilità nella fornitura di energia elettrica.

Il Brasile è un paese gigantesco, con persone sparse in luoghi molto remoti, quindi i vaccini devono arrivare via terra, acqua e aria. Alcuni vettori come l’UPS e la DHL si stanno attrezzando e gli aeroporti devono fare lo stesso. Avremo bisogno di buone scorte di ghiaccio secco per mantenere la temperatura bassa, allo scopo di garantire che le dosi non vengano compromesse durante il trasporto in luoghi senza elettricità.

Non ci possono essere errori in questo percorso, poiché qualsiasi esposizione a troppa luce o temperatura inadeguata può danneggiare la qualità dei vaccini, portando alla perdita di potenza, il che sarebbe un enorme disservizio.

E, naturalmente, i professionisti responsabili delle applicazioni devono ricevere formazione, istruzioni per il confezionamento, l’apertura e la manipolazione delle fiale con i vaccini.

Il Brasile ha molta esperienza nelle campagne di vaccinazione di massa, il Programma Nazionale di Immunizzazione (PNI) funziona molto bene e grande articolazione dei vari segmenti della società civile. I candidati al vaccino sono nelle mani degli scienziati, ma per quanto riguarda la vaccinazione? In Brasile, chi deciderà chi la prenderà per primo? Quali sono i meccanismi decisionali? È una decisione politica? Quale sarà il ruolo della scienza in questo momento di decisione? Siamo pronti per la vaccinazione di massa, pensando di applicare due dosi in periodi che vanno dai 14 ai 60 giorni? E come sarà attuato il monitoraggio dei possibili effetti avversi nella fase di farmacovigilanza dopo le applicazioni? Spero che la pianificazione logistica sia già iniziata.

[Trad. di Marco Nieli per ALBAinformazione]

 

(VIDEO) Venezuela y sus Pasivos Ambientales

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